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29-02-2024 | Ristampa del “El Juego de la Oca o la Espiral de los Maestros Constructores” Venti anni fa l'artista Patricia Rodriquez Munoz realizzava usando una vecchia tecnica incisoria “El Juego de la Oca o la Espiral de los Maestros Constructores” (Arch. n°1538). A distanza di anni l'artista conosciuta anche come “Patadeoca” ci ripropone una ristampa limitata a 300 copie firmate e numerate. Stampa offset digitale su carta Tintoretto Gesso 300gr. Misure carta: 40x41 cm. Disegno: 34x35 cm. Include un libretto che contiene il prologo che Rafael Alarcón Herrera scrisse per la prima edizione dell'incisione originale. Il prezzo di quest'opera è di 60€ + spese di spedizione. Chiunque fosse interessato può rivolgersi all'autrice al seguente indirizzo email: pat.dauca@gmail.com
¡64 son las casillas del Juego de la Oca! Siento como si me robaran el "centro mismo del ser" cuando leo por ahí... "el juego consta de 63 casillas...". Nadie se atrevería a decir eso mismo de un tablero de Ajedrez, que ha conservado sus 64 casillas intactas gracias a la Geometría del hermético Cuadrado... pero la Espiral del Juego de la Oca continúa siendo "mutilada"... Sin la última casilla, perdemos la perspectiva del Juego y su sentido simbólico más profundo... perdemos una oportunidad ¨lúdica¨ para acceder a un Conocimiento que escapa a cualquier religión y que el hombre de la Edad Media comprendió, respetó, sincretizó y transmitió en la concepción de su arquitectura sagrada. Un Conocimiento que la palabra no puede contener y que se expresa a través del Número. Los números del Juego de la Oca no cuantifican las casillas, pero son fundamentales. A la última casilla, en el centro del tablero, le corresponde el 64 pero es la única que nunca se numera. 64 es el UNO y en él se desarrolla el Juego... porque Es el Juego mismo. (Patricia Rodriquez Munoz)
| 20-12-2023 | IL NUOVISSIMO GIUOCO DEL BARONE In occasione del centenario della morte del Barone Sidney Sonnino (1922-2022) è stato ristampato reimpostato il “Nuovissimo Giuoco del Barone” (Arch. n°2866). Per l'occasione è stato realizzato anche un libro, che seguendo il percorso del gioco ripropone la storia di Quercianella (Livorno) dove il Barone è sepolto nel suo Castello che sovrasta il mare. Le immagini suggestive dei primi del novecento sono commentate dagli articoli dell'epoca che raccontano il rapido sviluppo della località che viene, dopo l'inaugurazione della ferrovia, ad acquisire importanti servizi come la stazione ferroviaria, l'illuminazione pubblica, il telegrafo e l'acquedotto. Viene fatto un riferimento anche al gioco "Circuito del Montenero-Coppa Ciano”, ristampato nel 2017 (Arch. n°2775). Il libro stampato in 250 esemplari numerati e firmati dall'autore si trova presso l'Edicola di Quercianella, oppure può essere richiesto contattando il sito (info@giochidelloca.it).
| 10-12-2023 | PLAYING WITH MAPS: CARTOGRAPHIC GAMES IN WESTERN CULTURE Un interessante pubblicazione è stata realizzata da tre grandi esperti: Adrian Seville, Thierry Depaulis e Gert H. Bekkering . Si tratta della prima pubblicazione dedicata ai giochi su mappe e gli autori sono appunto dei grandi esperti, ognuno nel proprio settore: giochi da tavolo, carte da gioco e puzzles. Questo libro rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che sono alla ricerca di informazioni su questo argomento molto specialistico e chi non è esperto rimarrà sorpreso dalle interessanti mappe e dal loro utilizzo per realizzare questi giochi.
| 10-11-2023 | In occasione del Centenario della morte del Ministro Sydney Sonnino, 1922-2022, viene riproposto il “Nuovissimo Giuoco del Barone” una sorta di Gioco dell'Oca nel quale sono inserite le immagini della Quercianella dei primi del '900 in piena fase di crescita dopo l'arrivo di Giovan Battista Paolieri, e l'apertura dei mitici Bagni che hanno accompagnato negli anni la storia della nostra ridente località. Il gioco realizzato da Giacomo Santerini e Luigi Ciompi nel 2001 viene presentato in una nuova veste grafica; spicca l'immagine del Barone, il Ministro Sonnino, che circondato da una corona d'alloro e dal tricolore presenta alle sue spalle un'immagine del tetro Romito nelle cui rocce giace la salma in un granitico sarcofago. Nelle Caselle le immagini di Quercianella, in un percorso che dal Castel Boccale arriva alla foce del Chioma. Sono rispettate le regole classiche del Gioco dell'Oca e alla Casella 58, la Morte, troviamo infatti la sepoltura del grande statista. Il gioco reimpostato dai grafici Anichini&Lirussi vuol significare un simpatico ricordo e un omaggio alla Costa Azzurra di Quercianella: un gioco da giocare ma soprattutto da incorniciare! E' in preparazione anche una pubblicazione che prendendo spunto dal Gioco presenterà le immagini e gli eventi più importanti di questo piccolo angolo della Costa Tirrenica. Sia il Gioco che il Libro sono in tiratura limitata, numerati e firmati dall'autore. Per informazioni rivolgersi alla Tabaccheria di Quercianella e per la pubblicazione sarebbe gradita la prenotazione. Per altre informazione: info@giochidelloca.it
| 14-08-2022 | Esce finalmente nelle librerie una pubblicazione molto interessante che ogni collezionista, e non solo, deve avere nella propria libreria: “Viaggio nei Giochi dell'Oca e di Percorso. Geografia, Storia, Araldica”. Ne sono autori Cosimo Giannuzzi, Antonio Negro e Vincenzo d'Aurelio che presentano così la loro ricerca: “L’idea di fondo che sottende il presente volume è quella di presentare, attraverso differenti prospettive di indagine, una articolata lettura della vastissima produzione di tavolieri cartacei relativi ai giochi da tavolo, in particolare giochi dell’oca e di percorso. Fra le attività ludiche che la storia ci ha tramandato, il gioco dell’oca è quello che, per la semplicità del suo regolamento, ha coinvolto giocatori di ogni età per più secoli, da quando ha cominciato ad essere stampato fino ai nostri giorni, senza nulla perdere della sua struttura originaria, dei significati simbolici delle immagini riportate lungo il percorso, delle emozioni che riesce a suscitare nei giocatori. Viceversa, si è arricchito sempre più di nuovi contenuti a seconda dei contesti sociali cui era destinato; delle contemporanee vicende umane, politiche, economiche, militari riversate nelle caselle; delle intenzioni dei committenti o degli editori legate ad esigenze educative, didattiche, di diffusione delle scoperte scientifiche e/o di produzioni artistiche; di propaganda politica; di pubblicità commerciale; di satira dei pubblici costumi." La pubblicazione che stavamo aspettando da tempo vede la luce delle stampe per i caratteri della casa editrice Grifo e riempie un vuoto bibliografico nella letteratura sull'argomento. La cosa più interessante è infatti il percorso storico che viene affrontato dalla fine dell'ottocento con la costituzione del Regno d'Italia alla caduta dell'Impero Fascista esaminando i giochi realizzati in tale periodo come una sorta di documentazione iconografica a testimonianza degli eventi più importanti. I giochi di produzione italiana sono noti da tempo ma a questo punto gli autori presentandoceli in successione e inserendoli in particolari contesti storici arricchiscono ulteriormente le nostre conoscenze. Giannuzzi affronta il tema del gioco geografico, dei viaggi e dei "Giro del Mondo" mentre Vincenzo d'Aurelio ci propone i giochi Araldici. Dunque finalmente una pubblicazione completa che consigliamo vivamente a tutti gli appassionati e che entrerà nella bibliografia del nostro sito. I nostri più calorosi complimenti agli autori con la speranza di future collaborazioni!!!
| 06-07-2022 | Cultura. Carte da gioco, una preziosa selezione della collezione Crippa al Castello Sforzesco Milano, 6 luglio 2022 – La Civica raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" al Castello Sforzesco si arricchisce della prestigiosa collezione di carte da gioco e giochi di percorso costituita a Milano da Giuliano Crippa a partire dagli anni Settanta del secolo scorso e fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2020. La raccolta è stata recentemente donata al Comune di Milano (attraverso una delibera di Giunta dello scorso 4 febbraio). Una selezione di questa, cinquanta opere in tutto tra cui quindici mazzi di carte e venti diversi giochi di percorso sarà esposta da domani, giovedì 7 luglio, e fino al 9 ottobre nella Saletta delle grafiche del Castello Sforzesco. La collezione Crippa è una raccolta di straordinaria varietà tipologica e cronologica che comprende quasi duecento mazzi di carte da gioco (fra i più antichi, un nucleo di una quarantina di mazzi settecenteschi) e una cinquantina di giochi da tabellone (prevalentemente del XVIII secolo). Le tipologie di mazzi di carte comprendono carte da gioco tradizionali a semi francesi e italiani (a figura intera o a mezza figura), tarocchi, carte numerali e carte con altre finalità come quelle istruttive e per la divinazione. Milanese di nascita, Giuliano Crippa ha orientato il suo interesse collezionistico e di studioso soprattutto alla produzione della sua città, che occupa un ruolo di spicco nella raccolta che vanta la presenza di mazzi dei maggiori fabbricanti attivi nel capoluogo lombardo tra Sette e Ottocento. Un posto d'onore è occupato dai mazzi realizzati dal bavarese Ferdinando Gumppenberg, autore di pregevoli esemplari che coniugano influsso neoclassico e matrice popolare, come dimostra un raro mazzo di tarocchi dedicati alle vedute e ai mestieri di Milano. Accanto ai mazzi di carte tradizionali, Crippa ha collezionato altre tipologie di carte (diffuse a partire dal XIX secolo): carte di puro divertimento (Domande e risposte), carte con funzione divinatoria (Sibilline), giochi che prevedevano l'uso di dadi (Campana e martello), ma anche carte usate come modelli per una moderna versione dell'antico gioco cinese del Tangram, diffuso al principio dell'Ottocento come estrema propaggine della moda settecentesca delle chinoiserie. Arricchisce la raccolta un piccolo nucleo di matrici lignee incise, utilizzate per stampare i fogli delle carte, che venivano successivamente ritagliate e colorate a mano, con l'ausilio di maschere (stencil) per una più rapida esecuzione. Grande importanza rivestono anche i giochi da tabellone, come giochi di percorso, di estrazione e di battaglia, una cinquantina in tutto, prevalentemente settecenteschi. Tra questi, particolare importanza spetta al nucleo di fogli di giochi dell'oca nelle sue numerose varianti. Sono poi presenti due rarissimi esempi di tabelloni incollati su strutture in legno e verniciati risalenti rispettivamente al XVIII e al XIX secolo, incredibilmente sopravvissuti e giunti sino a noi nonostante l'uso. Alcuni oggetti della collezione permettono inoltre di documentare aspetti materiali del gioco. Sarà esposta ad esempio l'antica sacca per l'estrazione dei biglietti del più diffuso dei giochi d'azzardo: il Biribissi. Si tratta di un otre in pelle contenente oggetti simili a grosse olive che portano arrotolati al loro interno piccoli ritagli di pergamena con i simboli delle caselle del gioco. La Collezione Crippa aveva apportato un significativo contributo già alla mostra "Come giocavamo. Giochi e giocattoli 1750-1960", organizzata dal Comune di Milano nel 1984 presso la Rotonda della Besana. Altri pezzi sono stati protagonisti, insieme a quelli raccolti da Alberto Milano, della fondamentale rassegna Giochi da salotto Giochi da osteria nella vita milanese dal Cinquecento all'Ottocento tenutasi nel 2012 a Palazzo Morando - Costume moda e immagine. La mostra Giochi di carta e carte da gioco, organizzata in occasione della donazione alla Raccolta Bertarelli, è la prima monografica che viene dedicata a Giuliano Crippa e alla sua collezione. L'esposizione è ambientata all'interno delle Salette della grafica da poco inaugurate e dedicate all'esposizione, a rotazione, del ricchissimo patrimonio grafico della Raccolta Bertarelli e del Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco. L'esposizione è organizzata in due ambienti dedicati il primo alle carte da gioco, il secondo ai giochi di percorso. La Mostra si chiuderà il 9 Ottobre.
| 30-04-2022 | In un'asta della Reiss & Sohn © 2020 è apparsa una pubblicazione molto singolare e soprattutto fino ad ora sconosciuta. Si tratta infatti di una raccolta di 26 giochi realizzata da Crepy intorno al 1770. Il prezzo base d'asta è considerevole e purtroppo dobbiamo pensare che solo un antiquario potrà essere interessato all'acquisto vendendo successivamente singolarmente i giochi rilegati. Ne diamo notizia ai collezionisti perché forse non vedremo più questa interessantissima raccolta completa. Questo il titolo della raccolta: CREPY, Jean Baptiste: “Estampes pour servir à la Récréation de l'Esprit sous la forme du Jeu Royal de l'Oye Renouvelé des Grecs. Pour l'Education des Jeunes Gens de l'un & de l'autre Sexe”. Lesquelles se trouvent à Paris chez Crepy, Rue S.t Jacques à S.t Pierre près la Rue de de la Parcheminerie. A. P. D. R. Paris, 1780ca (contiene 26 giochi rilegati) La descrizione della Casa d'Aste non è molto accurata e questi sono i giochi contenuti nel libro che siamo riusciti ad individuare: Jeu Chronologique utile pour apprendre la suitte des Siécles (1638); Tableau Chronologique de l'Histoire Universelle en forme de Jeu (1767);Nouveau Jeu d'Histoire Universelle (1745); Tableau Chronologique et Universel des principaux événements arrivés en France (1776); La Récréation francoise ou Nouveau Jeu Historique et Chronologique des Rois de France (1745); La Géographie Universelle ou la connaissance exacte de la Mappemonde (1780); La Récréation Européenne ou Jeu des Princes de l'Europe (1770); L'Emulation Française ou description Historique du Royaume de France (1766); Les Travaux de Mars ou Nouveau Jeu de la Guerre (1767); Le Jeu de Fortifications (1751); Le Nouveau Jeu de la Marine (1768); Le Jeu du Blason (1718); Le Divertissement Royal sur les Vertus Héroiques de Louis XIII (1686); Le Divertissement studieux à l'usage des Religieuses Ursulines (1750); Le Divertissement des Religieuses (1750); L'ecole de la Vérité pour le Nouveaux Convertis (1750); Le Jeu des Aveugles présénté aux mondains aveuglés lar leurs péchés (1695); Le Nouveau Jeu des Vertus récompensées et des Vices punis ou le Triomphe de la Vertu ( 1763);Le Jeu des Ecoliers (1730); Jeu de la Conversation (1767); Nouveau Jeu de l'Hymen (1725); Le Jeu des Bons Enfans vivant sans soucy ni sans chagrin (1750); Voyage de l'isle de Cythère (1780); L'Escole des Plaideurs (1685); Le Jeu Royal de l'Oye (1780).
| 26-11-2021 | ASTA di Giochi dell’Oca Il giorno 15 Dicembre alle ore 11.30 presso le ASTE BOETTO di Genova (www.asteboetto.it ) verrà messa in vendita una collezione privata di Giochi dell’Oca composta da circa 100 esemplari di varie epoche dal sec. XVII al secolo XX. Sul sito dell’Antiquariato Boetto sarà presto disponibile il catalogo dei lotti posti all’asta. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 010/2541314. (Aste di Antiquariato Boetto - Mura dello Zerbino 10R Genova.)
| 02-07-2021 | IL GIARDINO DELL'OCA Ancora una nuova pubblicazione di Adrian Seville: "The Garden of the Goose", apparso sulla rivista Garden History (49:1, July 2021, pp. 33-52). Il Professore analizza in maniera precisa e con riferimenti storici e filosofici il giardino dell'Oca, che in tutti i giochi dell'Oca rappresenta il traguardo per i giocatori e per molti studiosi la casella 64.
| 15-06-2021 | LA MOSTRA Parte finalmente la Mostra virtuale, la nostra prima esperienza. Ci sono dei dettagli da rivedere comunque speriamo che sia di vostro gradimento. Non si tratta di una biografia napoleonica ma semplicemente della presentazione del nuovo gioco ristampato in occasione del Bicentenario della morte dell’Imperatore, il 5 Maggio 2021. Abbiamo pensato di valorizzare le immagini, quelle dei personaggi vicini al Grand-Homme e delle battaglie con l’aggiunta di frasi celebri pronunciate da Napoleone, ma soprattutto sono stati inseriti i materiali, le stampe, utilizzate per la realizzazione del gioco che rispetta le regole classiche del Gioco dell’Oca. Qualcuno potrebbe chiedersi perché proprio Napoleone e la risposta è molto semplice: si tratta dell’uomo più famoso del mondo secondo solo a Gesù; di un personaggio che ha fatto spesso la sua comparsa nei giochi essendone in alcuni casi il principale protagonista; giocava al gioco dell’Oca e soprattutto era un grande comunicatore e ai nostri giorni sarebbe a buon diritto il re dei social! Si tratta anche di un uomo che senza mezzi termini ha spaccato in maniera netta la società in due parti, una di coloro che lo odiavano e l’altra di coloro che lo osannavano e lui essendone consapevole pronunciò la famosa frase “Chi mi ama mi segua!” divenuta in tempi più recenti lo slogan di una famosa marca di Jeans. La mostra dal titolo: “Casella 58: la Morte dell’Imperatore” può essere visitata cliccando nel menù della Home page sulla sezione “Mostre”.
| 27-05-2021 | ReGiS, la rete dei giardini storici Un interessante iniziativa è stata intrapresa a Cinisello Balsamo L’idea nata durante il lockdown, era quella, non potendoci andare “in presenza”, di “portare” i giardini a casa. Ne è derivata una re-interpretazione in chiave mirata e personalizzata del Gioco dell’Oca, con un racconto che mettesse in evidenza alcuni elementi salienti della straordinaria Rete dei Giardini Storici appartenente a ReGiS (ad ogni giardino sono dedicate tre caselle: la prima raffigura la villa di riferimento, le altre due alcuni elementi caratterizzanti quello specifico sito). Il Gioco dell’Oca identifica un percorso ideale e ReGiS ha immaginato di utilizzarne il senso per raccontare, informa sintetica e divertente, il reale patrimonio storico rappresentato dai giardini storici dei siti aderenti alla rete. L’ideazione e il progetto sono di Matteo Mai e Federico Meroni, il design grafico di Federico Meroni con la collaborazione di Qiao Zixuan. Le fotografie provengono dall’archivio ReGiS - Rete dei Giardini Storici. Per ReGiS hanno collaborato la Dott.ssa Laura Sabrina Plissetti (Presidente e Responsabile tecnico-scientifico ReGiS), e Marika Benazzo (Segreteria ReGiS). (ReGIS)
| 05-05-2021 | 5 Maggio 2021
In occasione delle celebrazioni del “Maggio Napoleonico” nell’Isola d’Elba, abbiamo ritenuto opportuno partecipare con due iniziative. La prima è stata la ristampa reimpostata di un gioco realizzato nel 2007, in maniera da ricordare l’evento più importante, cioè il Bicentenario della Morte dell’Imperatore Napoleone Bonaparte, confinato nell’Isola di Sant’Elena dopo una breve permanenza nell’Isola d’Elba e la successiva disfatta di Waterloo. La seconda iniziativa è la realizzazione, visto il momento, di una Mostra virtuale che illustra il gioco casella per casella presentando oltre alle stampe originali anche quadri che rappresentano personaggi ed eventi che hanno fatto parte della vita e della carriera sia politica che militare del grande Còrso. Il gioco è stato già presentato ufficialmente, per la mostra bisogna ancora pazientare, ma presto sarà online.
| 15-03-2021 | LA REGOLA E IL CASO di Nilo Australi e Roberto Capozucca. Nell’ambito del "Corso di Cultura e grafica del design" (Docente, Silvia Maria Sfligiotti ) per il conseguimento del Diploma Accademico di II livello in Comunicazione e Design per l’editoria presso l’ISIA di Urbino (Anno Accademico 2019/20) Nilo Australi e Roberto Capozucca hanno realizzato un lavoro di ricerca dal titolo "La regola e il caso. Storia visuale del Gioco dell’Oca". Di seguito il nostro contributo e il lavoro pubblicato nel mese di Febbraio.
IL GIOCO DELL'OCA Quando si parla del "Gioco dell'Oca" il primo pensiero va all'infanzia, ai bambini, ad un gioco da fare in casa magari la sera durante le vacanze natalizie. In realtà ad un accurato esame della spirale e delle sue caselle parlanti, positive e negative, ci si rende ben conto della complessità e della valenza simbolica di questo gioco che non può essere considerato semplice e banale dal momento che Francesco dei Medici ne regalò un esemplare (1580) al re Filippo di Spagna e lo scienziato Ulisse Aldrovandi ne descrisse le regole (1585) nel suo manoscritto "De Ludis tum publicis tum privatis methodus". Le 63 caselle rappresentano verosimilmente i 9 settenati della nostra vita e, unico gioco, chi arriva alla casella 58, la morte, ricomincia da capo come una sorta di iniziazione che prelude l'inizio di un nuovo percorso, di una nuova vita. Nasce in Toscana dove il gioco era molto diffuso, come scrive un ambasciatore spagnolo, un nano di Corte, Gonzalo de Liaño al Granduca Francesco dei Medici, il 25 agosto 1585. Si lamentava Gonzalo di aver perso quaranta scudi a "es juego que se juega en la Toscana, que plegue a Dios", un gioco portato da Luigi Dovara, capitano e agente mediceo inviato dai Medici alla Corte di Spagna. In terra di Toscana Marsilio Ficino riceve in dono da Cosimo de' Medici un codice platonico e una villa a Careggi, che diverrà nel 1462 sede della nuova Accademia Platonica, fondata dallo stesso Ficino per volere di Cosimo, con il compito di studiare le opere di Platone e dei platonici, al fine di promuoverne la diffusione. Forse la dizione presente esclusivamente nei giochi francesi "Renouveleé des Grecs" fa riferimento a questo importante lavoro di traduzione di testi greci che si diffusero in tutta Europa e il Duca Francesco dei Medici grande cultore di filosofia, numerologia, esoterismo, simbologia e cabala volle condividere con la Corte spagnola questo gioco forse tramandato dal passato. Questa ipotesi di un'origine neoplatonica era sostenuta da Pierre Dietsch collezionista storico di giochi dell'oca: la sua collezione offerta al Comune di Siena venne rifiutata e alla sua morte gli oltre 2500 giochi andarono a far parte del Museo di Rambouillet. Già nel 1480 però un frate domenicano, Gabriele da Barletta faceva riferimento al gioco nei suoi Sermoni e ancor prima nel 1463 Borso d'Este lo proibiva, inserendolo fra i giochi d'azzardo. La conoscenza del Prof. Adrian Seville, "The Goose Man" come è chiamato a livello internazionale, ha permesso di realizzare un sito dedicato all'argomento, la sua diffusione e quindi di ricevere informazioni e collaborazione da tutte le parti del mondo e da vari esperti visto che il soggetto si presta ad interpretazioni multidisciplinari, tant'è che nel giro di oltre 10 anni sono state fatte delle scoperte eccezionali. Per molti anni il gioco più antico è stato considerato il Coriolani, datato indirettamente 1640, ma oggi sappiamo che nella collezione conservata al British sono presenti esemplari datati della fine del '500. Un gioco realizzato da Gaspar ab Avibus , scoperto recentemente e facente parte di una collezione privata è molto probabilmente il più antico che si conosca: al centro una scena di “Caccia allo Struzzo” su disegno di Stradano che lo realizzò ispirandosi agli arazzi della Villa Medicea a Poggio a Caiano. Da un labirinto con sole caselle parlanti si è passati nel tempo al riempimento di tutte le caselle, all'inserimento di argomenti vari come storia, geografia, religione, araldica, letteratura, marina etc... ed il gioco ha assunto un ruolo pedagogico per educare (intellego ludendo) fino ad arrivare ai nostri giorni in cui è sempre più frequente osservare il suo utilizzo per scopi pubblicitari. Sono sempre più frequenti le richieste di collaborazione da parte di studenti, ricercatori, collezionisti e l'augurio è che si possa scoprire ancora qualcosa di nuovo su questo gioco, che ci permetta di arrivare alle sue origini, alla sua nascita e soprattutto che ci permetta di comprenderne il suo vero significato simbolico intrinseco. (Luigi Ciompi)
IL GIOCO DELL'OCA, IERI, OGGI, DOMANI Studiare il gioco dell’oca e, più in generale, tipologie affini di giochi di percorso, significa confrontarsi con la storia e la cultura del mondo occidentale attraverso la lettura di piccoli microcosmi derivati da prototipi ancora sconosciuti che, come dimostrano i più antichi esemplari conservati, nascondono significati ancestrali. Questo mio interesse nato nell’ambito della stesura della tesi di laurea magistrale in Storia dell’Arte si è presto intrecciato con quello del dottor Luigi Ciompi, collezionista ed esperto sul tema, autore di un database online che ad oggi raccoglie 2716 giochi provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. L’approfondimento di questa realtà ha comportato lo sviluppo di una sempre maggior consapevolezza del fatto che l’analisi di immagini così complesse richiede uno sguardo aperto e non settoriale che non può prescindere da uno studio trasversale in ambito storico, antropologico, geografico. Forse è proprio questo aspetto unito al più generale disinteresse in Italia per la dimensione ludica, salvo rare eccezioni, che ha decretato una certa sfortuna per questo tipo di gioco che per la sua natura materiale si presenta come riproducibile e “aleatorio”, non sempre legato a contesti elevati, quanto piuttosto alla dimensione popolare - poi borghese - dunque relegato ad una curiosità più prosaica per i costumi e la vita quotidiana. Ancora un altro aspetto può esser considerato per spiegare questo insuccesso accademico, ossia l’estrema “semplicità” del suo regolamento: il giocatore non è chiamato ad alcuno sforzo strategico, ma è sottoposto all’aleatorietà della fortuna che ne guida la sorte attraverso il lancio dei dadi. A differenza di quanto succede all’estero, fattori come questi sembrano costituire le cause di un diffuso disinteresse sul piano scientifico cui fa però riscontro un discreto successo nel contesto amatoriale, pur se di nicchia. Guardando al panorama italiano degli studi sembra comunque farsi strada negli ultimi anni una certa curiosità scientifica nei confronti di questa tipologia di giochi. Da una parte, grazie al prezioso contributo di istituzioni come la Fondazione Benetton di Treviso, l’interesse per il gioco in tutte le sue declinazioni, compresi i giochi da tavolo, si sta trasformando in vero e proprio oggetto di ricerca soprattutto sul fronte culturale, antropologico e sociale. Dall’altra la “riscoperta” di particolari fondi d’archivio e collezioni museali e un sempre maggiore interesse per la storia dell’immagine in senso ampio e della sua riproducibilità, e non più solo dei grandi capolavori dell’arte, ha risvegliato la curiosità per il mondo dell’incisione e della stampa di cui i giochi, insieme alle rappresentazioni religiose, costituiscono una delle prime testimonianze. Basti pensare alle recenti esposizioni curate dalla Biblioteca Classense di Ravenna e dall’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma che hanno messo in luce anche il valore grafico e artistico di questi oggetti. A tali iniziative aggiungiamo il recentissimo progetto dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale che, proprio durante il periodo di lockdown primaverile, dovuto all’emergenza Covid-19, ha diffuso attraverso i social parte del suo patrimonio che comprende al suo interno anche un interessante nucleo di giochi a stampa tra cui preziosi giochi dell’oca, ricongiungendo così forse l’interesse legato alla natura e al valore del gioco di percorso a quello per il suo supporto e la sua veste grafica che ne costituiscono una componente indispensabile. D’altronde, soprattutto la storia recente ha dimostrato come il gioco dell’oca sia sempre attuale e al passo coi tempi. La sua struttura dall’andamento a spirale e scandita in “tappe”, le caselle, ne facilita un utilizzo a fine narrativo tanto che già a non molta distanza dal presunto periodo della sua invenzione, ossia la seconda metà del Cinquecento, soprattutto in area francese i giochi di percorso si trasformano da giochi di azzardo in passatempi didattici a tema, sostituendo alle antiche simbologie sottese nuovi linguaggi dal sapore sempre più enciclopedico e didascalico. Le tavole si trasformano perciò in piccoli atlanti, mappe del cielo, repertori araldici e così via fino a diventare nel secolo scorso manifesti pubblicitari spesso destinati a esser ritagliati da riviste e giornali. Al giorno d’oggi, è forse proprio questo l’aspetto che sembra mantenere vivo il successo del gioco. Lo dimostrano alcune nuove edizioni che ereditano quella missione didattica ormai secolare. I tabelloni diventano pertanto “luoghi” in cui raccontare storie, insegnare lingue o comportamenti adeguati, sviscerare contenuti tra i più disparati. Si pensi alla recentissima edizione realizzata dalla casa editrice Sei per la celebrazione del centenario dantesco o a giochi volti a leggere la realtà contemporanea come quello realizzato durante la pandemia da alcune studentesse di psicologia dell’università romana Lumsa o quello semplicemente illustrativo del Corriere della Sera che, sfruttando la struttura lineare del gioco, descrive le diverse restrizioni da rispettare durante il periodo natalizio. Scorrere velocemente le pagine social permette inoltre di comprendere come anche nell’ambito casalingo, soprattutto nel periodo del lockdown, questo passatempo si sia prestato all’intrattenimento dei bambini sia nella fase di progettazione e realizzazione di diversi giochi di percorso fai da te sia poi nel loro utilizzo finalizzato il più delle volte a imparare nuove parole o stimolare la mobilità in una fase di diffusa e poco salutare sedentarietà. Quest’ultimo aspetto risulta molto interessante in quanto il gioco dell’oca ben si presta a diventare rappresentazione della vita umana e per questo a esser realizzato in grande formato proprio di dimensione umana dove il giocatore, piccolo o grande che sia, sostituisce la pedina. Non si tratta soltanto dei grandi giochi di piazza ormai storici come quello di Mirano, ma anche di riproduzioni di giochi originali permanenti realizzati in aree urbane e destinati a valorizzare l’ambiente ricucendo il rapporto tra l’uomo e il suo spazio attraverso lo svolgimento dell’attività ludica: segnaliamo ad esempio quelli progettati dall’associazione lodigiana Animum Ludendo Coles la cui finalità è proprio quella di realizzare giochi con funzione di collante sociale. Risulta evidente quindi come questo gioco per i suoi significati, la sua struttura, i suoi contenuti non solo si presti a educare, esplorare se stessi e il mondo circostante, raccontare il passato o semplicemente divertire, ma costituisca anche una fonte di ispirazione per la realizzazione di giochi nuovi dalle infinite varianti che diventino strumento utile anche per leggere, interpretare e farsi domande sul nostro presente: il gioco dell’oca si arricchisce costantemente per la sua “malleabilità” di un numero sempre maggiore di significati, stimolando, perché no, anche la creatività. (Patrizia Giamminuti)
Nilo Australi e Roberto Capozucca:"La regola e il caso".
| 20-11-2020 | BoardGameItalia Blog dedicato ai giochi da tavolo
Il gioco dell’Oca – Storia e Curiosità Pubblicato il Novembre 20, 2020
Pur se spesso associato alla dimensione infantile, da qualche anno il Gioco dell’Oca ha risvegliato un certo interesse soprattutto in ambito collezionistico, suscitando di conseguenza curiosità in studiosi e amatori, soprattutto all’estero. È a questo scopo che nasce il sito www.giochidelloca.it, un ricchissimo database che raccoglie riproduzioni di tavole di giochi di percorso di tutte le epoche e provenienze corredate ciascuna da una scheda che ne ripercorre la storia e ne ricostruisce i riferimenti bibliografici. Costituita dal nucleo centrale della collezione del dottor Luigi Ciompi e del professor Adrian Seville, la raccolta è arricchita da riproduzioni di giochi conservati presso grandi musei pubblici e collezioni private. Lo scopo di questo lavoro, infatti, non è solo quello di dar visibilità a un gioco troppo spesso ignorato, ma anche creare intorno a questo luogo virtuale una community che collabori ad ampliare la raccolta e a diffondere questo interesse. Ma perché tanta curiosità per un gioco così “semplice”? In realtà il Gioco dell’Oca, benché non preveda alcuna strategia, rappresenta nella sua struttura e nei suoi ancestrali simboli che la corredano la vita dell’uomo e affonda le sue origini in epoche lontane. Siamo certi infatti, grazie ai documenti, che un esemplare di questo passatempo fu donato alla fine del XVI secolo dal Granduca di Toscana Francesco I al sovrano Filippo II di Spagna, ma non mancano riferimenti ad un gioco dal nome molto simile nei bandi di proibizione dei giochi di azzardo datati al secolo precedente. Pur se rientrava nel grande insieme dei giochi aleatori e di scommessa e fosse per questo spesso vietato assieme tra gli altri al Gioco della Civetta o il Biribisse, non stupisce che questo passatempo in particolare interessasse un sovrano come Francesco I, amante dell’alchimia e delle arti occulte. Che si tratti di un esempio dal formato verticale (all’italiana) o orizzontale (alla francese), il Gioco dell’Oca tradizionale segue un andamento antiorario a spirale, il cui percorso è costituito da caselle che conducono al centro, il giardino dell’oca, dove viene inserito il regolamento del gioco o un’immagine che omaggi l’animale stesso o il tema del tabellone. Il percorso, proprio come la vita umana, è intervallato da premi che permettono di saltare avanti o da ostacoli che prevedono una serie di prove tra cui il ricominciare da capo, tradizionalmente rappresentato dal teschio alla casella 58, la morte. Anche le cifre scelte infatti non sono casuali. Il 63, numero totale delle caselle del percorso nei giochi tradizionali, rappresenta, per esempio, secondo la cabala antica la vita dell’uomo che è costituita da 7 periodi di 9 anni ciascuno. Il Gioco dell’Oca, guidato dal lancio fortunato o sfortunato dei dadi nasconde perciò il cammino dell’uomo, non sempre lineare, un vero e proprio percorso iniziatico, per alcuni più breve per altri più lungo. Bisogna riconoscere però che già a partire dal XVII secolo, i Giochi dell’Oca si trasformano da giochi di azzardo a strumenti didattici caratterizzati da diverse varianti… forse proprio questo aspetto ha fatto sì che il gioco giungesse fino a noi a differenza degli altri. Infatti, il suo andamento graficamente lineare e dunque narrativo permetteva e permette tutt’ora di raccontare e trasmettere contenuti tra i più diversi: dai costumi dei popoli alle aree geografiche, dalle importanti battaglie alle favole, dagli abiti alla moda alle acconciature più in voga, e via dicendo. E proprio con questa funzione il gioco è giunto fino a noi trasformandosi per la sua versatilità in versioni diversissime, potenzialmente infinite, spesso dall’esplicito carattere pedagogico, ma – perché no? – anche pubblicitario o addirittura comunitario. Non mancano infatti festival e fiere, soprattutto in Italia, che tra le loro iniziative promuovono grandi giochi di piazza o ancora associazioni che producono in scala naturale grandi Giochi dell’Oca permanenti che si inseriscono all’interno di paesaggi urbani al fine di valorizzarli. Il Gioco dell’Oca diventa allora un’occasione creativa e di evasione per grandi e piccoli. Molti interrogativi restano comunque aperti! Perché dedicare questo gioco proprio all’oca? Quando e dove è stato inventato? Qual è il primo esemplare della storia? Ad alcune di queste domande si è cercato di dare risposta, per molte resta ancora il mistero! Per soddisfare le vostre curiosità e aiutarci in questa missione visitate il nostro sito e seguiteci sul nostro canale Instagram! E voi, che Gioco dell’Oca siete? (Patrizia Giamminuti)
Sito Web: www.giochidelloca.it Instagram @giochidelloca
| 14-08-2020 | Printed Board Games as a Record of History – both Real and Imagined 26 Aug 2020 Prof Adrian Seville’s academic career began in Physics and he has for many years collected printed board games. Since retirement he has become the world’s leading authority on the Game of the Goose – a simple dice game known throughout Europe for over 400 years. Many of these games give great insight into the social history of the time. He has exhibited his collection in New York and his latest book on the subject was recently published by the University of Amsterdam Press. The talk starts at 8.00pm. If you wish to participate in the meeting please email to info@amershamsociety.org requesting the invitation.
| 12-12-2019 | UN GRADITO REGALO IN OCCASIONE DEL NATALE 2019: UN GIOCO DELL'OCA DEL 1748 RITROVATO NELL'ARCHIVIO DI STATO DI CHIETI Una stampa del gioco dell'oca risalente al 1748 è stata rinvenuta presso l'Archivio di Stato di Chieti. Il rinvenimento del "Piacevole Gioco dell'Oca", come scritto in un angolo del foglio, è una scoperta affascinante ancor di più perché utilizzata come foglio di riciclo all'interno della copertina di un protocollo notarile."Si tratta di un modello che si rifà al primo gioco dell'oca rinvenuto in Italia e appartenente ai Medici- racconta l'archivista Maria Romana Caforio autrice del rinvenimento -Le origini sono cinesi, in Italia le prime notizie che ci parlano del gioco risalgono al '500: alla Corte dei Medici. E' un'edizione del gioco donato nel '500 da Francesco I dei Medici a Filippo di Spagna". Il gioco ritrovato a Chieti ripropone tutte le regole di derivazione fiorentina: nelle caselle multiplo del 9 si ha un'oca e ci sono caselle che determinano passi in avanti o indietro come il labirinto, lo scheletro e l'osteria. Al centro figura l'immagine di tre giocatori con abiti medioevali e tre copricapo diversi l'uno dall'altro. (Ansa - Abruzzo)
BUON NATALE A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!
| 09-12-2019 | MOSTRA Oche, civette e dadi. La collezione dei giochi della Biblioteca Classense
Biblioteca Classense / Corridoio Grande dal 21 dicembre 2019 al 2 febbraio 2020 Dal martedì al sabato dalle 9 alle 19; domenica e lunedì dalle 14 alle 19 Chiuso i festivi (25, 26 e 31 dicembre, 1 e 6 gennaio), 24 e 31 dicembre chiusura alle 14 ingresso libero
Apre venerdì 20 dicembre alle 17.30 la mostra Oche, civette e dadi. La Collezione dei giochi da tavolo della Biblioteca Classense (20 dicembre 2019 – 2 febbraio 2020). L’esposizione presenta al pubblico una scelta di pezzi dalla Collezione dei Giochi classensi e, allo stesso tempo, offre uno spunto di riflessione sui cambiamenti intercorsi in tre secoli di storia del gioco da tavolo: nel suggestivo Corridoio Grande della Biblioteca sarà possibile ammirare alcuni degli oltre trecento esemplari di gioco conservati in Classense e i volumi e i materiali che possono essere messi in relazione con questa tipologia di documenti, per un totale di circa una sessantina di documenti. Come i libri, anche i giochi sono parte fondante della cultura e della civiltà dell’uomo e riconosciuti giustamente come formativi, e non solo durante l’infanzia: per questo non è singolare che una biblioteca come la Classense, prestigioso contenitore di un patrimonio eccellente di volumi, sia anche un’istituzione preposta alla conservazione dei giochi. L’allestimento si compone soprattutto di giochi di percorso sul genere del Gioco dell’Oca ma è ricca la presenza di giochi di dadi e ad estrazione. La maggioranza di essi è stampata in Italia ma si potranno vedere preziosi esemplari olandesi, fiamminghi, spagnoli, tedeschi e francesi dal Seicento ai giorni nostri, con pezzi a tema letterario, pubblicitari, di viaggio, legati alle raffigurazioni carnevalesche o di animali. Saranno esposti anche alcuni pregevoli giochi incisi alla fine del Seicento dall’artista bolognese Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), pittore e incisore formatosi a bottega presso i principali pittori del suo tempo (Guercino, Albani, Cantarini e Torri) e autore di una fiorente produzione di immagini di tema popolare e di giochi da tavola dal gusto sovente satireggiante. Tra questi – ed è la prima sorpresa offerta al pubblico – il Gioco della Cucagna che mai si perde, e sempre si guadagna (1691). Il prezioso manufatto è stato acquisito sul mercato antiquario e donato alla biblioteca grazie alla munificenza dell’Associazione Amici della Biblioteca Classense, e va ad integrare il corpus mitelliano della Biblioteca. Si tratta di un’acquaforte di mm 310 x 441 stampata a Bologna che presenta una serie di 20 caselle che consentono ai giocatori di vincere la posta in denaro segnata in ogni casella. All’interno di esse, venti personaggi rappresentativi di altrettante città italiane propongono ciascuno un prodotto alimentare tipico del loro luogo d’origine, con un’ambientazione complessiva nell’utopico e carnevalesco Paese di Cuccagna, dove regnava un’eterna abbondanza. Mitelli compone così un percorso enogastronomico che si snoda tra il torrone di Cremona, la provatura di Roma (un particolare formaggio di bufala), i cantucci di Pisa e la casella “regina”, quella che assegnava tutta la posta: le gustose mortadelle di Bologna. Tra le città, quasi tutte del centro-nord Italia, si trova anche Ravenna, identificata con i suoi “pignoli”, anticamente molto importanti per la città insieme all’economia legata allo sfruttamento delle pinete; una felice circostanza, questa, insieme al fatto notevole che la città bizantina sia l’unica della Romagna ad esser rappresentata nella Cucagna. Ciò conferisce al raro gioco, qui esposto per la prima volta, uno particolare segno identitario all’interno delle collezioni classensi. Uno dei fogli più antichi in mostra è un Gioco dell’oca tedesco datato agli anni Ottanta del Seicento, mentre tra i più recenti si annovera un’opera creata da Jacovitti negli anni Ottanta del Novecento: con pezzi che si collocano in un arco temporale di ben trecento anni, grazie a questa esposizione il visitatore potrà divertirsi a scoprire affinità e differenze tra la sensibilità odierna e quella di chi visse (e giocò) nel cosiddetto “Secolo di Ferro”. In realtà il piacere di divertirsi con questi giochi antichi verrà offerto nuovamente al pubblico grazie ad una particolare iniziativa – ed è la seconda sorpresa della mostra: la Classense, infatti, produrrà per l’occasione un gioco in edizione speciale di soli 100 esemplari che verrà presentato e posto in vendita durante la mostra. Anzi, il piacere sarà doppio: la plancia, infatti, riprodurrà in un verso l’antico Gioco della Cucagna del 1691 e nell’altro Il gioco del si può, realizzato dal funambolico Jacovitti nel 1980 e quantomai attuale perché promuoveva la riduzione dei consumi elettrici: insomma, un tuffo nell’antico e insieme una lezione valida anche oggi, appresa con un po’ di sano divertimento. Oltre al gioco – un’edizione limitata in vendita a € 15 – sarà disponibile un catalogo di 64 pagine al prezzo speciale di € 5. Si tratta di un volumetto parte di una collana editoriale già ben avviata che si propone di mettere a disposizione del pubblico uno strumento agile ed economico, realizzato con la competenza dei bibliotecari classensi e con linguaggio divulgativo ma autorevole. All’inaugurazione oltre a Daniela Poggiali, curatrice della mostra e dei fondi d’arte e di grafica della biblioteca, saranno presenti Anna Di Vita, giovane studiosa e autrice di uno dei testi in catalogo, un rappresentante dell’Amministrazione comunale di Ravenna, la Presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense, Patrizia Ravagli, e il Direttore, Maurizio Tarantino.
Catalogo di 64 pagine, €5 Gioco di Cucagna (1691) e Il gioco del si può (Jacovitti, 1980), riuniti in edizione speciale di 100 pezzi a € 12. (BIBLIOTECA CLASSENSE (Ravenna))
| 04-11-2019 | Ancora una nuova pubblicazione di Adrian Seville edita da Edizioni White Star: "L'arte dei giochi da tavolo. Oltre un secolo di storia e divertimento dalla fine del Settecento all'inizio del Novecento" Nel diciannovesimo secolo, i giochi da tavolo divennero una vera e propria forma d'arte, finemente istoriati e dipinti di colori sgargianti. Ne esistevano a centinaia, su qualsiasi argomento - da quelli scientifici e culturali a quelli satirici o legati alle mode del momento - e di qualsiasi tipologia: giochi "di strategia", di puro divertissement, giochi d'azzardo destinati agli adulti o più innocenti dedicati ai bambini. Questo volume raccoglie una ricca selezione di questi giochi, riproducendone i tabelloni e spiegandone le regole e il significato: perché comprendere i passatempi di un'epoca è un modo per comprendere la storia stessa. (*)
PS: vedi recensione di Thierry Depaulis in "Le Vieux Papier n°435.
| 20-08-2019 | Una nuova pubblicazione del prof. Adrian Seville che sicuramente renderà felici tutti i collezionisti:
"The Cultural Legacy of the Royal Game of the Goose 400 years of Printed Board Games"
The Game of the Goose is one of the oldest printed board games, dating back 400 years. It has spawned thousands of derivatives: simple race games, played with dice, on themes that mirror much of human activity. Its legacy can be traced in games of education, advertising and polemic, as well as in those of amusement and gambling - and games on new themes are still being developed. This book, by the leading international collector of the genre, is devoted to showing why the Game of the Goose is special and why it can lay claim to being the most influential of any printed game in the cultural history of Europe. Detailed study of the games reveals their historical provenance and - reversing the process - gives unusual insights into the cultures which produced them. They therefore provide rich sources for the cultural historian. This book is beautifully illustrated with more than 90 illustrations, many in color, which are integrated throughout the text. (Amsterdam University Press)
Lebens Naomi: ("Going beyond the Goose")
| 31-01-2019 | New to the Game Clue, Monopoly, Mousetrap, Sorry!. Whatever you played as a kid, board games feel intrinsic to childhood. But a new exhibition at the Yale Center for British Art reminds us this wasn’t always the case.Instruction & Delight: Children’s Games from the Ellen and Arthur Liman Collection, curated by Elisabeth Fairman with Laura Callery, offers up a small but fascinating display of 18th- and 19th-century British board games. Collected by Arthur Liman, a 1957 Yale Law School graduate and namesake of the Arthur Liman Center for Public Interest Law, and his wife, Ellen, a painter, the games were among the first of their kind in Britain. These amusements were created as “parents and teachers [began] to embrace wholeheartedly a suggestion from the philosopher John Locke (1632-1704) that ‘Learning might be made a Play and Recreation to Children,’” according to the exhibition’s introductory panel.The game boards—hand-colored paper engravings and lithographs mounted on linen—are lively and enticing, drawing the viewer in to examine their intricate details. The linen backings gave the playing surfaces durability as they were folded into packaging such as cloth slipcovers or book covers, which are also on display. Learning as play is a common theme among them. In Why, What, and Because; or, the Road to the Temple of Knowledge, players must answer questions about the science of the natural world—covering topics such as “Thunder” and “Dew”— in order to advance. Crowned Heads, or, Contemporary Sovereigns: An Instructive Game focuses on history, including identifying “the reigning monarchs” (Queen Victoria is enthroned at the top of the board) as well as historic events of several countries. The New Game of the Multiplication Table is straightforward in its educational aim; you won’t advance far if you haven’t mastered that most dreaded memorization requirement of childhood. Other games are less overtly curricular, many of them following a travel theme, such as Wallis’s Tour of Europe, A New Geographical Pastime, which takes players on a virtual European tour, and The British Tourist: A New Game, a journey through “castles, country houses and other tourist sites” that ends at “His Majesty’s Cottage, Windsor.” Whether or not a journey is part of the narrative, many of the games are laid out using a journey motif with a race to the finish, the kind familiar to us today in children’s games like Candy Land or Chutes and Ladders. In one common design, the path spirals into a large, winning space in the center of the board: The Magic Ring, The Circle of Knowledge, The Mansion of Bliss. Along the way, players meet with obstacles and rewards. In Fortunio & His Seven Gifted Servants, created in 1846 and based on a popular play of the time, players land on spaces with instructions such as: “Take 3 for blowing away the emperor’s army” (meant literally, if an illustration is to be believed), “Take 2, to keep up your courage,” “Pay 2 for vain pride” and “Pay 2 for a good drink.” The oldest game on display, The Royal Pastime of Cupid, or, Entertaining Game of the Snake, from 1794, sends players on a journey along the body of a snake toward Cupid’s Garden in the center, involving convoluted rules like, “He that throws upon 5 where the Bridge is, must pay passage, that is, lay down as much as he staked at the first, and so he must goe forward to rest on the Chair at 12, till all the rest have played once about.” The Royal Pastime of Cupid makes specific note of “having a pair of Dice” and deciding “what to play for, which is to be lay’d down,” suggesting play for money. Most of the games, however, call for the use of teetotums: toplike devices which, when spun, land with one numbered side facing up. Teetotums were “commonly used in early board games instead of dice to avoid the association with gambling, an activity considered inappropriate for children,” an object label explains. Though we give children dice without a second thought today, in some ways these old games seem quite contemporary. I couldn’t help seeing the modern version of Milton Bradley’s The Game of Life in 1840’s The Paths of Life, in which, if things go well, players end up at “Happy Old Age Hall,” situated on an inlet of Peaceful Ocean. Beware: The inlet isn’t far overland from Sinking Sands and Bottomless Pit, where less fortunate players will end the game. Like the games of our own childhoods, with their stepped-on boxes and banged-up corners and pieces gone missing down the hot air register, the games of this era, Arthur Liman wrote, are “rare because they often perished at the hands of children.” But the Limans’ game boards are pristine, beautiful objects. Of particular note is the fact that their instructions are intact, which helps curators “reconstruct the experiences of the original owners,” writes A. Robin Hoffman, a scholar of children’s literature and 19th-century British print culture, who calls the Liman Collection “an historical document in its own right.” Donated to Yale mainly in the summer of 2018, the collection numbers 50 games in total, half of which are on display in Instruction & Delight. More can be seen in a beautifully illustrated companion book, Georgian and Victorian Board Games: The Liman Collection (Pointed Leaf Press, 2017). In that book’s preface, Ellen Liman remembers fondly the real-life journey of hunting down these rare finds in antique stores, yard sales, auctions, flea markets and fairs—a serious hobby that, at the same time, was “a form of a second childhood.” Adding another charming layer of intrigue to the collection, she writes, “We were always the earliest in the morning to arrive, often in the dark, with flashlights in hand, to beat out any competition.” Though it might have been tempting, the Limans never played the games themselves. They were rare and “beautiful little works of art,” Ellen says, adding, “We were busy, avid collectors and we didn’t really have a lot of time to sit down and play them.” But game enthusiasts have their own opportunity try out some of these gems. Five are reproduced nearly full-scale in Georgian and Victorian Board Games. The original instructions are included and, like the players of yore, you can supply your own markers—Liman suggests peanuts or coins—and dice or, if you have one, a teetotum. Just watch out for Smugglers’ Lane and Ruination Row. Instruction & Delight: Children’s Games from the Ellen and Arthur Liman Collection Yale Center for British Art – 1080 Chapel St, New Haven Tues-Sat 10am-5pm, Sun noon-5pm through May 23, 2019 (877) 274-8278 www.britishart.yale.edu/…
Written by Kathy Leonard Czepiel. Images, cropped to fit, provided courtesy of the Yale Center for British Art.
| 29-11-2017 | A Treviso consegnato il Premio Gaetano Cozzi per i saggi inediti di storia del gioco. La premiazione ha visto in prima linea Luciano Benetton che ha dato il riconoscimento ai giovani studiosi Patrizia Giamminuti e Andreas Hermann Fischer. TREVISO Si è svolta il 29 novembre, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio Gaetano Cozzi per saggi di storia del gioco, assegnato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche nell’ambito delle ricerche promosse sulla storia del gioco, la festa, lo sport e, in generale, la ludicità, dall’antichità fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Luciano Benetton, presidente della Fondazione, ha consegnato i premi di 3.000 euro ciascuno ai due giovani studiosi Patrizia Giamminuti e Andreas Hermann Fischer, i cui saggi inediti, dedicati rispettivamente a "Il Gioco dell’Oca: una proposta iconografica" e "A Remedy for the Weary Mind. Intellectuals and Play in the Middle Ages [Un rimedio per spiriti stanchi. Intellettuali e gioco nel Medioevo]", sono stati giudicati meritevoli del Premio Gaetano Cozzi dalla Commissione giudicatrice tra i 43 che hanno concorso per il conferimento. Il contributo di Patrizia Giamminuti intende far luce su un gioco, quello dell’oca, attualmente confinato, per lo più, al mondo infantile e popolare. La Commissione giudicatrice ha ritenuto il lavoro meritevole di ricevere il Premio per essere riuscita l’autrice, con particolare perizia, a condurre una ricerca su piani diversi (tra storia dell’arte e della stampa, letteraria e culturale, materiale e del collezionismo); per i risultati raggiunti soprattutto nel chiarire il difficile "capitolo" delle origini del gioco dell’oca (quanto a periodo e ambiente), le sue simbologie e i suoi significati. (Premio Gaetano Cozzi-Motivazione della Commissione ) Ulteriori informazioni nell'ultimo numero della Rivista "Ludica N°23".
| 01-11-2017 | ELLEN LIMAN "Georgian and Victorian Board Games: The Liman Collection" November 2017,ISBN: 978-1-938461-43-9 182 Pages/Over 150 Illustrations By Pointed Leaf Press
As the turn from the 18th to the 19th century approached in Great Britain, more and more parents and teachers embraced a suggestion from the philosopher John Locke that “learning might be made a play and recreation to children.” Georgian and Victorian Board Games: The Liman Collection includes the most beautiful and rare games of the time collected by Arthur Liman. Showcasing 50 games that were made for both instruction and delight, the book reflects on a transatlantic market that flourished into and through the 19th century. Although games were often printed on linen or board instead of delicate paper, many fell apart due to enthusiastic use. But those that survived open a window onto the time period in which they were created, reflecting its social and moral priorities as well as a wide range of educational subjects. Georgian and Victorian Board Games: The Liman Collection will appeal to both experts and people who will discover this unusual art form for the first time. The oversize format allows for a close inspection and reading of the wonderfully imaginative and interesting information on the museum-quality game boards while reproductions of some of the pages from the detailed instruction booklets allow for an even deeper look into the games and how they were played. The games themselves are beautifully detailed—produced by a handful of the best-known publishers of the era, the hand-color engraved games look as vibrant and colorful as they did two centuries ago. Also included in the lavishly produced book are five gatefolds that illustrate the games and their complete instructions and rules so as to allow modern readers to try their hand at these fascinating and historic games. (Hyperallergic)
| 20-07-2017 | Riceviamo questa simpatica segnalazione da Concetta Fici: una collezione di giochi dell'oca custodita nel bagno di Villa Fogazzaro Roi (Oria, Valsolda, Como) appartenuta al noto scrittore Antonio Fogazzaro autore di "Piccolo mondo antico".
| 29-01-2017 |
IL GIOCO DELL’OCA DI MEDUSA
Finalmente abbiamo stampato il Gioco dell’Oca di Medusa! A firma di Susanna Doccioli e di Stefano Verdini. In 100 copie numerate, con una presentazione di Roberta Borsani autrice di “Sul dorso di un’Oca” – Il simbolismo iniziatico del grande gioco e “La danza della vita” – comprendere il femminile attraverso le fiabe. La confezione comprende: 1 tabellone da gioco (aperto 45 x 68 cm, chiuso 22,5 x 22,5 cm) , 6 pedine, 2 dadi, le regole del gioco. La confezione presenta una grafica xilografica stampata a mano. Il Gioco dell’Oca è il gioco di percorso più antico, lo schema a 63 caselle è quello della tradizione. Il percorso segue un movimento a spirale, può simboleggiare una situazione, una vicenda, un’avventura, lo scorrere del tempo, la vita. Le caselle sono connotate da alcuni simboli, rimasti invariati da secoli. Come nella vita siamo di fronte alla sorte, nel gioco si tirano i dadi, ci sono caselle fortunate e sfortunate.Continuamente si susseguono immagini, sorprese, emozioni… in vista dell’arrivo. Il Gioco dell’Oca è «un labirinto popolare dell’Arte sacra e una raccolta dei principali geroglifici della Grande Opera» (Fulcanelli, Le Dimore Filosofali)."Questo ruolo iniziatore dell’oca è di certo estremamente antico […] Ne fa fede lo straordinario successo del Gioco dell’Oca, “ripreso” dai Greci, come si diceva al tempo di C. Perrault. E’ un gioco sostanzialmente simbolico; se ne attribuisce l’invenzione a Palamede, inventore anche degli scacchi e della dama. Il gioco consiste nel far avanzare una pedina, a seconda del numero tirato dai dadi, sulle caselle di una spirale che si avvolge verso l’interno da sinistra a destra. Ogni 9 caselle c’è un’oca diversa, fino alla sessantatreesima, che raffigura il giardino dell’oca. La prima casella è una porta o un portico. Quindi si alternano immagini simboliche, dei ponti, una locanda, un pozzo, un labirinto, la prigione, la morte. Alcuni di questi ostacoli obbligano a tornare indietro, e il giocatore attraversa così un terreno insidioso e accidentato. Si tratta senza dubbio di un gioco iniziatico, ma se ne è perduta la chiave. Eliphas Lévy vi vedeva una variante dei tarocchi, di cui riconosceva nei geroglifici le immagini tradizionali" (Jean Paul Clébert).
| 25-12-2016 | BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!
| 15-07-2016 | Il nuovo libro di Giovanni Pelosini TAROCCHI. GLI SPECCHI DELL’INFINITO Storia, Filosofia, Simboli, Alchimia, Cartomanzia pratica
Finalmente in tutte le librerie il nuovo classico della cultura tarologica mondiale: l’enciclopedica Opera Omnia, teorica e pratica, per conoscere “tutto” sui Tarocchi. Per i neofiti, la visione completa del mondo dei Tarocchi presentata in modo semplice e chiaro. Per i cultori della materia, un punto di riferimento fondamentale. Per tutti, una guida per comprendere se stessi e interpretare il mondo. Un grande libro (cm 17 x 24), illustrato b/n, 486 pagine, 691 note a piè pagina, ricchissima bibliografia e sitografia, indice analitico.
Editrice Hermatena, maggio 2016 – ISBN 978-88-97371-87-8 (G. Pelosini).
| 14-04-2016 | THE WALL STREET JOURNAL The Many Guises of Classic Games By Christopher Chabris April 14, 2016 11:28 a.m. ET. Rebranding board games with new themes is a practice that dates back centuries, as a new exhibit called ‘The Royal Game of the Goose’ shows Lots of today’s board games are just jazzed-up variations on classics. We have not only the familiar old Risk but Game of Thrones Risk, Doctor Who Risk and The Walking Dead Risk. Monopoly has too many editions to count, from Monopoly to 2014 FIFA World Cup Brasil Monopoly. Is all of this just another instance of modern marketing and branding gone wild? Actually, no. It’s a practice with deep roots in the long history of board games, as we learn from “The Royal Game of the Goose,” an exhibition at the Grolier Club in New York City that that presents over 70 versions of one game from the past 400 years. Goose is a game of pure luck, like Chutes and Ladders, in which players roll dice and advance along a 63-space spiral track, trying to be the first to reach the center. Spaces marked with geese bestow bonuses, such as extra moves, while those marked with hazards (like a prison or a well) impose penalties, such as being stuck in place. The game often involved stakes, with each player contributing an amount and the winner taking the entire pool. Board games are perfect for continual commercial exploitation, because they incorporate two distinct elements: the rules and the theme. The rules are the essence of a game and make it different from all others, but themes can be interchangeable. Monopoly took off with a theme of 1920s Atlantic City, but if you never played the original game, you would be just as happy with a version set in Ocean City or even Trenton. Game designers argue that a close match of rules and theme—a stock market game where you buy and sell certificates rather than roll dice, for example—makes a game great. But game publishers and buyers don’t seem to care that much. Classic abstract games like Go and Scrabble don’t really accommodate multiple themes, because the playing pieces are simple stones or letters and the playing space is just a grid of locations. But even chess can take on new themes. Though the board never changes, the pieces do reflect the culture and time in which they are made. That has led to sets branded with “Star Wars” and “The Simpsons.” The earliest known mention of Goose was in Renaissance Italy in 1480, and from there the game spread throughout Europe. Along the way, its name and artwork, and the iconography of the special spaces, were all adapted to new environments and concerns. France saw variations called the Royal Game of Cupid, the Game of Fortifications and the Game of Paris. In 19th-century Britain, versions like Complete Voyage Round the World and The Pleasures of Astronomy aimed to be more educational. Around the same time, companies started branding the game to advertise dolls, gas lamps and soda. This last Goose example was sold by the Canadian distributor in 1934 as The Game of Health. It promoted the beverage as a “pure and healthy carbonated liquid.” Today’s SpongeBob Connect Four seems quaint by comparison.
| 30-03-2016 | THE WALL STREET JOURNAL ‘The Royal Game of the Goose: Four Hundred Years of Printed Board Games’ Review A winning survey of the many variations of a centuries-old game. By Edward Rothstein March 30, 2016 5:51 p.m. ET New York The Royal Game of the Goose: Four Hundred Years of Printed Board Games The Grolier Club Through May 14 Many dangers must be overcome on a long and winding road before you can claim any rewards. Along the way you might be distracted by the ribald pleasures of an inn or stumble into a deep well; you might fall prey to Poverty or be locked up in Newgate; if you travel far, you might be shipwrecked; if you are inattentive, your career might end. But if you manage to make it to the end . . . well, there might be a pot of money awaiting, or a hot-air balloon flight, a military medal, or religious salvation. Such, at any rate, are some rewards imagined over more than 400 years, as a player finally reaches space 63 of the Royal Game of the Goose. Until I saw the mind-opening exhibition now at the Grolier Club (through May 14) I had no idea what the Royal Game of the Goose even was, let alone that it is one of the most venerable and varied board games in the world. (Next Tuesday afternoon, the Grolier will host an international colloquium about some of the game’s classic competitors.) Goose may have originated in 15th-century Italy; by the 16th century it had earned so much respect that Francesco de Medici, the Grand Duke of Tuscany, gave it as a gift to King Philip II of Spain. In both countries it is still widely played. For two centuries it was popular in England as well. And according to Adrian Seville, the exhibition’s curator, who selected these examples from his own collection, it remains “part of the national psyche” in the Low Countries, where “dozens of new games” appear every year. The original concept was so simple it became a framework for centuries of transformations. Roll two dice and move counters along a 63-space path. Land on the picture of a goose and you double your throw. Land on a hazard—such as a Bridge, an Inn, a Well or Death—and you are penalized. Each incarnation of the game altered goals and obstacles, turning the game’s pre-modern sojourn into a map of grander ambitions and dangers—a portrait of a culture and its time. More than 70 examples on display from England, France, Germany, Italy, Mexico, the Netherlands, Spain and the U.S. offer that scheme and elaborate variations. A traditional c. 1840 British version lays out the path within the outline of a goose’s body but another British game from 1855 celebrates the growing empire with a tour of the nation’s colonies and possessions. An early 20th-century French game champions musical pedagogy with each space offering another lesson. And in 1956, a version from the Washington, D.C. Democratic Women’s Day Committee means to put a Democrat in the White House (that year, it worked only in the game). Jules Verne wrote a justly neglected novel about Goose, “The Will of an Eccentric” (1899), in which the entire U.S. became a game board. But why a goose? Why 63 spaces? As Mr. Seville points out in the vivid catalog, in its original 15th-century form the game was numerologically suggestive. Goose images appear every nine spaces—a holy number, the Trinity of Trinities (in one instance here, the Goose image resembles the Christological symbol of the Pelican). The winning space, 63, also had a salvationary tinge. In Medieval thought, every seven years a transformation took place in human life; the age of 63, marking the ninth such milestone, possessed, as one writer said in 1650, “the most considerable fatality.” It was known as the “Grand Climacteric”—a critical age in human life. Afterward, peace and wisdom might be expected—along with the right to claim the stakes in the Royal Game of the Goose. Such associations help explain why the game might have been considered a suitable royal gift by the Medici Court. It was a representation of the religious life: an allegory. In fact, it seems to be rough ancestor to Bunyan’s “Pilgrim’s Progress” (1678)—which probably should have itself been turned into a board game, as the Pilgrim proceeds through the Slough of Despond and the Valley of Humiliation, finally crossing the River of Death to reach the Celestial City. These associations also help explain why so many of the games here are serious, even pious. Ideals are at stake. An 1855 game from Rhode Island envisions a pastoral American homestead with humming beehives. Moral education was another ambition. In an 1800 British game, “The Mansion of Happiness,” the geese are virtues, the hazards vices; land on Idleness and you must proceed to Poverty. The game could even model national or “universal” history. In an 1814 English game, each space is accompanied by readings linking it to a historical event. More modest historical games have been shaped around ballooning (1784, France) or inventions (1894, Holland) with Edison at the winning space. And there are a few instances of sheer playfulness. “The Gifts of Youth—The Little Game of Love” (1713, France) uses two circular paths; females take one, males the other. Land on Inconstancy, illustrated with a butterfly, and the male must be tied to his chair by a female, using her garter. Land on Jealousy, and the player must hide behind a curtain and miss turns. And if both male and female land at a central space at which the paths “kiss,” they are triumphantly “joined together.” This is not quite what the Medici Court had in mind with the Royal Game of the Goose, but these players presumably have a long way to go before their Grand Climacteric. Mr. Rothstein is the Journal’s Critic at Large.
| 21-03-2016 | "The Royal Game of the Goose. 400 Years of Printed Board Games." Exhibition at the Grolier Club 24February to 14 May 2016
| 21-03-2016 | "The Royal Game of the Goose. 400 Years of Printed Board Games." Exhibition at the Grolier Club 24February to 14 May 2016
| 02-03-2016 | NEW YORK: THE GROLIER CLUB, 2016. Adrian Seville: "The Royal Game of the Goose. 400 Years of Printed Board Games." Exhibition at the Grolier Club 24February to 14 May 2016.(Flickr).
| 25-02-2016 | NEW YORK: THE GROLIER CLUB, 2016. Adrian Seville: "The Royal Game of the Goose. 400 Years of Printed Board Games." Exhibition at the Grolier Club 24February to 14 May 2016.
THE NEW YORK TIMES A Quirky Board Game With Versions Spanning 400 Years. By EVE M. KAHN FEB. 25, 2016
Adrian Seville has bought hundreds of board games, but he has hardly any interest in playing them. A retired university administrator living outside London, Dr. Seville has focused on collecting variants of the Game of the Goose, which was invented in the 15th century and remains in production. While its rules may be too simplistic for his tastes — players roll dice and try to beat one another to the 63rd square — he nonetheless described the collecting process as “highly addictive.” The Grolier Club in Manhattan has borrowed about 70 of Dr. Seville’s finds for an exhibition, “The Royal Game of the Goose: Four Hundred Years of Printed Board Games,” running through May 14. On the boards’ tracks, players maneuver among squares that allow for leaps ahead or lost turns or slogs backward. The squares and the borders on Dr. Seville’s games are printed with images including everything from happy aristocratic lovers to Richard M. Nixon, cannibals, brutalized slaves, shipwrecks, brown envelopes with cash bribes and advertisements for dolls, tires, biscuits, breath mints and gas lighting. Given the diversity of themes, Dr. Seville said, “All human life is here.” He has even seen the Game of the Goose adapted to promote sewage pumps. “Some are so dull that they’re actually interesting,” he said. He has paid up to thousands of dollars apiece for the games, which turn up widely at auction houses including Sotheby’s, Bonhams and Bloomsbury. He has posted his collection at giochidelloca.it, a website he set up with a fellow enthusiast, Luigi Ciompi. At the Grolier Club, a few of the games are laid out horizontally under glass; visitors can ask for playing pieces and dice at the front desk and try their hand at racing along the squares. Through March 6, the Bodelian Libraries at the University of Oxford are displaying board games recently donated by the collector Richard Ballam in the show “Playing With History.” This spring, the V&A Museum of Childhood in London will borrow from Dr. Seville for the exhibition “Game Plan: 500 Years of Board Games.”
| 18-01-2016 | Adrian Seville’s Exhibition at the Grolier Club of New York - February 24 through May 14, 2016
The Royal Game of the Goose - Four centuries of a classic board game
The Royal Game of the Goose is one of the earliest printed board games, going back to the Middle Ages—and one of the simplest: just roll the dice and move along its spiral track. This graphically vibrant exhibition at the Grolier Club brings together over 70 of these games, almost all from the rich international collection of Adrian Seville, game board historian and Emeritus Professor, City University, London. These beautiful and striking printed games are hardly known in the U.S., and this unique exhibition provides deep insights into the cultural history of Europe, with some fascinating glimpses of America, too.
This classic game has been used as a template for thousands of variant games throughout Europe. They range from the earliest educational games of the 17th century to games of advertising, politics and propaganda of the modern era.
Though the games are simple to play, most are not for young children. Indeed, several princes of Europe are significant in its early history. So, here is a unique early 17th century print of the Game of Cupid, from the fabled rue Montorgueil in Paris, whose numerology represents the union of male and female – and whose track is laid out on a fine crowned serpent to warn against sin! Another French print, the Gifts of Youth, is a party game with forfeits: a young man landing on “inconstancy” must submit to being tied to his chair by his partner’s garter.
Some games celebrate science and invention: here is Benjamin Franklin in Paris witnessing “the first balloon raised in the atmosphere by means of inflammable air”, while a Dutch game of the 19th century showcases Edison, prominently surrounded by his electric light bulbs.
Others are from the early days of advertising. A game in the shape of the newly-built Eiffel Tower promotes luxury French dolls but warns against buying a cheap German import – the broken doll appears on the “death” space, an early example of “knocking” copy.
One section of the exhibition is devoted to Images of America. A meticulously-engraved game of the mid-17th century shows remarkable images of the early Native American peoples. Another celebrates the running of the Southern blockade by British ships during the American Civil War. And a truly incredible novel by Jules Verne provides the basis for the Noble Game of the United States, in which the possible benefactors of a Chicago millionaire’s will battle for the money by competing in a gigantic Goose game ranging across the States of the Nation.
The final case of the exhibition presents some games of human life arranged for play – do you have what it takes to progress from Errand Boy to successful Banker and Valued Citizen?
As befits the Grolier Club, there is a full range of printing techniques from early woodcut, to fine engraving and modern lithography. Some games were issued as broadside sheets, others are folded on linen or on pasteboard. Not all the games follow the classic template exactly but all can trace their existence to the parent Game of the Goose.
CATALOGUE
A fully illustrated color catalogue will accompany the exhibition, designed by Rob Banham (Reading University, England), with an introduction by Past President of the Grolier Club William H. Helfand. The 151-page catalogue will be available in early February from Oak Knoll Books: orders@oakknoll.com; www.oakknoll.com.
PUBLIC EVENTS: COLLOQUIUM: SOME BEAUTIFUL BOARD GAMES
Tuesday, April 5, 2016, 1:00 PM-5:00 PM, reception to follow.
Complementing the exhibition, the Colloquium showcases the great diversity and appeal of board games through the ages and across the world.
Speakers: Irving Finkel (British Museum); Ann Dunn-Vaturi (Metropolitan Museum of Art); Alex de Voogt (American Museum of Natural History); Adrian Seville (City University, London); Andrea Immel (Cotsen Library, University of Princeton); Margaret K. Hofer (New-York Historical Society).
Registration is $75 per person, $25 for students.
FREE GUIDED TOURS will be arranged throughout the period of the exhibition. For details, please contact the Grolier Club.
VISITING THE GROLIER CLUB 47 East 60th Street New York, NY 10022 212-838-6690 www.grolierclub.org
Hours: Monday – Saturday, 10 am to 5 pm Admission: Exhibitions are open to the public free of charge FOR FURTHER INFORMATION please contact Jennifer Sheehan, Exhibitions Manager jsheehan@grolierclub.org (Index of Ephemera News).
| 01-01-2016 | NEW YORK: THE GROLIER CLUB, 2016. Adrian Seville: "The Royal Game of the Goose. 400 Years of Printed Board Games." Exhibition at the Grolier Club 24February to 14 May 2016.
This exhibition of four centuries of the Game of the Goose and its derivatives is drawn almost entirely from my own collection in Chislehurst, ten miles south east of London. They represent approximately ten percent of the collection, so choosing items for inclusion presented its challenges. My collection grew out of a love affair with Italy when, on holiday in the 1970s, I found two splendid games in a provincial flea market and, as collectors will know, it only takes one more to make a collection! My late wife, Joyce, was an enthusiastic collaborator and was responsible for finding several of the more important games in the collection. Also on view in this exhibition are two very early games, courtesy of The Morgan Library & Museum, and a few important games kindly loaned by John Spear of Tennessee from his specialist collection of pre-1900 English and American games. The collection has been developed as a research base for my post-retirement work on the cultural history of board games. It includes examples from all periods, covering a wide range of themes. The heart of the collection is the group of French seventeenth-, eighteenth- and early nineteenth-century games, which bears comparison with those assembled at the end of the nineteenth century by Baron Ferdinand de Rothschild at Waddesdon Manor, Buckinghamshire. In both collections, the emphasis is on the large-format copper engravings produced in Paris, with representation of a wide range of themes. A more demanding comparison is with the impressive collection of printed board games assembled by that remarkable example of Victorian achievement, Lady Charlotte Schreiber (1812–95) and now held in the British Museum. Not only was she a prodigious collector, but (as Lady Charlotte Guest) she was renowned for translating the Mabinogion from the Middle Welsh. She made a fine porcelain collection, now in the Victoria & Albert Museum; also collections of playing cards and of fans, both now in the British Museum. The collection of about 130 printed board games that she assembled late in her life contains some astonishing and unique material, beginning with Italian examples from the late 1500s and continuing with some of the most beautiful French and German games. My aim, only partly achieved, has been to match the range and quality of her collection pre-1900 and to carry this forward into the twentieth century. My collection includes about 200 French games, 100 British games, over 50 each from Germany, Italy and the Netherlands/Belgium, and a few games from other countries. Games from Spain are underrepresented in what is otherwise a reasonably comprehensive selection from the thousands of single-track dice games in existence. Information on all the games in my collection, together with many others, is accessible on the dedicated giochidelloca web site at www.giochidelloca.it set up by my friend and colleague Dr. Luigi Ciompi in Italy, who himself has an important collection of printed games. Thousands of games are available for free image and information download from the site, which also hosts a comprehensive bibliography. Throughout this catalogue, references to particular games are given in the form Ciompi/Seville 1234, which gives the game code number to be used on the site’s search page, http://www.giochidelloca.it/ricerca.php. This exhibition would never have happened but for my friend Gretchen Adkins, who introduced me to the Grolier Club and has been immensely supportive throughout. Bill Helfand has been a great example of enthusiastic and expert collecting in the field of ephemera. George Ong’s tireless expertise as editor of the catalogue has been invaluable. Other good friends in the Grolier Club are too numerous to mention. Adrian Seville
| 25-12-2015 | BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!
| 10-12-2015 | STROUHAL, Ernst: "Die Welt im Spiel. Atlas der Spielbaren Landkarten." Christian Brandstaetter Verlag. Universitat fur Angewandte Kunst, Wien. 2015. Eine besondere Form der Reise ist jene mit dem Finger über die Landkarte. Der Vorteil: das Ziel ist kaum mehr als eine Handbreit entfernt und Kosten spielen keine Rolle. Der Autor Ernst Strouhal präsentierte seine prächtige Sammlung historischer Reisespiele aus Europa, Nordamerika und Japan vom 18. bis zum 20. Jahrhundert, „Die Welt im Spiel. Atlas der spielbaren Landkarten“, im Lichthof der Akademie für Angewandte Kunst in Wien. Die fantasievollen Spielpläne laden zu unterhaltsamen und aufregenden Expeditionen durch unbekannte Städte und Kontinente, in exotische Länder und fremde Welten, durch die Geschichte oder rund um die Welt ein. So ist die stellvertretende Verlagsleiterin Elisabeth Stein besonders stolz auf dieses Projekt: „Mich hat von Anfang an der Gedanke elektrisiert, dass es ein Buch sein wird, das mehr als ein Buch ist, ein Buch, das man lesen und aber auch spielen kann. Ich denke, in Zeiten zunehmender Digitalisierung haben gerade solche Bücher, die Objekte sind, solche Bücher, die nur als gedruckte, schön ausgestattete Werke funktionieren, eine Berechtigung und eine Zukunft.“ Autor Ernst Strouhal weiß nach der langen und ausführlichen Recherche jetzt jedenfalls viel über spielbare Landkarten: „Das Spiel vereinfacht die Welt. Es entfaltet seine Kraft erst in der Differenz zum Leben und der Wirklichkeit.“ Im Spiel reist man zu Fuß, mit dem Fahrrad oder per Schiff, mit dem Flugzeug oder im Ballon, in Zeppelin, Pferdekutschen oder Eisenbahnen. Es wird gewürfelt, der Zufall regiert, die Reise auf dem Papier ist unwägbar wie das Leben selbst. Mit den detaillierten Kommentaren über Gestaltung und Regeln ist dem Autor eine kleine Kulturgeschichte der Reisespiele gelungen. Das Schönste daran: das Buch ist lesbar und spielbar zugleich!
Ernst Strouhal dokumentiert 63 historische Spiele: Sie ermöglichen es dem Leser, sich auf wunderbare imaginäre Reisen durch Zeit und Raum zu begeben. Es gibt Bücher und Bücher. Es gibt Bücher, die mit ihrem Erscheinen das Medium des Buches neu erfinden, indem sie es transformieren und mit anderen Medien verschmelzen, ohne sich in ihnen zu verlieren. Ernst Strouhals Die Welt im Spiel ist ein solches Buch. Sein Untertitel Atlas der spielbaren Landkarten verrät bereits, in welche Richtung das Buch sich selbst überschreitet: Die in ihm versammelten Landkarten sind nicht nur lesbar, sondern auch spielbar. Landkarten sind sie im buchstäblichen und im metaphorischen Sinn – als Karten geografischer und imaginärer Räume.
Durchgehend Raritäten Das Buch ist in jeder Hinsicht größer, als es sich auf den ersten Blick gibt. Gedruckt im Format 24 x 32 cm, besteht es aus zwei Teilen, die durch den Bucheinband miteinander verbunden und vollständig geöffnet beinahe einen Meter breit sind. Der rechte Teil enthält doppelseitige Reproduktionen von Brettspielen, der linke deren Dokumentationen, Spielregeln und Kommentare. Dieser gesamte linke Teil lässt sich aus dem Bucheinband herausklappen und ebenfalls doppelseitig neben dem rechten öffnen. Der wiederum, deutlich dicker, ist in offener Fadenbindung gebunden, die ein vollständiges Aufschlagen der Doppelseiten ermöglicht. Diese werden dadurch zu Spielbrettern. Die Spiele lassen sich so nicht nur studieren, sondern auch spielen. Sie stammen aus Europa, Nordamerika und Japan vom 18. bis ins 20. Jahrhundert. Viele davon waren einst populär und sind heute vergessen. Durchgehend handelt es sich um Raritäten, zusammengetragen und zur Verfügung gestellt von leidenschaftlichen Sammlerinnen und Sammlern, von Museen und weiteren Institutionen rund um die Welt, deren Namen in der Danksagung und im Bildnachweis genannt sind. 63 Spiele sind es, eine Anspielung auf die Anzahl der Felder im klassischen Gänsespiel, dessen Form die meisten dieser Spiele haben.
Die Gliederung Strouhal hat aus ihnen fünf Gruppen und das heißt hier zugleich auch fünf Kapitel gebildet, deren gemeinsames Element die Reise oder allgemeiner noch eine bestimmte Form fortschreitender Bewegung ist: "Durch die Städte", "In ferne Länder", "Über Berg und Tal", "Durch Zeit und Raum", "Reise durchs Leben". "Der Motor der Bewegung ist der Würfel, der Zufall regiert, die Reise am Papier ist unwägbar wie das Leben selbst", heißt es im Vorwort. Die inhaltliche Gliederung und formale Gestaltung verraten eine weitere Richtung der Selbstüberschreitung. Das Buch wird hier nicht nur zur Spielesammlung, sondern auch zum Ausstellungskatalog: auf der einen, rechten Seite die Ausstellungsobjekte, auf der anderen, linken die Begleittexte, die sich auch wegklappen lassen. Strouhal ist ein erfahrener Ausstellungskurator, der etwa die thematisch verwandte Ausstellung Spiele der Stadt. Glück, Gewinn und Zeitvertreib mitkuratiert hat, die 2012/2013 im Wien-Museum zu sehen war. Hier ist er Kurator einer Ausstellung, die so nicht stattgefunden hat und sich das Buch als alternativen Ausstellungsraum erschließt. In diesem Sinne ist es eine kuratorische Entscheidung von großer Tragweite, die Auswahl und Reihenfolge der Ausstellungsobjekte mit einem Spiel zu beschließen, das den Titel "Die Reise ins Himmelreich" trägt. Wo der Zufall entscheidet, ob die Seele in den Himmel oder in die Hölle gelangt, ist der Ernst des Lebens infrage gestellt. Den Glücksspielern, denen Hieronymus Bosch in seinem Garten der Lüste ein eigenes, im Buch abgebildetes Höllenabteil reserviert hat, bleibt damit zugleich ein Funke Hoffnung. Nicht dieser ist es jedoch, der das Feuer der Spielleidenschaft anfacht: "Das Leben als Spiel betrachtet ist ein Leben in Immanenz", sagt Strouhal. Das heißt immer auch, es ist frei von jeglichem Zweck, dadurch jedoch nicht automatisch sinnlos.
Heraustreten aus dem eigentlichen Leben. Bei der Zweckfreiheit ist an die Analogie zu denken, die der Soziologe und Kulturtheoretiker Georg Simmel zwischen Kunst und Spiel beobachtet hat. Spiele haben etwas von jener Zweckmäßigkeit ohne Zweck, die Immanuel Kant zufolge die Schönheit auszeichnet. Vor allem bilden sie gegenüber dem Alltag eine eigene Sphäre. Wie der Kulturhistoriker Johan Huizinga in seinem Homo Ludens, einem Klassiker der Spieltheorie, sagt, ist das Spiel nicht das "gewöhnliche" oder das "eigentliche" Leben. "Es ist vielmehr das Heraustreten aus ihm." Umso bemerkenswerter ist es, dass es Strouhal gelingt, die Spiele in jenes gewöhnliche Leben einzubetten, aus dem sie heraustreten. Seine luziden Kommentare und sein einleitender Essay erzählen wie im Vorbeigehen eine kleine, materialreiche Kulturgeschichte dieser Spiele. Es waren, wie Strouhal betont, Spiele für Erwachsene, die spielerisch belehrten, aber auch um Geld gespielt wurden. Sie kommunizieren in vielfältiger Weise mit dem Alltag, den sie hinter sich lassen. Strouhals Buch hält, was sein Titel verspricht: Es verklärt nicht die "Welt als Spiel", sondern rekonstruiert in plastischer Weise die Spiele selbst und die Welt, die sich in ihnen zeigt. (Ingo Zechner, 15.11.2015)
| 15-11-2015 | LA CONTRADA DELL'OCA EL ZUC DE OCJE PAR FURLAN Siamo una piccola fattoria sociale a Fanna, piccolo comune in provincia di Pordenone. Abbiamo realizzato un grandissimo gioco dell'oca, praticabile per tutte le persone, anche coloro che soffrono di qualche disturbo, perchè totalmente libera da barriere e coloro che lamentano problemi di deambulazione possono usare i due scooterini che consentono di effettuare il percorso senza sforzo. Questo gioco è lungo 600 metri ed è stato realizzato intorno al pascolo degli animali, così i bambini (lo scorso anno ne sono venuti oltre 1.500 in visita didattica) lanciando i grandi dadi di gommapiuma possono giocare e nel frattempo ammirare il paesaggio, il bosco e gli animali al pascolo. I 63 quadri di 1 mt x 1 mt sono stati realizzati dall'Accademia di Brera e dall'Associazione dei pittori "Dalle terre di Giotto e dell'Angelico" che ha sede a Vicchio nella casa natale di Giotto. Per l'Expo abbiamo realizzato, grazie ad un contributo della regione Friuli VG, un gioco dell'Oca tutto incentrato sulla corretta alimentazione dei bambini, con opere di Maria Distefano, bravissima pittrice di Venezia e sempre grazie alla insostituibile collaborazione dell'Associazione dei pittori "Dalle terre di Giotto e dell'Angelico". I quadri sono stati riprodotti su banner e portati al Museo del Bambino della Rotonda della Besana di Milano, a fine ottobre in collegamento con l'Expo, e per una settimana i bambini delle scuole di Milano hanno potuto giocare a questo gioco dell'oca (ne sono passati quasi 2.000). Visto poi che da sempre operiamo per la salvaguardia delle lingue minoritarie e delle tradizioni locali, abbiamo pensato di creare una cordata insieme ad un'altra associazione friulana molto attiva in queste attività di divulgazione della lingua friulana "L'Istitut Ladin Furlan prè Checo Placeran", alla provincia di Udine e alla regione Friuli VG e tutti insieme abbiamo realizzato questo gioco da tavolo interamente in lingua friulana e lo stiamo diffondendo gratuitamente nelle scuole elementari della Regione. Le immagini sono realizzate da Otto D'Angelo, pittore di 93 anni sempre giovane dentro e che in tuti questi anni ha dipinto ogni possibile angolo e scorcio del Friuli, insieme a giochi, attrezzi, usi e gesti del Friuli di una volta. La plancia è opera di Maria Distefano. Un gioco dell'oca in friulano perchè giocando i bambini possano utilizzare termini ed usare la loro lingua madre, perchè in questo modo possono rafforzare le loro radici e crescere sereni ed aperti a qualsiasi conoscenza ed incontro, perchè chi conosce e rispetta le proprie tradizioni non ha paura di incontrarne altre e diverse. Paolo Paron
| 01-11-2015 | NEW YORK: THE GROLIER CLUB, 2016. Adrian Seville: "The Royal Game of the Goose. 400 Years of Printed Board Games." Exhibition at the Grolier Club 24 February to 14 May, 2016.
The Grolier Club has not mounted an exhibition on board games in its 132-year history. The games in this exhibition are engraved or lithographed works on paper that are fine prints, exhibitions of which were even more significant than those of rare books in the early years of the club. But they also fit into the category of innovative and never-before-exhibited materials first shown at the Grolier Club, as various as “the first American showing of commercial posters as artistic works, Whistler’s Amsterdam etchings, bookplates, Near Eastern books and manuscripts, and bronze statues of movements cast by Degas from wax statuettes.”1 Thus, these board games are particularly suited for an exhibition here. The Game of the Goose (in French, the jeu de l’oie) is the one of the oldest known printed board games; early records of its existence in Italy date as far back as the late fifteenth century, and it appears in England as early as 1597. Like so many things, the jeu de l’oie can be played at multiple levels: children play it to win, caring little for the journey which, like so many games of chance, requires no particular skill or talent. But, on another level, scholars mine the game for its cultural evidence, elements of social behavior and historical cues. Adrian Seville’s superb collection, which now numbers more than 400 examples of the Goose game, falls squarely in this latter group, as the range of games in his diverse collection will show. Dr. Seville, the exhibition’s curator, has long been meticulous in his search for these rare games, striving to build a broadly representative collection among so many similar games that have appeared in Europe over the past 500 years, as well as, more recently, some even produced in the United States. They are exhibited here in examples from England, France, Germany, Italy, Mexico, the Netherlands and Spain. One example — The New Game of Human Life [Game 68] — is quite well known. The version on display here is a variation of a classic French game and comes with a recommendation to play with a spinner rather than a set of dice. Featuring the seven ages of man (from infancy to old age), there are special rules, among them what happens if the dice, if used, turn up twin sixes, or what hazards might befall a player (and the curious reasons for landing upon them). Captain Cook, Alexander Pope, William Pitt and Isaac Newton (in place of François-Marie Arouet, more commonly known as Voltaire) are among many notable figures found on the board along with the Prince Regent, who would later ascend the throne as George IV. His image here — a crude and unflattering caricature — reflects the politics of the game’s designer with regard to the future King. Who knew that so much could be learned from a simple board game? The erudition and breadth of board-game knowledge shown by Dr. Seville are most impressive and a welcome addition to the Grolier Club’s history. Perhaps, too, this exhibition will serve as a guide for future exhibitions, while offering visitors access to an important collection that is much more than the sum of its parts. William H. Helfand Grolier Club President (2006–2009)
| 20-01-2015 | Il 20 gennaio il Prof. Adrian Seville ha preso parte alla manifestazione "Journeys Through Bookland: Explorations in Children’s Literature" presentando la sua relazione "Early Children’s Books as Board Games: A Different Way of “Reading” the Story".
(The Grolier Club of New York).
| 07-01-2015 | NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE NOUS SOMMES TOUS CHARLIE
| 10-12-2014 | Exposition du 10/12/2014 au 26/04/2015
Jeux et Merveilles Singuliers, rares ou précieux, les objets ludiques présentés révèlent l’univers d’un grand collectionneur contemporain, favorisant ainsi la connaissance et la rêverie des visiteurs. Artiste passionné par les cartes à jouer et le jeu en général, Jean Verame a constitué sur plus de quarante ans, un extraordinaire et éclectique cabinet d’amateur. La sélection de près de cent cinquante ensembles, toutes époques et tous pays confondus, met en avant leur caractère admirable. L’art de collectionner et le plaisir du jeu sont ici intimement liés.
Carte de Tarot peinte sur fond or du 15e siècle italien, premières cartes de joueurs joliment gravées et colorées, exceptionnel Minchiate (tarot de 97 cartes) parisien du 18è s., cartes apaches en cuir, cartes péruviennes gravées sur plaques d’argent, statuette mexicaine représentant un joueur de Tlachtli, marqueur de cribbage inuit sculpté dans une dent de morse, table de jeux parisienne en bois précieux, Cavagnole, Biribi royal, coffrets de quadrille, paire de dés anthropomorphes, jeu d'échecs injouables créé par Jean Verame, l'artiste, en 1985, boules de pétanques carrées contemporaines... Tous les trésors de ce fureteur inspiré ont de quoi faire rêver ! Une partie de la collection de Jean Verame s’est constituée au gré de la dispersion d’ensembles français et étrangers. Certains jeux présents dans l’exposition en témoignent. Désireux de partager ses découvertes Jean Verame est l’auteur de plusieurs ouvrages richement illustrés sur les cartes et le jeu. Le dernier en date a pour titre : Les très beaux objets du jeu, (Editions Face & Dos, 2014) préfacé par Jean-Marie Lhôte.
Jean Verame, l’artiste et le collectionneur La quête de l’extraordinaire est une des principales motivations de ce collectionneur hors norme. Sans doute, ces objets si singuliers dont ils s’entourent ont-ils aussi nourri son travail d’artiste. Lui-même définit volontiers son rapport à sa collection de jeux comme sa « prise de terre » complémentairement à sa démarche artistique qui serait sa « prise de ciel ». Les lignes de force, les couleurs franches, en aplat bleu, noir et rouge des figures de cartes qui le fascinent depuis l’enfance, trouvent comme un écho chez ce peintre des déserts. L’aire de jeu, ici, est sans limite avec des règles élaborées par lui seul, jour après jour pour une formidable partie qu’il joue avec lui-même ! « C’est au moment où je me suis libéré du strict enfermement dans l’atelier, où j’ai commencé à explorer des espaces réels pour m’exprimer que j’ai été attiré par l’histoire des jeux et des objets qui en découlent. C’est là que j’ai découvert un espace ludique, pleinement gratifiant, excitant ». Jean Verame, 2003. C’est bien toutes les dimensions artistiques d’un plasticien collectionneur, amateur de cartes à jouer, de jeux et de silences, que cette exposition donne à voir.
| 07-12-2014 | "TAROCCHI, SCACCHI, ENIGMI: PASSATEMPI CORTESI E POPOLARI NEI FONDI DELLA BUB" 6 dicembre 2014 - 31 gennaio 2015 (Atrio Aula Magna) La Mostra è stata preparata e allestita con passione e professionalità dalle bibliotecarie del Settore manoscritti e libri antichi e racchiude tante sorprese e opere inedite e mai esposte in precedenza. Interamente dedicata ai tarocchi, nelle sue varie espressioni, è, poi, un’intera bacheca, allestita col materiale scelto per importanza storica, artistica e culturale dai responsabili del Museo dei tarocchi, sorprendentemente ricco per la varietà e l’originalità dei materiali che conserva e che per la prima volta saranno esposti in questa sede prestigiosa. Le ricerche si sono concentrate, in particolare, su alcuni fondi della Biblioteca Universitaria appartenuti a collezionisti competenti e appassionati, come lo speziale Ubaldo Zanetti, che ci ha lasciato una vera miniera di documenti preziosi per conoscere la vita quotidiana bolognese del ceto popolare e di quello nobile, di cui fu attento osservatore: otto dei trentasette pezzi esposti sono tratti dalla sua collezione. Da ricordare poi alcuni opuscoli di Giulio Cesare Croce, il poeta della vita cittadina e del suo popolino, questa volta tratti dal fondo Jacopo Bartolomeo Beccari.Nel panorama dei giochi e passatempi non poteva mancare quello che ha sempre avuto un gran numero di appassionati in Italia e in Europa: il gioco degli scacchi. Lo testimonia l’abbondanza della manualistica rappresentata da ben quattro volumi presenti nella nostra Mostra. Accanto agli scacchi non potevano mancare i giochi matematici: il più noto autore , anzi l’autore del primo trattato organico di matematica e geometria pubblicato a stampa (Venezia 1494), è sicuramente Luca Pacioli, di cui la BUB conserva il ms.250, De viribus quantitatis, datato sec. XVI. Ma se documenti e libri sui giochi matematici, gli scacchi, i giochi da tavolo popolari e quelli di conversazione praticati dal ceto nobiliare, sono abbastanza diffusi nei fondi storici di questa Biblioteca, il ritrovamento di una raccolta di carte da gioco didattiche, rappresenta una vera novità. Nel fondo Francesco Zambeccari, il conte bolognese che lasciò in eredità la sua libreria personale alla Biblioteca nel 1752, sono stati identificati ben 7 diversi mazzi di carte di vari argomenti, destinati all’educazione dei giovani nobili, raccolta finora sconosciuta, catalogata ed esposta per la prima volta. Non poteva mancare in Mostra la rappresentazione artistica dei passatempi e dei giochi che molto interesse suscitava negli artisti: è infatti esposta la stupenda incisione che il veneziano Bartolomeo Crivellari trasse, due secoli dopo, dall’affresco cinquecentesco di Nicolò dell’Abate dedicato al gioco dei tarocchi, a decoro di una sala di Palazzo Poggi, fino alla fine degli anni ’90 appartenente alla Biblioteca. Si ricordano quindi un manoscritto di Ulisse Aldrovandi, che contiene, secondo il suo tipico metodo di lavoro, un piccolo trattato sistematico sui giochi, dalla definizione stessa del gioco per proseguire con una sorta di classificazione fra giochi pubblici e giochi privati, a cominciare proprio dai tarocchi. E un piccolo, delizioso libretto, che ci riporta addirittura al gossip dell’epoca. La domanda è: come trascorrono la serata gli ospiti che il nobile Filippo Guastavillani ha invitato a cena? La risposta è: giocando con la sorte. Al visitatore lasciamo, dunque, scoprire il contenuto del sorprendente volumetto. Ma in tema di curiosità come non ricordare un foglio volante manoscritto del fondo Zanetti e quindi sicuramente anteriore al 1769, anno della sua morte, in cui sono delineate, di mano dello stesso speziale, le corrispondenze fra le carte dei tarocchi e i loro significati: la testimonianza è interessante, in quanto sembra dimostrare che la pratica della cartomanzia era largamente diffusa a livello popolare, già ben prima della formalizzazione teorica di questa tecnica predittiva che si fa risalire all’occultista francese Jean-Baptiste Alliette nel 1770. Ma, sicuramente, il pezzo più curioso di tutti, sempre ritrovato fra i manoscritti del fondo Zanetti, è una carta da gioco bolognese tagliata a metà che si trovava in una lettera indirizzata allo speziale, e doveva servire come segno di riconoscimento per chi era in possesso dell’altra mezza figura, in una storia davvero intrigante che forse non avremmo mai scoperto, se non avessimo cercato in quel fondo, quasi disperatamente, anche qualche mazzo di carte del ‘700. Sappiamo, infatti, che le carte bolognesi erano molto ricercate all’epoca e talvolta venivano fornite di contrabbando per il loro costo elevato o venivano utilizzate per pagare debiti o lasciate in pegno. Infine, un vero tripudio di carte di tarocchi, antiche e moderne, provenienti da tutto il mondo, insieme a curiosi oggetti e opere d’arte aventi come tema i tarocchi, non mancheranno di incuriosire e interessare i visitatori di questa nuova iniziativa espositiva, che la Biblioteca Universitaria, dopo l’impensabile grandissimo successo della Mostra sull’Alchimia, tenuta da febbraio ad aprile di questo intenso 2014, ha voluto offrire ai suoi numerosi utenti ed amici. La Mostra è corredata da un pregevole Catalogo, che contiene le relazioni del convegno e le colte ed esaustive schede dei pezzi antichi e manoscritti esposti. Orario: lunedì- venerdì dalle 10.00 alle 18.00; sabato dalle 9,30 alle 13.00; domenica e festivi chiuso. Ingresso libero. Per informazioni tel. 0512088300/306
| 22-11-2014 | BIBLIOTECA UNIVERSITARIA BOLOGNA Aula Magna 6 Dicembre 2014, ore 9.30 Convegno "TAROCCHI... SEI SECOLI DI STORIA, ARTE E SIMBOLI" Intervengono: Biancastella Antonino, Direttrice Biblioteca Universitaria Bologna Morena Poltronieri, Direttrice Museo dei Tarocchi Ernesto Fazioli Alberto Beltrami Giovanni Pelosini Andrea Vitali Girolamo Zorli
Opening Mostra ore 12.00 "TAROCCHI, SCACCHI, ENIGMI; passatempi cortesi e popolari nei fondi della B.U.B."
Visita guidata a cura di patrizia Moscatelli. Via Zamboni 35, Bologna Per informazioni: 051-2088300/306
In occasione della mostra verrà presentato un bellissimo gioco inedito "NUOVO GIOCO DELL'HONORE", firmato dal pittore e intagliatore bolognese Floriano Dal Buono (1599-1647) e non riportato finora fra le sue opere. La tavola è dedicata dall'editore, il libraio Antonio Maria Magnani che gestiva una bottega all'insegna del Pellegrino, a un Bartolomeo di Gerolamo Baldi. Ingresso libero
| 21-06-2014 | "DALL'OCA ALL'AQUILA. L'IMPERATORE E' IN GIOCO". All'ospedale di Portoferraio una mostra dedicata a Napoleone Bonaparte dal 14 Giugno al 6 Luglio.
NAPOLEONE … all’Ospedale. Nell’ambito delle manifestazioni che si moltiplicano quest’anno all’Isola d’Elba per il Bicentenario dell’arrivo dell’Imperatore Napoleone Bonaparte, avvenuto il 4 maggio 1814, anche l’ASL 6 di Portoferraio ha voluto dare il suo contributo ed essere presente nel vasto panorama di iniziative. E’ stato infatti il Direttore dell’Ospedale di Portoferraio, dr. Bruno Graziano che ha pensato di riproporre una mostra dedicata al grande Còrso sfruttando una mostra già presentata in passato alla De Laugier e dal titolo “Dall’Oca all’Aquila, l’Imperatore è in gioco”. Si tratta di un Gioco dell’Oca che ha per tema i momenti salienti della vita del grande Napoleone Bonaparte, dalla nascita in Corsica, alla morte a S. Elena, al rientro delle ceneri “Aux Invalides” avvenuta a Parigi nel 1840. L’ideatore del gioco è un medico che lavora presso il Reparto di Chirurgia che da anni raccoglie giochi dell’oca e di percorso. Nell’intervista rilasciata alla televisione locale, il medico ha infatti precisato di non essere un esperto di storia napoleonica anche se il personaggio Bonaparte è affascinante e per alcuni versi intrigante e si è reso protagonista di molti giochi di percorso che ne hanno esaltato la storia e le imprese, ma anche le sconfitte e la decadenza. Il gioco, in italiano e francese, è stato realizzato nel 2007 e per la sua composizione sono state utilizzate delle stampe d’epoca che ricordano in ordine cronologico gli eventi più importanti ed i personaggi più famosi che hanno caratterizzato la vita dell’Imperatore. Nelle 13 classiche caselle delle oche si trovano i Marescialli di Francia, i fedelissimi di Napoleone che contribuirono alla sua folgorante carriera fino alla costituzione dell’Impero. Ma Napoleone giocava al gioco dell’oca? Certamente! e come ci riferisce il poeta Arnauld, barava! Una curiosità: alla casella 24 il medico da campo di Napoleone, il chirurgo Larrey, il progenitore del triage e del 118. Alle ore 11 di sabato mattina il Napoleone “elbano” era già al primo piano dell’ospedale accompagnato da una guardia e da tre dame, 5 figuranti ottimamente scelti da Leonello Balestrini “deus ex machina” di tutte le rappresentazioni che si svolgono sull’isola e anche lui presente all’inaugurazione. Ha preso la parola il dr. Ciompi che nel ringraziare tutti gli intervenuti ha sottolineato che la sanità del 3° millennio è anche questo, non solo malattie, terapie, sofferenza ma anche un momento di incontro con i cittadini offrendo loro iniziative culturali che ne possano allietare la permanenza e ridurre la diffidenza. Molto breve ma incisivo l’intervento del Direttore Graziano il quale con molta determinazione ha sottolineato che le cose per la sanità elbana cambieranno. In rappresentanza dell’amministrazione comunale era presente il vice-sindaco dr. Marini che ha avuto parole di apprezzamento per l’iniziativa ringraziando la Direzione per l’idea di allestire una mostra nel nosocomio elbano. Molti i presenti, soprattutto operatori dell’ospedale visto che il sabato i poliambulatori sono chiusi, che hanno espresso grande soddisfazione per la manifestazione, la prima realizzata presso l’ospedale e con la Direzione del dr. Graziano. Il Napoleone e gli altri figuranti hanno effettuato una visita anche in reparto con grande sorpresa di una bambina ricoverata in osservazione che si è vista arrivare addirittura l’Imperatore in persona accompagnato dalla guardia e dalle dame! Una foto ricordo per tutti con i figuranti fra le bellissime sagome napoleoniche esposte nell’atrio e messe a disposizione dalla boutique “Tibidabo” e sul finire un aperitivo offerto dal “Centro Ufficio Elbano” di Bargellini. La mostra allestita in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Napoleonici di Portoferraio si trova nella saletta d’attesa dell’ambulatorio ortopedico, al primo piano e rimarrà aperta fino al 6 Luglio.
| 13-06-2014 | "Dall'Oca all'Aquila" all'ospedale una mostra dedicata a Napoleone. Il 14 giugno l'inaugurazione PORTOFERRAIO — Un evento per ricordare Napoleone Bonaparte e la sua venuta all'Elba duecento anni fa. “Dall’Oca all’Aquila” è il titolo della mostra che nell’ambito delle manifestazioni realizzate in occasione del Bicentenario, la Asl 6 di Livorno ha voluto allestire all'interno della struttura ospedaliera elbana. L'evento artistico sarà inaugurato il 14 giugno al primo piano dell'ospedale di Portoferraio. Nell'occasione sarà presente la direzione del Presidio con Graziano Bruno, Maria e il responsabile di zona Gianni Donigaglia, insieme alle autorità locali.
| 03-05-2014 | PORTOFERRAIO (ISOLA D'ELBA) BICENTENARIO 1814/2014
| 01-05-2014 | The 2014 Conference of the Academia Scientiae in Vienna from 23-25 April.
25 April, Adrian Seville: "Spiral Race Games and Scientific Learning in 17th and 18th century France" (Abstract): Simple race games, played with dice and without choice of move, are known from antiquity. In the late 16th century, specific examples of this class of game emerged from Italy and spread rapidly into other countries of Europe. Preeminent was the Gioco dell’Oca (Jeu de l’Oie. Game of the Goose etc). Which spawned thousands of variants over the succeeding centuries to the present day, including educational, polemical and promotional versions (see the paper presented to Scientiae 2013). The present paper involves the educational variants. These began as a French invention of the 17th century, the earliest known being a game to teach History: the Jeu Chronologique published about 1640. By the end of the century, games designed to teach Geography, the Arts of War, Heraldry, Morals and Social Behaviour had also been developed – the accomplishments required of the noble cadet class studying in the colleges of France. Surprisingly, given the rapid international diffusion of the basic game, these educational variants remained largely a French phenomenon. Although some 17th century French examples were adapted for the German market, innovation was generally lacking elsewhere until the middle 18th century, when distinctive English games began to appear. The paper will explore the development of the educational jeu de l’oie up to the French Revolution, showing how the games were shaped by and contributed to the intellectual culture. Games related to the emergence of scientific knowledge in the period will be highlighted, including the remarkable astronomical game, Le Jeu de la Sphere ou de l’Univers, (1661). Other games reflect advances in the application of science, notably those concerning the Arts of War. These ephemeral games, printed on fragile paper, were designed to be topical and interesting. They can therefore give a particular insight into the timescale for the acculturation of science towards the end of the Early Modern period.
http://scientiae.co.uk/wp-content/uploads/2014/04/Seville-Adrian.pdf
| 29-04-2014 | BICENTENARIO NAPOLEONICO 1814/2014 In occasione delle celebrazioni per il Bicentenario dell'arrivo dell'Imperatore Napoleone Bonaparte all'Isola d'Elba saremo presenti con una Mostra dal titolo "Dall'Oca all'Aquila. L'Imperatore è in gioco." La mostra sarà itinerante e partirà da Portoferraio in occasione della rievocazione con figuranti provenienti da tutta Europa dello sbarco avvenuto il 4 maggio.
| 15-12-2013 | BUONE FESTE A TUTTI I NOSTRI AMICI E COLLABORATORI !!!!!
| 09-12-2013 | Collecting Five Centuries of Printed Board Games - Adrian Seville, 11 February 2014 – Senate House, Malet Street, London
Adrian Seville studies the history of printed board games, specialising in research on the Game of Goose and its many variants throughout Europe from the late sixteenth century to the present day. His research concerns the international diffusion of these games and their rich cultural history. He has a special interest in cartographic games and assisted the UK Government Department for Culture Media and Sport as an independent advisor regarding the export of the King George III cabinet of dissected maps, subsequently purchased by the Art Fund of England. He has assisted museums internationally and in the UK, including particularly the Bodleian Library, and Waddesdon Manor. He has given illustrated presentations in many countries and is a member of the Grolier Club of New York, where an exhibition of his personal collection of games is scheduled for 2016. Though these spiral race games are simply played according to the throw of the dice, offering no choice of move, they are interesting objects to collect: often beautiful, and of historical and cultural importance in terms of amusement, education, propaganda or promotion. The numerology of the earliest games reflects medieval origins and tracing the iconography down the years is a rewarding pursuit, though the modern inventions can be equally absorbing. Examples drawn from significant collections world-wide will be presented, with an indication of the research tools useful in this specialised field. The collector also needs an awareness of the organisations and the markets that are involved, given that printed games are much less supported by reliable reference material than are books of comparable value.
Make a note in your diary: 6pm on Tuesday 11 February 2014 – Senate House, Malet Street, London WC1E 7HU. All are very welcome.
| 15-09-2013 | GIOCHI DELL’OCA Percorsi tra pedine e dadi dal ‘700 ad oggi. Una collezione privata di antichi giochi dell’Oca in mostra a Vercelli
Il ponte, l’osteria e il pozzo, il labirinto, la prigione, la morte e qua e là delle oche, lungo un percorso di 63 o 90 caselle. Chi nella sua vita di bambino, e perché no di adulto, almeno una volta non ha giocato al Gioco dell’oca? Dal 22 settembre al 20 ottobre il Museo Leone di Vercelli propone un’esposizione di oltre 50 tavole di Giochi dell’oca e altri giochi di percorso, dal Settecento ai giorni nostri, provenienti da una collezione privata e mai presentati al pubblico prima d’ora. Si tratta di materiali affascinanti, solo all’apparenza legati ad aspetti ludici ed infantili, ma che in realtà si prestano a diversi e complessi piani di lettura. La spirale di numeri, che all’incirca dal 1580 (data in cui il gioco nacque e si perfezionò tra la corte medicea e quella di Spagna) segna il percorso della vita, irto di difficoltà e generoso di soddisfazioni, simboleggia allo stesso tempo il percorso che le anime dei defunti compiono per giungere alla salvezza. Il susseguirsi dei numeri e il punteggio ottenuto attraverso il lancio dei dadi, poi, hanno nei secoli dato il là alle più complicate e stravaganti teorie magico-esoteriche fondate sulla numerologia. Vi sono inoltre profonde implicazioni sociali, a volte anche negative: il gioco infatti, da momento ludico-nobiliare, prevalentemente praticato a corte, diverrà, col passare del tempo e con la sua diffusione, anche gioco d’azzardo, capace di soddisfare il vizio degli scommettitori più incalliti. Ed ecco allora i divieti più severi e le terribili pene comminate dalle autorità di mezza Europa, da Luigi XIV di Francia al Papato romano, a chiunque fosse stato sorpreso a giocar d’azzardo all’oca o ad altri giochi di percorso. E infine, ma gli spunti potrebbero essere ancora più numerosi, lo sfruttamento ideologico, politico e propagandistico, che già a partire dal Seicento si fa dei giochi e dei loro tavolieri, trasformati in veicoli grafici utili a celebrare regimi, guerre, glorie nazionali o più semplicemente, come avverrà a partire da fine Ottocento, strumenti promozionali nelle mani delle nascenti industrie che individuano nei giocatori potenziali consumatori di prodotti da reclamizzare. Tutti queste tipologie, con i loro molteplici aspetti, si ritrovano nella collezione che sarà esposta al Museo Leone. Un cospicuo numero di tavolieri per il Gioco dell’oca, il cui nucleo più consistente si colloca a cavallo tra Otto e Novecento, e altri giochi di percorso, come l’antichissimo “Gioco nuovo di tutte l'osterie che sono in Bologna…” (1720) di Gian Maria Mitelli, nel quale sono elencate le cinquantasette osterie della città ricordate con il nome, l'insegna, l'ubicazione e le specialità culinarie; i giochi legati ai viaggi e all’avventura nell’età del progresso scientifico, come il “Gioco del tramway”, o il raro e prezioso “Volo d’oriente col Gennariello” nato per celebrare i fasti dell’aviazione italiana nel primo periodo fascista (1926), attraverso il ricordo dell’impresa del napoletano Francesco De Pinedo che a bordo dell’idrovolante battezzato appunto “Gennariello” compì un’epica trasvolata sino a Sidney; e ancora: giochi sportivi dedicati al calcio, al ciclismo o all’automobilismo, giochi di guerra come l’”Assalto al castello” o veri e propri giochi d’azzardo ottocenteschi come il “Gioco della Barca” o il “Gioco del Diavolo” oppure misteriosi percorsi esoterici e divinatori atti a predire il futuro come il “Gioco dell’Oracolo”. Completano l’esposizione alcuni antichi volumi riguardanti i giochi da tavolo provenienti dalla Biblioteca di Camillo Leone. Inaugurazione della mostra sabato 21 settembre, su invito, con la presenza di Aldo Spinelli, artista e “giocologo”, collaboratore negli anni di varie testate con rubriche fisse, dedicate appunto ai giochi, tra cui: Il sole 24 ore, Il Corriere della Sera, Capital, Linus, Panorama, Corriere dei Piccoli, Max, Millionnaire, creatore egli stesso di giochi di società, nonché consulente delle maggiori case produttrici quali Clementoni, Hasbro e Mattel. Ha partecipato e condotto trasmissioni radiofoniche e televisive dedicate ai giochi e alla loro storia per la RAI e la Radiotelevisione svizzera. Al Museo Leone interverrà parlando di: “L’oca stravagante. Dal gioco alla letteratura”, la curiosa storia di un Gioco dell’oca, un libro ed un’eredità milionaria. I Servizi Educativi del Museo Leone hanno inoltre preparato percorsi guidati alla mostra per tutte le scuole di ogni ordine e grado, e inoltre, domenica 29 settembre, alle ore 15, su prenotazione, uno speciale laboratorio per bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni, che sarà anche il primo appuntamento del calendario Pit Stop 2013-2014, di cui prossimamente verrà fatta la presentazione ufficiale. Per gli adulti, invece, visite guidate alla mostra durante alcuni week-end di settembre e ottobre ed una speciale visita serale, sabato 28 settembre, in concomitanza con l’apertura straordinaria del museo in occasione della manifestazione “Vercelli Riso Expo”. Numerosi e di prestigio gli enti e le associazioni che hanno collaborato al progetto espositivo, garantendo così la possibilità di organizzare anche eventi collaterali e di supporto alla mostra. Oltre al patrocinio della Città di Vercelli, determinante è stato il contributo economico dell’Amministrazione Provinciale e del suo Assessorato alla Cultura. Gradita la presenza della Delegazione vercellese del FAI, che collabora all’evento e che in occasione della vigilia della chiusura della mostra, sabato19 ottobre, animerà in museo, per tutto il pomeriggio, l’evento dal titolo “Vercelli giOca, FAI un gioco per conoscere meglio la tua città”, un divertente Gioco dell’oca che si snoda tra le bellezze storico-artistiche e i monumenti di Vercelli da giocare al Museo Leone. Su speciali tavolieri preparati per l’occasione dal FAI di Vercelli in collaborazione con i servizi educativi del Museo, grandi e bambini potranno imparare a conoscere meglio la nostra città. Tra i contributori ricordiamo inoltre l’associazione “Donne e Riso”, il sodalizio femminile vercellese che da più di trent’anni promuove la cultura del riso e la sua storia secolare, che parteciperà alla giornata inaugurale e, tra i collaboratori, l’associazione “Torino Città Capitale” che da anni propone sul territorio piemontese la formula vincente della tessera “Abbonamento Musei Torino Piemonte”, un circuito al quale aderisce anche il Museo Leone, garantendo, anche in occasione della mostra “Giochi dell’oca”, l’ingresso gratuito a tutti i possessori della tessera abbonamento. Infine, ma non per importanza, si ringrazia come di consueto la “Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli” per il costante supporto a tutte le attività museali.
Per info e contatti. Segreteria: museoleone@tiscali.it www.museoleone.it tel. 0161.253204
| 10-09-2013 | Games and the City What do public squares, parks, streets, coffee houses and casinos have in common? They all serve, to differing extents, as places for games in the city. The Wien Museum is taking a closer look at these settings in the exhibition ‘Games and the City – Luck, Winnings and Leisure’. What do public squares, parks, streets, coffee houses and casinos have in common? They all serve, to differing extents, as places for games in the city. The Wien Museum is taking a closer look at these settings in the exhibition ‘Games and the City – Luck, Winnings and Leisure’. Until 2 April 2013 in the Wien Museum, you can see small children playing ball on the glacis (the undeveloped area around the city walls), old wives playing tarot or pimps playing Stoß, the illegal card-game similar to faro, in the Gürtel area. The exhibition curators have examined social differences in the world of games, followed historical changes and collected large numbers of exhibits, including rarities like Johann Strauß’s tarot box.
The erotic side of billiards The sound of rolling dice and slot machines helps create the perfect atmosphere for visitors in the entrance area. The exhibition reveals the differences in gaming habits between the classes and the sexes. During the Enlightenment, the game of billiards, hitherto the preserve of the aristocracy, became a bourgeois pastime. Because billiards was played in coffee houses and due to the titillating posture adopted for each shot, with the upper body bent over the table, women were excluded from playing with men, but there were separate women’s billiards groups.
Welcome to Tarotanien Playing cards apparently originate in China. In any case, they became all the rage in Europe in the 14th century and mastering the most common card games became an essential social skill in noble palaces and simple inns alike. In the latter, people generally only played Schnapsen, whereas the aristocracy and bourgeoisie mostly played tarot, which became so widespread that Friedrich Torberg called Austria ‘Tarotanien’. The exhibition contains themed tarot sets showing prominent public figures, fairy tale characters or political subjects, such as the ‘Constitution Tarot’ from 1848, featuring caricatures of that year’s revolution.
The king amongst games It goes without saying that a section of the exhibition is devoted to the king of games – chess. Vienna’s great chess tradition goes hand in hand with that of the coffee house, which proved to be the ideal meeting-place for amateurs and professionals, ordinary citizens and intellectuals. Rich patrons like the Rothschilds and Jewish immigrants from Eastern Europe raised chess standards in Vienna to an international level. The working classes also got into the game, encouraged by Social Democratic politicians, who saw it as an antidote to alcohol and gambling. A map shows the brutal effect that National Socialism had on the survival of Vienna’s many chess cafes. Today, there is not a single one in existence.
A theatre as a prize As the exhibition reveals, the first Viennese lottery financed a marksmen’s festival in 1475. The Italian numbers lottery ‘5 from 90’, introduced in 1752, became the most popular public game of chance. Meanwhile, one part of the exhibition shows how the city itself became inextricably linked to lotteries. From the 16th century onwards, prominent buildings were frequently offered as prizes. This happened twice to the Theater an der Wien, for example. However, the winners usually preferred the cash equivalent to the buildings themselves.
The glacis as a playground A central theme of the exhibition is public playgrounds for children. For a long time, children used open spaces in the city for ball games, hoop rolling or hopscotch. The glacis, the empty space between the inner city walls and the surrounding inhabited areas, was considered the children’s stomping ground. It was only from the 1860s that dedicated playgrounds came into existence, even if they didn’t feature suitable playing facilities for a long time.
Propaganda instruments Like other mass media, games were also used as an instrument of political propaganda. Whether it was ‘Constitution Tarot’ from 1848, Happy Families cards featuring war themes or NS propaganda games, they were ideal for glorifying or disparaging political figures, publicising one’s own superiority or even re-drawing a country’s borders. Part of the exhibition is devoted to two further darker aspects of gaming – cheating, above all with the Stoß games of the Viennese underworld, and slot machines, which conquered Vienna over the years. On top of all this, there is plenty more to discover in the exhibition, for example the fact that Scrabble was actually invented in Vienna, why Piatnik cards were so revolutionary and where the word ‘Bummerl’, meaning a minus point in Schnapsen, actually comes from.
| 05-05-2013 | ANTIQUARIATO DEL '900. Dal Liberty agli anni Cinquanta. E' uscito per i caratteri del "Sole 24 Ore Cultura" il libro di Vittorio Linfante con la collaborazione di Paola Bertola nel quale si trova una interessante rassegna di giochi della seconda metà del Novecento e fra questi anche dei Giochi dell'Oca. Il volume n° 18 fa parte di una collana curata da Irene De Guttry e Maria Paola Maino.
| 02-03-2013 | Lo scorso 16 Dicembre abbiamo partecipato all'inaugurazione della Mostra "Giochi da salotto. Giochi da osteria nella vita milanese dal Cinquecento all'Ottocento", che si è chiusa oggi. La mostra splendidamente organizzata da Dr. Alberto Milano con la collaborazione di Giuliano Crippa ha offerto uno spaccato veramente interessante su questo aspetto sociale della vita milanese presentando dei bellissimi e rari giochi e relativi documenti. Il Dr. Milano ha veramente stupito con la sua presentazione al momento dell'inaugurazione, fornendo tutta una serie di dettagli, notizie e curiosità relative ai giochi. Era presente anche Thierry Depaulis che ha introdotto in francese una breve storia dei giochi. In occasione di questa esposizione è stato realizzato dall'Editore Mazzotta un interessante catalogo che raccomandiamo ad ogni collezionista.
| 28-02-2013 | MOSTRA "Giochi, Giocattoli, Giocatori" Dall’8 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013. Un grande interesse e successo di pubblico ha riscosso la manifestazione organizzata dalla Fondazione Geiger a Cecina (LI). L'argomento, i giochi e giocattoli, sembrava interessare una particolare fascia di età ma in realtà il coinvolgimento è stato totale tant'è che i molti visitatori adulti hanno per un attimo rivissuto la loro infanzia. C'era anche la riproduzione del gioco della Campana o Mondo, che può essere considerato a buon diritto la versione più antica del Gioco dell'Oca.
| 09-02-2013 | Il Prof. Adrian Seville sarà a Parigi il 12 Febbraio e sarà relatore alla giornata di studi organizzata in occasione della Mostra: "ART DU JEU, JEU DANS L'ART. DE BABYLONE A L'OCCIDENT MEDIEVAL" presso il Museo di Cluny (aperta dal 28 Novembre 2012 al 4 Marzo 2013). Il Professore parlerà nel pomeriggio e la sua relazione sarà "Les mystères du Jeu de l'Oie du Metropolitan Museum of Art de New York". La relazione sarà in francese!!!!
| 12-12-2012 | AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI I NOSTRI VISITATORI, COLLABORATORI E AMICI!!!!!!!! Luigi Ciompi, Adrian Seville
| 11-12-2012 | Thierry Depaulis sarà a Milano all'inaugurazione di una mostra sul gioco a cura del Dr. Alberto Milano.
GIOCHI DA SALOTTO, GIOCHI DA OSTERIA. Nella vita milanese dal Cinquecento all'Ottocento.
Inaugura sabato 15 dicembre, ore 18.00, al primo piano di Palazzo Morando, l’importante rassegna sulla storia del gioco da tavolo in Italia, a cura di Alberto Milano, con circa 150 esemplari esposti, fra cui stampe, cartelle e tavolieri in arte povera, matrici da stampa, libri, opuscoli, bandi, attrezzi per il gioco, testimoni delle mode figurative che caratterizzarono i giochi più diffusi a Milano tra il XVI e l'inizio del XIX secolo. In occasione dell’apertura al pubblico domenica 16 dicembre, ore 14.30, si terrà il convegno LA STORIA DEL GIOCO con visita guidata a seguire. Interverranno Thierry Depaulis (in lingua francese), Nicola de Giorgio, Alberto Milano.
La mostra, promossa dall’Assessorato Cultura, Moda, Design del Comune di Milano in collaborazione con Edizioni Gabriele Mazzotta, prosegue fino al 3 marzo 2013. Ingresso libero da martedì a domenica, ore 9.00 - 13.00 / 14.00 – 17.30.
GIOCHI DA SALOTTO, GIOCHI DA OSTERIA Nella vita milanese dal Cinquecento all'Ottocento La storia dei giochi, specialmente per quanto riguarda i secoli passati, è strettamente legata alle vicende della vita quotidiana. Il fenomeno del gioco è uno dei più complessi e sfaccettati poiché vi convergono elementi della cultura visiva, della legislazione, del costume, delle emozioni personali e collettive, può quindi essere osservato da diversi punti di vista. Nella Mostra che si svolgerà a Palazzo Morando in via Sant'Andrea nel Museo di Milano dal 15 Dicembre 2012 al 3 Marzo 2013 verranno evidenziate le mode figurative che caratterizzarono i giochi più diffusi nella nostra città tra il Cinquecento e l'inizio dell'Ottocento. Verrà privilegiata la collocazione dei giochi stessi nel tempo e nello spazio, cercando di precisare il contesto nel quale furono prodotti. Attraverso i circa 150 esemplari esposti (stampe, calendari, cartelle e tavolieri in "arte povera", matrici da stampa, libri, opuscoli, bandi, attrezzi per il gioco), spesso molto rari e destinati in futuro ad arricchire le Raccolte del Castello Sforzesco contribuendo a fare di queste Raccolte le maggiori del genere in Italia, saranno analizzate tutte le tecniche di stampa e della decorazione utilizzate nella realizzazione dei giochi. Saranno presentate le principali categorie di giochi, da quelli da tavoliere (dama, scacchi) a quelli di dadi (Pela il Chiù, Carica l'asino, della Barca), dai giochi di estrazione (Tombola, Cavagnola) a quelli di percorso (dell'Oca, del Barone), alle carte da gioco e ai tarocchi. Ai tavolieri e alle carte utilizzati per i più noti giochi d'azzardo come il Biribissi, il Lotto Reale, il Faraone, la Bassetta, si alternano i giochi didattici destinati ad istruire divertendo, o quelli familiari come la Tombola o il Gioco dell'Oca. Ai giochi in voga un tempo nei salotti dell'aristocrazia e poi della buona borghesia (giochi di società con le carte, Domande e Risposte, Assalto al Castello, Domino, Tangram), fanno da contrappunto i giochi più comuni nelle strade e nelle osterie della città, essenzialmente giochi di dadi e di carte. Personaggi realmente vissuti o di fantasia, caricaturali, umoristici, o tratti dai romanzi storici popolano i fogli e le carte trasmettendoci una viva testimonianza delle diverse epoche e accompagneranno il visitatore nell'allestimento della mostra. La mostra si basa su decenni di ricerche che hanno portato nuova conoscenza nella storia delle immagini a stampa e prospettive originali nella loro interpretazione, riallacciandosi ad una tradizione che ha visto a Milano gli studi di Achille Bertarelli, Clelia Alberici e Giorgio Lise. La città di Milano vanta nel campo del gioco una tradizione che risale al XV secolo quando, secondo la teoria più accreditata vi furono inventate le carte per il gioco dei tarocchi. (Dr. ALBERTO MILANO)
| 01-12-2012 | "24 ORE CULTURA" La Casa Editrice 24 ORE Cultura, dopo la fortunata serie dei “Minimum Design” sotto la Direzione Scientifica di Andrea Branzi (2011), sta realizzando una nuova collana dedicata alle “Arti Applicate” in Italia e all’estero sotto la direzione scientifica di Irene de Guttry e Maria Paola Majno. La collana, che si comporrà di 30 volumi, sarà pubblicata sia in abbinamento editoriale al quotidiano “Il Sole 24 ORE”, secondo una cadenza di uscita settimanale in edicola a partire dal prossimo autunno/inverno (da definire), sia in libreria. Il Dr. V. Linfante sarà il curatore del volume dedicato ai “Giocattoli d’inizio Novecento” e il nostro sito contribuirà all’iniziativa con le immagini di alcuni giochi.
| 16-11-2012 | "GAMES, TOYS & PLAYERS" From 8 December 2012 to 27 January 2013 Opening: Saturday 8 December 2012, 5 p.m. Hermann Geiger Cultural Foundation, Exhibition Hall, Piazza Guerrazzi 32, Cecina (Livorno) Exhibition & Catalogue by Alessandro Schiavetti Opening hours: daily from 4 to 8 p.m. - Free admission For information: 0586.635011 - www.fondazionegeiger.org
The exhibition organized by the Hermann Geiger Cultural Foundation and titled GAMES, TOYS & PLAYERS will lead the visitor to the discovery of the world of play, games and toys. The evolution of play occurred in the early 20th century, when it reached its richest, most significant height. The exhibition is organized into eight different sections focussed on themes such as model-making; building bricks; antique toys and games; board, logic and party games; role-playing games; games dating back from the 1970s and 1980s and the world of videogames; and the most renowned parlour and open-space games. In an open space, even the simplest of pastimes gains the same importance as a valuable collector’s item, because what matters is playing and devoting part of one’s day to leisure as well as to the development of imagination and creativity. We know from historical research that children in ancient times played in a very similar way as today’s children, with games and toys which have remained unchanged to this day, in line with a tradition going back thousands of years. Whirligigs, party games, toy soldiers: in-depth research has demonstrated that they existed long time ago. The exhibition includes ancient games such as tops and bowling, as well as building bricks, Lego and Meccano, and static and dynamic model-making. Games and toys have gone a long way along a path that has crossed epochs and civilizations, dynasties and palaces. Play means joy, growth and development. It is the best incentive for any type of activity. Recent studies have suggested that the more time we devote to playing the more our well-being is enhanced, as well as our work efficiency and human relationships. Toys and their use have increased everyone’s creative capabilities. The exhibition curated by the Art Director of the Foundation, Alessandro Schiavetti, is a route through imagination which will cover each of these themes: the highest points of creativity in play up to present-day multimedia and videogames. The exhibition will show interesting toys from a recent and distant past, coming from all over Italy, including museums and private collections. Detailed panels on the history of play are aimed at rekindling collective memory and spreading the moral message of healthy entertainment. The exhibition will be open daily from Saturday 8 December 2012 to Sunday 27 January 2013, from 4 to 8 p.m. Admission is free.
| 07-11-2012 | MOSTRA "Giochi, Giocattoli, Giocatori" Dall’8 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013 Inaugurazione sabato 8 dicembre 2012, ore 17 Fondazione Culturale Hermann Geiger, Sala delle Esposizioni, Piazza Guerrazzi 32, Cecina (Li) Esposizione e catalogo a cura di Alessandro Schiavetti Orario di apertura: tutti i giorni dalle 16 alle 20 - Ingresso gratuito Per informazioni: 0586.635011 - www.fondazionegeiger.org La mostra organizzata dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger e chiamata GIOCHI, GIOCATTOLI, GIOCATORI accompagnerà il visitatore attraverso un percorso storico-conoscitivo del mondo del gioco e del giocattolo. L’evoluzione nel tempo dei modi di divertirsi giunge nel primo Novecento al suo momento più ricco e significativo. L’esposizione prevede un percorso articolato in otto settori differenti che toccheranno tematiche come modellismo, giochi di costruzioni, giochi antichi, giochi di logica e società, Gdr, i giochi degli anni Settanta e Ottanta e il mondo del videogioco, i grandi giochi da salotto e quelli per gli spazi aperti. È all’aperto che i passatempi semplici acquistano la stessa importanza di un giocattolo ricco e da collezione, perché appunto l’importante è giocare e dedicare parte della propria giornata al gioco e allo sviluppo della fantasia e della creatività. Grazie a ricerche storiche, siamo a conoscenza che i bambini dell’antichità giocavano in maniera del tutto simile ai nostri, con giocattoli e divertimenti che sono rimasti gli stessi fino a oggi, secondo una tradizione più che millenaria. Le trottole, i giochi di gruppo, i soldatini. Tutti passatempi che grazie a intense ricerche sono risultati presenti già moltissimi anni fa. Giochi antichi come la ruzzola e il bowling, per passare ai vari tipi di costruzioni, fino al Lego e al Meccano. Il modellismo statico e dinamico. Il gioco e il giocattolo hanno percorso integri fino ad oggi un cammino che li ha fatti attraversare epoche e civiltà, dinastie e palazzi. Il gioco è fonte di gioia. Di crescita e di sviluppo. È il migliore degli stimoli per qualsiasi tipo di attività. Recenti studi hanno dimostrato che quanto più tempo dedichiamo alle attività ludiche tanto più aumenta il nostro benessere, le attività lavorative migliorano, così come i rapporti umani. Il giocattolo e il suo utilizzo hanno aumentato le capacità creative di ogni uomo. L’esposizione curata da Alessandro Schiavetti, Direttore Artistico della Fondazione Geiger, è un percorso nella fantasia che arriverà a toccare ognuno di questi temi, i punti più alti della creatività nel gioco, fino a giungere nell’era del multimediale e del videogames. Saranno esposti bellissimi giocattoli di un passato recente e lontano, provenienti da tutta Italia, da musei e da diverse collezioni private. Attraverso attente pannellature sulla storia del gioco, la mostra tende a sollecitare la memoria collettiva, rendendo pubblico il messaggio morale del “divertirsi” nel modo corretto. La mostra resterà aperta al pubblico da sabato 8 dicembre 2012 fino a domenica 27 gennaio 2013, tutti i giorni dalle 16:00 alle 20:00, con ingresso gratuito
| 08-04-2012 | From Prof. Adrian Seville: "I am just back from opening the small exhibition of my games at Haldon Forest Park, near Exeter. The games are all playable, under glass, and look quite well. I have supplied images for rule books which the museum have made into booklets, so it is quite thorough."
"Games hold a mirror to civilization; they build bonds, trust and strengthen social relationships. For the Cultural Olympiad, CCANW is exploring – through a range of exhibitions and activities that are participatory and fun – what games can tell us about ‘human nature’; and how a deeper understanding of the advantages of cooperation can help us all to address the needs of the planet at this time. Indoors, the exhibitions are presented in two parts. The first shows a selection of remarkable early board games – some of which may be played – which were intended as guides to moral improvement or general knowledge, war games devised by Guy Debord and H.G. Wells, and documentation of unusual local games, past and present."
| 17-02-2012 | Playing, Learning, Flirting: Printed Board Games from 18th Century France - a special exhibition at Waddesdon Manor 28 March - 28 October 2012
( http://www.waddesdon.org.uk/collection/exhibitions/playing,-learning,-flirting-french-18th-century-board-games )
This exhibition at Waddesdon Manor, curated by Rachel Jacobs, is the culmination of work Adrian Seville has been doing for the past few years, with Phillippa Plock of the National Trust of England, researching the Rothschild Collection of printed board games. Almost all the collection, newly cleaned and annotated, will be on view. These games are not normally on show, so this is a chance to see some uniquely rare and beautiful items, including two or three pieces of games equipment from his collection.
| 17-02-2012 | Games People Play - a special exhibition near Exeter 6 April – 30 September 2012
( http://ccanw.co.uk/future-programme.htm )
This exhibition, which Adrian Seville has helped Clive Adams to curate as part of the 2012 Cultural Olympiad, is at the Centre for Contemporary Art and the Natural World, in a park a few minutes away from Exeter in the south west of England. They are showing 10 or so of his games, with other things. One theme is games that encourage moral behaviour - 'Here's Helen half choking from eating mince pies....'
| 02-07-2011 | PONTREMOLIS....UNA CITTA' IN SCATOLA (Pontremoli-Massa e Carrara-Toscana-Italia) Interessante iniziativa a Pontremoli a cura dell'Associazione Alma. Domenica 10 Luglio 2011 alle ore 17.30 nella Piazzetta di San Geminano verrà presentato il Gioco "Pontremolis... una città in scatola" realizzato dall'artista Paola Colleoni.
Pontremolis” segue le orme del popolarissimo “Gioco dell’Oca”, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e la cui forma moderna risale alla versione che Ferdinando de’ Medici fece realizzare per Filippo II di Spagna. Da allora, amato per le sue mille potenzialità estetiche e metaforiche, il gioco ebbe ampia fortuna presso le corti di tutta Europa: la possibilità di realizzare tabelloni riccamente decorati, sui quali narrare vere e proprie avventure, riprodurre battaglie famose, episodi storici, favole, miti e leggende, con gran dovizia di particolari e mutando il tema dell’oca a piacimento, accese l’ispirazione tanto che alcuni esemplari di “Gioco dell’Oca” possono considerarsi delle vere e proprie opere d’arte. L’idea del gioco “Pontremolis” è nata per narrare le vicende di Pontremoli, centro della Lunigiana dal passato ricco di storia. Il tema conduttore del gioco è il libro, che tanta parte ha nella tradizione cittadina, famosa per i librai ambulanti e per il Premio Bancarella. Informazioni: http://www.pontremolis.it/pontremolis-il-gioco/
| 22-03-2011 | Riceviamo da Andrea Angiolino:
"I Newsgame di Fine Millennio" È possibile fare giornalismo, informazione, satira usando una forma ludica? Questa la domanda che guiderà i partecipanti a Glocal Newsgaming Barcamp, un incontro di dialogo aperto tra giornalisti, game designer, ricercatori, studenti e giocatori. Sarà un’occasione per esplorare i molti modi in cui il gioco, elettronico o tradizionale, può intrecciarsi con il mondo del giornalismo, della critica sociale e della memoria storica. Professionisti, ricercatori e giocatori potranno così ragionare insieme sulle potenzialità del newsgaming, un nuovo modo di fare informazione, critica e satira che, sfruttando l’interattività e il piacere del gioco, stimola la partecipazione attiva degli utenti. A differenza del giornalismo tradizionale – che propone notizie, commenti e informazioni in modo unidirezionale – un newsgame mette in scena realtà, situazioni e problemi del mondo contemporaneo, lasciando al giocatore la libertà di sperimentare la simulazione per elaborare un proprio pensiero critico. I partecipanti, seduti attorno a un tavolo in piccoli gruppi, potranno discutere tra loro; ogni trenta minuti i gruppi di discussione verranno riorganizzati, consentendo così di confrontarsi con un numero ampio di persone.
Nell'ambito del Glocal Newsgaming Barcamp ci sarà la mostra a corredo "I Newsgame di Fine Millennio", dove si parlerà di giochi legati a fatti di cronaca (vedi pdf in "Storia"). L'evento si tiene all'interno della fiera Play 2011 a Modena, sabato 26 e domenica 27 marzo. La mostra è visitabile per tutto l'arco della fiera. Il sito della fiera è questo: http://www.play-modena.it/
| 11-11-2010 | Our site is now 3 years old!!! After a long silence during which, however, we continued to work on the database, we are returning with new things and this time we will do them in English so that we can satisfy all our fans. There are important novelties thanks to an anonymous internetist from Sydney, Paul K. who, in 2008, put many photos online(http://www.flickr.com/photos/bibliodyssey/3037599127/in/photostream/ ); and amongst these, many images of games preserved at the British Museum and unknown until today. Finally we can admire “La filosofia Cortesana” (1588)[The Courtesan's Philosophy] which we had known about for a long time through the description in Alonso De Barros' book “La filosofia cortesana moralizada”[The Morality of the Courtesans' Philosophy]. In the “Le Vieux Papier” magazine, Professor Manfred Zollinger has published an excellent review (“Un Jeu retrouvé: La Filosofia Cortesana d'Alonso De Barros” [A Game refound: Alonso De Barros' The Courtesan's Philosophy]. But Paul K. has also made known other (very Italian) games such as: “Il novo et bello et piacevole gioco della scimia” [The nice, new, pleasing monkey game] (1588, game of the goose variation with monkeys in place of geese); “Il novo et piacevole gioco dell'ocha” (1598) [The new, pleasing game of the goose]. So Coriolani's game, which was dated 1640, is no longer the oldest game! We know from documents that Francesco dei Medici (1547-1587) presented a game to the King of Spain; we have a goose game variation dated 1588 and therefore we can affirm with certainty that the origin of the game came about in the second half of the 1500's, before 1588. Let's hope that other documents from the Museum come out so that other interesting discoveries can be made! There are 1400 games in the archive. We have added games from the collector Edward C. (he asked to remain anonymous), all mounted on linen-backed paper and from the beginning of the 1800's. We have also added other games from the Seville Collection, certainly one of the richest and most precious! We are waiting for a collection of more than 700 examples from France and also hope that the Dutch lady Christine Sinninghe Damsté will make hers available. We are preparing images of all the plates contained in D'Allemagne's book which will be archived in a similar way to the Mitelli images. Our webmaster continues to work: now it's possible to see all the images of the games in alphabetical order or by date. Very importantly, it is also possible to have a printable version of the game forms. The collector Cosimo Giannuzzi is working on a publication which deals with traveling games and we hope that we will be able to publish it soon. An interesting Dutch site has started up (Historisch Overzicht Nederlandse Gezelschapsspellen) and our cooperation has been asked.(http://hong.vlinden.com/index.asp?r=Spelplaten%20en%20Posters). Carlo Pellegrini has written a thriller (The Game of the Goose) in which the protagonist finds the criminals by following the form of the game of the goose!! The “Montenero Circuit” in the My Games section is almost complete and autonomous after a year's work (www.circuitodelmontenero.it). Soon an interview of Pierre Dietsch on Radio France will be added. There are still many errors to be corrected which we ask our fans to tell us about.
| 15-08-2010 | IL GIOCO DELL'OCA PER SPIEGARE IL QUIRINALE Realizzato da Antonella Abbatiello e dallo Studio B. Bozzetto.
"ISTITUZIONI E WEB Il Quirinale? Ve lo spiega un videogioco Sul sito della Presidenza della Repubblica una passeggiata virtuale per il Colle dedicata ai ragazziISTITUZIONI E WEB. Il Quirinale? Ve lo spiega un videogioco. Sul sito della Presidenza della Repubblica una passeggiata virtuale per il Colle dedicata ai ragazzi. Un incontro tra il presidente Napolitano e un gruppo di ragazzi. ROMA - Visitare stanze, corridoi e giardini del Quirinale avanzando nel percorso dopo aver risposto a una serie di quiz, proprio come in un singolare e divertente gioco dell’oca. E proprio di gioco dell’oca si tratta, anche se qui tutto è virtuale. E a misura del divertimento e dell’apprendimento offerto ai ragazzi, agli studenti delle elementari, delle medie e anche ai più grandicelli delle superiori. Un viaggio d’istruzione divenuto possibile dopo che la Presidenza della Repubblica ha messo online, al sito ufficiale www.quirinale.it, il «videogioco» che permette la passeggiata per il Colle raccontato via internet. Un’iniziativa rivolta ai giovani, ma anche ai meno giovani, interessati a conoscere storie e segreti del Palazzo e le prerogative del Capo dello Stato.
Il gioco del Quirinale Il gioco è semplice e appassionante. Si percorre il «sentiero» dopo aver sostato tra le caselle che propongono animazioni, quiz guidati, fotografie e filmati storici, riproduzioni in 3D degli interni del Quirinale. Una volata tra quadri rinascimentali, sculture barocche, affreschi sul Risorgimento e il testo della Costituzione approvato nel 1946. Tutto raccontato dalle illustrazioni di Antonella Abbatiello (autrice di libri e film per ragazzi) con la «regia» dello studio Bruno Bozzetto, il «Disney» italiano celebre per i suoi cartoni animati, da «West & soda» alle avventure del «signor Rossi».
Il «videogame» del Colle ha avuto una anteprima a Palermo, nel corso del Festival «Officina Minimondi», diretto da Silvia Barbagallo, dedicato alla letteratura e illustrazione per ragazzi. Proprio a «Minimondi» è nata l’idea del gioco. «Siamo orgogliosi di avere tenuto a battesimo l’iniziativa della Presidenza della Repubblica. In sostanza ci siamo posti l’obiettivo di fare educazione civica divertendosi - commenta Silvia Barbagallo, storica libraia di Parma e l’ideatrice di Minimondi -. L’idea nasce con l’intento di avvicinare i ragazzi ai libri, alle illustrazioni, alla letteratura, ma anche con il forte obiettivo di creare un luogo dove i giovani possano confrontarsi con la realtà che li circonda. E di questa realtà – prosegue la responsabile del festival - fanno parte appieno le istituzioni, prima fra tutte la Presidenza della Repubblica». Dallahome del sito del Quirinale si arrivare al gioco dell’oca che introduce alla «visita virtuale» è semplice. Con il mouse, si scende in basso a sinistra e si clicca sul pulsante «per i ragazzi».
A questo punto è proprio Giorgio Napolitano a dare il benvenuto. «Sono lieto di accogliervi nel sito della Presidenza della Repubblica. Abbiamo voluto aprire gli strumenti della comunicazione del Quirinale - racconta il Capo dello Stato - alle nuove generazioni per favorire un rapporto sempre più stretto, conoscerci senza barriere e costruire, insieme, occasioni di partecipazione alla vita democratica». Prima di avviare il link del gioco il Presidente invita anche «a “visitare” la pagina dedicata alla Costituzione realizzata con il contributo di tanti studenti: presentando quel lavoro ho scritto che “la Costituzione va letta, va studiata e va praticata, prendendo le mosse dai principi fondamentali che costituiscono la sua ragione d'essere. Così si diventa costruttori di democrazia"».
Il «videogame» inizia con la schermata delle caselle. Una finestra chiede di lanciare i dadi (ma naturalmente per tirarli basta un normale clic) e finalmente si può iniziare. Rispondere in modo corretto alle domande (tipo, cosa fanno i corazzieri?) permette di passare alla casella successiva e «visitare» il palazzo. Camminare «online» per il Colle è un po’ come sbirciare il mondo attraverso Google Street, con l’aggiunta che in questo caso il tour virtuale permette di toccare con mano il senso di autorevolezza che viene dal sito del Quirinale. Azionando in su e in giù il mouse, nel formato «3D» scorrono le immagini del Cortile d’Onore, scalinate, sale, salottini e biblioteche. In tutto sono 25 link pieni di fotografie ai quali se ne aggiungono altri 14, quelli della sezione con le stanze «off-limits» durante gli orari di apertura al pubblico. Poi si torna al gioco dell’oca. E la passeggiata prosegue."
Alessandro Fulloni Dal "Corriere della sera" Cronaca di Roma28 agosto 2010
| 22-02-2009 | Dal 15 novembre 2008 al 22 febbraio 2009 a cura del comune di Lumezzane (Valle Trompia) si è tenuta una mostra dal titolo “Il brutto anatroccolo” di H.C.Handersen. Particolarmente interessante l’interpretazione data dall’autrice Antonella Abbatiello: “Una fiaba raccontata attraverso un gioco. Cercando una chiave interpretativa per ‘Il brutto anatroccolo’, per associazione di idee, e di figure, ho pensato al Gioco dell’Oca. Mi è sembrato perfetto. Il Gioco dell’Oca è un gioco antico, che evoca in tutti l’atmosfera dell’infanzia. Inoltre è un gioco che prevede un percorso, fatto di ostacoli e di avanzamenti, fino alla vittoria finale. Anche ‘Il brutto anatroccolo’ è la storia di un percorso faticoso e pieno di ostacoli da una condizione di bruttezza e mancanza di identità alla soluzione positiva, alla felicità. Un percorso di trasformazione pieno di speranza, che tutti, bambini o adulti, possono leggere come una personale possibilità.” Nel catalogo con la Bibliografia della mostra itinerante a parte una bellissima copertina che presenta un simpatico gioco dell’oca, si fa riferimento al nostro sito. La mostra chiusa in febbraio sarà itinerante. Ecco le date:
Biblioteca di VILLA CARCINA (dal 2 marzo al 14 marzo 2009) Via XX Settembre, 22 - Tel. 030 8982223
Biblioteca di NAVE (dal 18 marzo al 31 marzo 2009) Via Brescia, 41c - Tel. 030 2537486
Biblioteca di SAREZZO (dal 3 aprile al 30 aprile 2009 Via Bailo, 47 - Tel. 030 800591
Biblioteca di TAVERNOLE s/M (dal 6 maggio al 29 maggio 2009) Via Forno Fusorio, 1 - Tel. 030 9220245
Biblioteca di LODRINO (dal 1 ottobre al 13 ottobre 2009) Via Michelangelo - Tel. 030 8950232
Biblioteca di CONCESIO (dal 16 ottobre al 29 ottobre 2009) Via E. Mattei, 99 - Tel. 030 2751668
Biblioteca di COLLEBEATO (dal 3 novembre al 14 novembre 2009) Via Martinengo, 8 - Tel. 030 2511106
Biblioteca di BOVEZZO (dal 18 novembre al 30 novembre 2009) Via Vittorio Veneto, 13 - Tel. 030 2111248
Biblioteca di MARCHENO (dal 3 dicembre al 23 dicembre 2009) Via G. Zanardelli, 111 - Tel. 030 8960174 Calendario della mostra 2009
| 15-01-2009 | Abbiamo finalmente risolto i problemi tecnici e poi... ci siamo presi un po' di vacanza! Continuiamo ad aggiornare il database e si aggiungono altri giochi alla collezione grazie alla solita collaborazione del Prof. Adrian Seville che continua a scrivere sull'argomento e a tenere conferenze. La duecentesima pubblicazione dal titolo "The sociable Game of the Goose" in Bibliografia è infatti il suo intervento lo scorso anno a Lisbona in occasione del "Board Games Studies Colloquia XI", svoltosi dal 23 al 26 Aprile. Naturalmente il Professore si è impegnato anche a dare le indicazioni necessarie per poter accedere al sito su www.agpc.org !! Speriamo di poter completare la sezione i miei giochi al più presto: particolarmente richiesto è il "Montenero Circuit". Abbiamo ricevuto molta posta soprattutto da parte di ricercatori e su temi correlati al gioco dell'oca (labirinto, giochi di dadi, giochi dell'infanzia etc...). Claude QUETEL, che insieme a GIRARD, A.R. ha pubblicato il libro: "L’histoire de France racontée par le jeu de l’oie" ci ha contattati per avere materiale sull'"Alliance Franco-Russe".Il sito è molto visitato e soprattutto si cominciano a vedere citazioni su altri lavori. Prossimo aggiornamento a febbraio.
| 10-07-2008 | Un danno improvviso ed irreversibile all' hard disk, proprio mentre stavamo per salvare tutto, ha comportato la perdita di gran parte del database aggiornato e soprattutto del materiale relativo alla sezione "I miei giochi" che purtroppo rimane ancora incompleta. Siamo riusciti a recuperare il salvabile e grazie al Webmaster Massimo Diquirico ora ci sono in archivio 1000 giochi!! Abbiamo aggiunto la possibilità di classificare i giochi per nazione ma soprattutto, su consiglio di Adrian Seville, la possibilità di identificarli con un numero di codice a cui corrisponde il relativo URL. Abbiamo ricevuto molte comunicazioni relative ad errori e materiale nuovo da inserire. Segnaliamo il sito: http://imago.sebina.it/SebinaOpacIMAGO/Opac?sysb molto interessante perchè presenta un elenco di giochi con descrizione. Speriamo di completare al più presto la sezione "I miei giochi".
| 01-06-2008 | Nel mese di Maggio ci sono state 6663 visite e ben 669 downloads. Stiamo lavorando alla nuova sezione "I miei giochi" che sarà l'occasione per riproporre il materiale presentato nelle mostre correlate agli stessi giochi. Il database è sempre in fase di aggiornamento e correzione: abbiamo inserito anche le "Ephemera".
| 15-05-2008 | Aumentano in maniera straordinaria le visite dai paesi orientali (Cina, Thailandia, Vietnam) e contemporaneamente siamo stati bombardati da messaggi contaminanti. In particolar modo abbiamo avuto dei problemi con il Guestbook e quindi siamo stati costretti ad introdurre un filtro.
| 01-05-2008 | Visite in ulteriore aumento: 3743 nel mese di Aprile!! Il Prof.Seville è intervenuto a Lisbona all'annuale riunione del Board Game Studies e aspettiamo che ci invii la sua relazione per inserirla nel sito. Ci sono stati ben 388 downloads: al primo posto l'estratto del "Vieux Papier" con l'intervento di P.Dietsch. Interessanti le visite sul sito dalla Corea, da Israele, dal Sud-Africa, Thailandia, Russia, Giappone e India. I primi di Giugno aggiornamento del database.
| 15-04-2008 | Riceviamo da Pierpaolo Rinaldi: Al Museo Luzzati dall’11 aprile al 15 giugno in mostra EMANUELE LUZZATI. GIOCHI CARTE E TAROCCHI
Inaugura venerdì 11 aprile, ore 18, al Museo Luzzati di Genova la mostra EMANUELE LUZZATI. GIOCHI CARTE E TAROCCHI, soggetti molto amati da Luzzati e ripresi in tante diverse occasioni lungo tutto il suo percorso artistico. Sarà un’occasione unica per vedere raccolti bozzetti, studi, serigrafie e realizzazioni di veri e propri giochi da tavolo con tanto di regolamento. Ad alcuni di questi verranno dedicate “stanze” con tavoli da gioco e pedine, in particolare con il “Dilettevole giuoco della Gazza Ladra”, di cui verrà esposto anche il bozzetto originale e un divertente “mobile” alla Calder, con il gioco dell’oca realizzato con i manifesti il cui regolamento venne scritto da Rita Cirio, con il grande gioco da pavimento a tema Pierino e il Lupo che, per la gioia di tutti i bambini, verrà organizzato e animato alla domenica e, su prenotazione, per le scuole che parteciperanno ai laboratori del museo. Numerosissimi anche gli esempi di carte, da quelle con i personaggi in macchina realizzate per la Fiat a quelle per l’Italsider , dalle “Rinocarte” in cui sotto la corona del re, della regina e del fante spuntano corni e facce da rinoceronti (realizzate per “Rinocerabilia” esposizione ideata da Story and Glory nel 1991 a Torino) fino ai tanti bozzetti realizzati con il collage di carta (decorative, non da gioco stavolta) di Varese che così bene si adatta a vestire i re e le regine. Infine i Tarocchi, realizzati in serigrafia nel 1993 per lo spettacolo del Teatro della Tosse e poi, visto l’enorme successo, riproposti in tante versioni diverse. Le carte e i tarocchi, con la loro storia antica e popolare e il loro uso ludico nella vita quotidiana sono stati mezzo d’espressione ideale di Emanuele Luzzati: “Nulla meglio delle carte da gioco può esemplificare l’atteggiamento che Luzzati attribuisce al proprio lavoro di disegno e l’uso stesso che suggerisce agli altri di farne. La sua arte è sempre applicata, mai fine a sé stessa” (Ferruccio Giromini) .
Saranno infine esposti quei bozzetti e tavole che presentano il tema delle carte, da opere per l’illustrazione del libro di Alice ad altre per quelli di Rodari o per scenografie e manifesti di spettacoli. Durante il periodo della mostra verranno organizzati incontri sul tema del gioco, della storia delle carte e verranno organizzati tornei utilizzando i giochi ideati da Emanuele Luzzati. Nel caso di un gioco in particole il Torneo dell’Orlando Furioso, studiato e fatto per l’Italsider negli anni ’70, sono andate perse le regole: il Museo Luzzati lancia al pubblico la divertente sfida di provare a scrivere il regolamento…
Ingresso €5, bambini gratis fino a 6 anni, €2 dai 7 ai 12 anni, €4 ridotto fino ai 18 e sopra ai 65 anni Orario dal martedì alla domenica 10 - 18, lunedì riposo Per informazioni: Museo Luzzati, Area Porto Antico 6 16128 Genova Tel 0102530328 info@museoluzzati.it – www.museoluzzatti.it
Ufficio stampa Laura Grendanin tel 010 2532028- 339 4604417 comunicazione@museoluzzati.it
| 01-04-2008 | Aumenta il numero delle visite sul sito: nel mese di Marzo ben 2568 visitatori. Naturalmente stiamo ancora lavorando sul database per apportare delle modifiche e per aggiungere altri giochi ed altro materiale. Tutti coloro che trovano problemi tecnici durante la visita del sito sono pregati di darne notizia. Abbiamo ricevuto delle interessanti comunicazioni da parte di studiosi e ricercatori. Bruce WHITEHILL ha inviato foto di giochi americani e dall'Olanda sono arrivate proposte di collaborazione. Aspettiamo con ansia comunicazioni di altri appassionati "ocaludofili"!!!! E' arrivato finalmente "Le Jeu des Arts et Métiers"!!!
| 01-03-2008 | Dal 4 al 29 Febbraio, 1813 visite nel sito e 800 downloads!!!!! (al terzo posto l'articolo "The Christmas Goose" di A.Seville con 86 downloads). La maggior parte dei visitatori è americana e si tratta soprattutto di Università. Il giorno 21, dopo la comunicazione ufficiale dell' amico Prof. Seville al Board Game Studies ci sono stati ben 231 visitatori. In Europa i visitatori sono soprattutto Inglesi, Olandesi e Spagnoli.
| 13-02-2008 | Viste le tante richieste siamo stati costretti a far partire l'archivio che ancora è incompleto!! Ci sono molti errori e ci scusiamo, ma il lavoro è veramente enorme e quindi di volta in volta verranno fatte le necessarie modifiche e correzioni. Aspettiamo naturalmente consigli e suggerimenti. Grazie al professor Adrian Seville sempre disponibile e soprattutto molto sensibile a queste iniziative!!!
| 03-02-2008 | Aggiornato l'archivio con quasi 1000 giochi completi!
| 30-10-2007 | Aggiornata la bibliografia
| 17-10-2007 | Aggiornate le pagine con la descrizione delle caselle corrispondenti a ponte, morte, labirinto, prigione, albergo, pozzo
| 01-09-2007 | Oggi nasce il sito www.giochidelloca.it. By Luigi Ciompi
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