Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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"In giro per il mondo"
Autore: Milanesi Franco 
Come si è visto il gioco dell'oca è stato spesso "piegato" in modo esplicito a esigenze non propriamente ludiche e usato come manifesto di propaganda. In questo modo sono state però sacrificate e limitate proprio quelle sfumate funzioni simboliche che sono alla base della sua eccezionale longevità. Certo la stessa semplicità di struttura, la facilità d'uso, l’economicità (nel novecento molti giochi italiani si riducevano a un foglio di carta sottile, da incollare su cartoncino, venduto nelle edicole) ne hanno fatto uno strumento di rara duttilità e praticità, e di ampia diffusione. Ma è proprio la valenza metaforica, correlata alla successione numerata di caselle verso una meta conclusiva, che rende queste tavole così interessanti e originali. La forma spiraloide, labirintica, rappresenta nell’immaginario umano, l’archetipo del percorso della vita. L’esistenza umana è raffigurabile simbolicamente come un percorso cadenzato da momenti di felicità e di dolore (i premi e le punizioni), con passaggi rituali, pericoli, con mete transitorie e finali. Un percorso in cui il caso, l’azzardo, l’aleatorietà (il tiro con i dadi) tracciano la direzione essenziale della vita. Nei grandi romanzi di formazione assai diffusi nel Settecento e nell'Ottocento in tutta Europa, il percorso esistenziale è rappresentato come un avanzamento tortuoso, una complessa successione di "stadi". In esso le cadute e le ascese dei protagonisti sembrano inserirsi in una forte trama dominata dal caso e dalla necessità. Scandito da un intreccio tra la successione temporale (il turno, il tiro dei dadi) e il processo spaziale che ne rappresenta la stessa essenza (caselle numerate in ordine progressivo, processo di avanzamento attraverso ostacoli e premi, raggiungimento della meta finale); collocato tra la casualità del tiro e la necessità delle tappe di avanzamento, il gioco dell'oca si presta assai bene ad essere utilizzato come "rappresentazione" del percorso di vita, di crescita, di trasformazione. Una delle rappresentazione tipiche è in tal senso quella del giro del mondo. In tutti i paesi appaiono numerosissime variazioni di questo "canovaccio". In Francia un Jeu de monde, datato 1645, fu disegnato e firmato da Pierre Du Val d'Abbeville, geografo del re, e venduto nei numerosi negozi di stampe di rue Saint-Jacques, per decenni la via parigina degli stampatori. In Italia i "giri del mondo" appariranno invece nei primi anni del ventesimo secolo, semplici nel disegno, molto colorati e presenti in una decina di varianti. Le caselle rappresentano luoghi esotici (il fiume giallo, Pechino, il fiume sacro) o le mete tradizionali del viaggiatore europeo (Parigi, Londra, Roma); e poi pirati cinesi, aridi deserti, fiere, per rimarcare il carattere pericoloso della "traversata". In quasi tutte queste tavole appare anche un protagonista del giro, un giovane che lasciata la famiglia, come si vede nella prima casella, riapparirà solo nell'ultima, nel momento del ritorno a casa. Il percorso attraverso i luoghi del mondo è inteso come iniziazione alla vita adulta, viaggio di formazione e processo di individuazione del soggetto umano. Tanti i giri del mondo, ma pochissimi quelli dedicati alle singole nazioni. Un giro della Loira attraverso i suoi castelli, qualcosa in Italia (a parte quelli ciclistici), per sponsorizzare luoghi turistici. Quasi nulla in Germania. Evidentemente nessuno stato nazionale offriva elementi tali da competere con il fascino di un "giro del mondo". Cosa si può avvicinare nell'immaginario di un ragazzino ai "pirati cinesi", alla "caverna dei serpenti" o alle "danzatrici malesi"? Curiosa eccezione la Svizzera, con tantissimi "giri" pubblicati soprattutto tra il 1860 e i primi anni del secolo. Particolarità che dev'essere spiegata non certo tentando di rintracciare motivi di esotismo in Zurigo o nei rifugi alpini, né la superiorità rispetto all'Italia o alla Francia per qualità di offerte artistiche o culturali. La Svizzera si caratterizza invece, fin dal secolo scorso, per il grande sforzo promozionale del turismo di massa. I cantoni promuovono veri e propri tours organizzati, resi possibili da un'eccezionale rete ferroviaria, anche alpina, e da un'organizzazione per l'accoglienza turistica avanzata ed efficiente, sostenuta da una capillare campagna pubblicitaria. Il gioco dell'oca raffigurante le bellezze paesaggistiche e urbane della Svizzera (spesso prodotto nelle stamperie tedesche) è parte integrante di questa azione di "promozione" e ne è al tempo stesso effetto. La qualità del disegno e della stampa è solitamente alta, i particolari curati per esaltare la natura, le montagne e i monumenti del paese. I fogli volanti sono sostituiti da tavole cartonate in scatole di gioco con pedine in piombo dipinto a mano. Nulla della casualità e dall'approssimazione storica e geografica di altri giri del mondo, venduti nelle edicole, da giocare con fagioli o pietruzze come pedine. Il punto più alto di questa produzione, che comprende viaggi attraverso le Alpi, navigazioni in battello, escursioni sulle vie alpine, è rappresentato dall'immancabile gita "sul monte Cervino" dove la grande montagna è disegnata su un cartone pieghevole, collocato in posizione verticale, con piccole tacche lungo i percorsi di salita dentro le quali i giocatori incastrano le pedine di piombo raffiguranti con svizzera precisione (calzettoni, binocolo e berretto dipinti a mano su pochi centimetri) gli escursionisti in arrampicata lungo le pareti del monte.
 

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