Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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"Le infinite metamorfosi del gioco"
Autore: Milanesi Franco 
La semplice eleganza di questi giochi svizzeri è per altro rintracciabile in molte tavole europee del periodo. Nella società ottocentesca i nuovi ed egemoni valori della borghesia, quali decoro, educazione, sobrietà, religiosità vengono frequentemente rappresentati in percorsi con edificanti scenette familiari in stile “Biedermeier” o disseminati di “vizi” e “virtù". Ogni nazione produce innanzi tutto il suo gioco del missionario, vero condensato di virtù e spirito di iniziativa, impegnato in pericolose avventure per la cristianizzazione degli “indigeni”. In Francia nel 1830 viene stampato un drammatico Chemin de la Croix. La finalità del gioco è posta come sottotitolo: la jeunesse apprendra ce que Notre-Seigneur Jésus-Christ a souffert pour racheter nos péchés. In Italia ai motivi religiosi si affiancano chiari intenti pedagogici. In una delle tavole più belle pubblicate nel nostro paese, un Giuoco del tesoro delle famiglie. Dono annuale pel 1876, la Sonzogno percorre in sole 20 caselle le tappe dell'educazione morale e civile di una fanciulla, dalla lettura agli esercizi al pianoforte, dalla preghiera all'elemosina alle pulizie casalinghe. E mentre sullo sfondo alcune ragazzine si abbandonano a un pur innocente girotondo, la nostra virtuosissima fanciulla sta in disparte pronta a ripartire per più edificanti mete. Su questa linea è un Jeu familier de la civilté dove prima di giungere alla casella finale, contrassegnata da un invito ad indirizzare sempre le azioni a Dio al Re e alla patria, il fanciullo avanza lungo un tremendo percorso scandito da regole, ammonizioni, norme morali. E' necessario ricordare anche uno straordinario Jeu des petites misères in cui le disavventure della vita (cadute, aggressioni, ferimenti) si concludono in quella che l'autore doveva considerare massima sfortuna: il matrimonio. Pensando che i giochi andavano nella mani dei bambini anche questo può essere annoverato tra quelli con una chiara "morale", esplicitata attraverso i disegni. Nella eccezionale diffusione del gioco ha dunque avuto un ruolo preponderante la sua essenziale "ambivalenza" di oggetto di gioco e di strumento di messaggio in funzione educativa e pedagogica. In periodi in cui la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa era assai limitata, le tavole di percorso, con i loro disegno, i colori forti e l’ampia diffusione tra i giovinetti furono uno strumento forse non efficacissimo ma certo economico, di buona penetrazione in fasce di pubblico differenziate. Non sempre, ovviamente, a prevalere è il fine etico. Scelte stilistiche ben più leggere caratterizzano gran parte dei giochi dell'oca del XIX e XX secolo. Un gioco francese dei primi del ‘900 (Jeu fin de Siècle), coloratissimo, su uno sfondo solare, testimonia in ogni casella le grandi invenzioni dell’umanità, indicandone la data e simboleggiandole con ingenui disegni, formando così una sorta di calendario positivista, comunicando con efficacia il senso di un indefinito progresso dell'umanità. Molti giochi raffigurano i mezzi di trasporto e le loro innovazioni tecniche, navi, tramway, macchine. Assai diffusi i giochi sportivi, significativamente diversificati nei vari paesi: calcio e ciclismo in Italia; ippica in Inghilterra; football americano in decine di giochi statunitensi degli anni '60. Tutto ciò insomma che poteva colpire la fantasia dei fanciulli del tempo veniva fatto oggetto di rappresentazione. E forse è proprio la dilatazione (o la contrazione) di questa fantasia che decreterà la fine dei giochi dell'oca. La sua vera "crisi" è infatti da porre in relazione alla maggior attenzione che l’industria del secondo dopoguerra dedica ai bambini e ai giovani, individuati come consumatori di prodotti specifici. Il nuovo mercato del giocattolo, la sua estensione, la sua moltiplicazione quantitativa e qualitativa mettono inevitabilmente da parte un gioco la cui semplicità operativa e l'estrema economicità appaiono superate dai principi del nuovo mercato. Trovare oggi dei ragazzi attorno a un tavoliere è evento più unico che raro. Certo alcuni grandi successi come Monopoli e Risiko possono essere considerati l’ennesima variazione del modello del gioco da tavolo inaugurato con il gioco dell’oca. E forse è solamente l’avvento dei videogiochi a decretare definitivamente la “storicità” del vecchio percorso a spirale. Anche se, a ben guardare, la meta, le fasi di passaggio, lo spostamento di un personaggio lungo un percorso accidentato, seminato di tranelli e con possibili premi sopravvive, nella sua ultima metamorfosi, anche nelle sfide elettroniche al computer. Ma il gioco dell'oca non è tramontato definitivamente. Ad ognuno di noi è accaduto di ritrovarlo, anche con disegni estremamente curati e originali, come supporto di occasioni pubblicitarie, turistiche, politiche: dalla Val d'Aosta al Gioco dell'OPA, dai ristoranti milanesi alla palermitana Sellerio che propone un bel Giro del mondo in ottanta libri, nella più classica forma spiraloide.
 

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