Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville) |
"Il collezionismo dei giochi dell'oca" |
Autore: Milanesi Franco |
La varietà dei giochi riguarda non solo il contenuto e le tematiche ma anche, in misura non meno radicale, la forma, cioè le modalità di realizzazione grafica. Le modificazioni tecniche della stampa e dell'incisione e le mutazioni stilistiche ed estetiche influenzarono profondamente l'arte popolare e i giochi dell'oca che le recepirono con prontezza, per rispondere con prodotti adeguati ai nuovi gusti del pubblico. Per la stampa furono utilizzate tecniche diverse progressivamente più evolute, più semplici, meno costose e più adatte alla riproduzione in serie. Si passa così dalle prime xilografie, che si servono di matrici lignee, alle raffinate incisioni su rame, alle volte ripassate e dipinte a mano con colore, alla litografia, metodo che a partire dall'Ottocento si imporrà per molti decenni caratterizzando i giochi di diversi paesi e giungendo fino ai recenti sistemi fotomeccanici. Non sempre, ovviamente, la finalità commerciale si concilia con quella strettamente estetica e oggi i giochi riprodotti dalle incisioni si rame (vere e proprie stampe d'epoca) o quelli ripassati con il pennello a mano, magari un po' grossolanamente, con il colore che oltrepassa le linee di contorno, mantengono un fascino unico, radicato proprio nella specifica cura (si pensi a Giuseppe Maria Mitelli che produsse verso la fine del '600 giochi di percorso di eccezionale bellezza e originalità grafica) o nella cifra di autenticità che la riproduzione seriale inevitabilmente sacrifica. Di conseguenza il gioco dell'oca è diventato, come è destino delle cose desuete, oggetto da collezione. E i motivi di interesse collezionistico sono molteplici: i giochi sono colorati e assai decorativi, sono documenti d'epoca, sono piccole testimonianze di un costume, segni del passato. La Francia e l’Inghilterra sono molto attente alla conservazione dei giochi, alla loro catalogazione e, soprattutto in Francia, all’uso del gioco come fonte documentaria. Sempre in Francia è apparso il libro più completo e curato sui giochi (solo quelli francesi). Più di duecento pagine, 48 tavole a colori fuori testo, vere e proprie riproduzioni, un apparato testuale colto e ricchissimo di informazioni: nel 1950 veniva pubblicato Le noble jeu de l'oie en France, de 1640 à 1950 in cui l'autore, Henry-René D'Allemagne, studiava e catalogava i più importanti giochi apparsi in tre secoli nel suo paese. In nessun altra nazione esiste opera analoga. In Italia un coloratissimo volume della Bompiani, curato da Silvia Mascheroni e Bianca Tinti, riproduce molti giochi della Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli di Milano, la maggior collezione pubblica italiana. Ma da noi il collezionismo di giochi non ha ancora alcun carattere organizzato, ed il numero di appassionati resta piuttosto ridotto. Spesso i collezionisti inquadrano i giochi e li espongono, con l’attenzione a non sottoporli a “stressanti” bagni di sole che ne sbiadirebbero irrimediabilmente i colori. La conservazione è comunque semplice e una buona soluzione è rappresentata dai raccoglitori a fogli trasparenti. Piccoli interventi di restauro, con materiale per grafici, non richiedono competenze specifiche. Il problema è piuttosto quello di reperire le tavole dei giochi. Oggi, come per molti articoli collezionistici, la quantità e qualità di giochi presenti sul mercato si è rapidamente ridotta. I luoghi privilegiati di ricerca continuano a essere i mercatini, i banchetti con stampe, disegni, materiale cartaceo. Ma presso questi venditori le ricerche possono essere infruttuose. Così, essendo diventati oggetti abbastanza rari, sono librerie antiquarie e negozi di stampe antiche a proporre, con adeguati prezzi, i giochi di percorso. Come tutte le collezioni che si rispettino anche in questo caso è possibile imbattersi in clamorosi falsi. Difficilmente in Italia e per i giochi italiani. Ma bisogna fare attenzione alle ottime riproduzioni di giochi francesi. Alcune matrici di Epinal, di solito primo novecentesche, sono state rifatte. Pratica per altro assai diffusa anche in passato, quando vecchi giochi venivano regolarmente riprodotti o "tirati" da matrici vecchie magari a molti anni di distanza. Ma a questi che potremmo quasi chiamare "falsi d'autore" si affiancano fotocopie prodotte su carte particolari e invecchiate con vari accorgimenti. Insomma, bisogna diffidare quando si trovano sei o sette fogli identici, perfettamente conservati, magari in banchetti diversi. Niente di male se le riproduzioni fossero vendute come tali, perché il piacere visivo non si attenua con una fotocopia, ma è frequente il tentativo di spacciarle come tavole originali. |
Torna indietro