Giochi dell'Oca e di percorso (by Luigi Ciompi & Adrian Seville)

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Jeu du Chemin de Fer

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	primo autore:	Non indicato
	secondo autore:	Gangel-Gangel&Dembour-Gangel&Didion-Gangel et Didion-Gangel & P. Didion
	anno:	1864
	luogo:	Francia-Metz
	periodo:	XIX secolo (3°/4)
	percorso:	Percorso di 63 caselle numerate
	materiale:	carta incollata su cartone ripiegato in 2
	dimensioni:	460X660
	stampa:	Litografia a colori
	luogo acquisto:	Francia
	data acquisto:	16-04-1980
	dimensioni confezione:
	numero caselle:	63
	categoria:	Ferrovie, Tramway, Metropolitana
	tipo di gioco:	Gioco oca variante
	editore:	Imagerie Gangel à Metz
	stampatore:	Imagerie Gangel a Metz
	proprietario:	Collezione L. Ciompi - A. Seville
	autore delle foto:	L. Ciompi - A. Seville
	numero di catalogo:	13
	descrizione:	Gioco di 63 caselle numerate, spirale, antiorario, centripeto. REGOLE: al centro. CASELLE: con didascalia. Cas. 1): Entrée de la Gare; Cas. 2): Wagon de seconde; Cas. 3): Wagon de premiere; Cas. 4): Tender; Cas. 5): Le Graully; Cas. 6): Bureau de distribution des billets; Cas. 7): Grue hydraulique; Cas. 8): Tunel; Cas. 9): Station; Cas.10): Telegraphe electrique; Cas. 11): Sonnerie de depart; Cas. 12): Aiguille de changement de voie; Cas. 13): Wagon de troisieme; Cas. 14): Diligence; Cas. 15): Wagon à bagages; Cas. 16): Tender; Cas. 17): La ville de Marseille; Cas. 18): Station; Cas. 19): Buffet; Cas. 20): Wagon à bagages; Cas. 21): Truc portant du vin; Cas. 22): Wagon farinieres; Cas. 23): Wagon de bergerie; Cas. 24): Tender; Cas. 25): La Ville de Nancy; Cas. 26): Signal de ralentissement; Cas. 27): Station; Cas. 28): Pont sur une Route; Cas. 29): Maison de garde; Cas. 30): Tender; Cas. 31): La Ville de Strasbourg; Cas. 32): Wagon à Vigie; Cas. 33): Diligence; Cas. 34): Tender; Cas. 35): Ville de Bordeaux; Cas. 36): Station; Cas. 37): Embranchement; Cas. 38): Guerite de cantonnier; Cas. 39): Chateau d'eau; Cas. 40): Pont sur une Riviere; Cas. 41): Verin pour lever; Cas. 42): Plaque tournante; Cas. 43): Disque de ralentissement; Cas. 44): Surveillant de nuit; Cas. 45): Station; Cas. 46): Wagon à houille; Cas. 47): Wagon Poste; Cas. 48): Diligence; Cas. 49): Wagon à bagages; Cas. 50): Tender; Cas. 51): La Ville de Paris; Cas. 52): Bureau du Commissaire; Cas. 53): Signe d'arret; Cas. 54): Station; Cas. 55): La voie libre; Cas. 56): Vue d'une tranchée; Cas. 57): Vue d'une courbe; Cas. 58): Accident; Cas. 59): Wagon à Vigie; Cas. 60): Diligence; Cas. 61): Tender; Cas. 62): La Jeanne d'Arc; Cas. 63): Station. NOTA: Vedi anche esemplari Arch. n°61, Arch. n°786, Arch. n°1007, Arch. n°1430, Arch. n°1599 e e Arch. n°2770. REFERENZA 1 (D'Allemagne, pag. 226): "Jeu du chemin de fer. Metz, Gangel (1864). Litho en couleurs. 46x66. Materiel de traction et de signalisation, ouvrage d'art etc. Dans les coins, personnages et scènes. Voir notice et pl. 42. Meme jeu. Nancy, Delhalt (réimp.) v.1880. Variante du meme jeu. Metz, Didion (v. 1875), 24x36." Exhibitions: - "Il Gioco dell'Oca nei tempi" . Pro Loco Mirano, Mirano (VE) Barchessa di Villa Morosini ora XXV Aprile. 27 Ottobre - 18 Novembre 2001.
	bibliografia:	1) DOLLFUS, Charles - DE GEOFFROY, Edgar: "Histoire de la locomotion terrestre. Les chemins de fer", Collection des grands ouvrages de "L'Illustration" 13 Rue Saint-Georges, Parigi 1942. 2) ALLEMAGNE, Henry-René D’ : "Le noble jeu de l’oie en France, de 1640 à 1950", Ed. Grund, Parigi 1950. 3) HAMILTON S., David: "Le Monde fascinant des trains", Paris, Gründ, 1977. 4) HAMILTON C., Ellis: "Le Train.L’épopée des chemins de fer", Paris, Éditions Princesse, 1978. 5) MASCHERONI, Silvia - TINTI, Bianca: “Il gioco dell’oca: un libro da leggere, da guardare, da giocare”. Ed. Bompiani, Milano 1981. 6) GIRARD, Alain R.-QUETEL, Claude: "L’histoire de France racontée par le jeu de l’oie", Ed. Balland-Massin Parigi 1982. 7) PERROUT, René: "Trésors des images d’Épinal", Barembach, Éditions J.-P.Gyss, 1985. 8) GEORGE, Henri: "La Belle Histoire des images d’Épinal", Paris, Éditions du Cherche-Midi, 1996. 9) GALOIN, Alain: "Le jeu du chemin de fer français", Histoire par l'image, 2006 [en ligne)].
		La ferrovia (Mascheroni&Tinti)
		La ferrovia “È vero che le carrozze di prima classe camminano più in fretta dei vagoni ordinari e sono anche più care?” chiede dubbioso il distinto signore in redingote e tuba all’ufficio informazioni: non sarà troppo rischioso viaggiare in ferrovia con la famiglia? Ma la tentazione è forte, l’avventura ha inizio. Siamo nel 1880: le chemin de fer affascina tutti i francesi, anche i più scettici, le sei Grandi Compagnie di strade ferrate moltiplicano senza sosta binari e scambi; in questi anni infine nasce la celebre linea dei Wagon-Lits e l’insuperabile Orient-Express. Sopra i ponti,scomparendo nei tunnel, dentro il cuore delle montagne, la locomotiva sbuffante viaggia lungo le 63 caselle del gioco seguita dai vagoni colorati che tra-sportano tutto e tutti: persone, bagagli, lettere importanti, vino e animali! Ci sono carrozze di prima, seconda e terza classe, queste ultime ancora molto poco confortevoli con banchi di legno e senza le bottiglie d’acqua calda per riscaldarsiI fili del telegrafo, le parallele delle rotaie, la geometria dello steccato fiorito “trasportano” il treno da una stazione all’altra che ricorda il segno positivo dell’Oca facendo raddoppiare i punti. Ma il viaggio, come quello del gioco, è lungo, con obblighi e imprevisti: bisogna pagare il biglietto, fermarsi o rallentare ai segnali convenuti diligentemente sbandierati dai sorveglianti, entrare nel fumoso buffet, presentarsi all’ufficio del commissario e tornare indietro di dodici caselle sulla piattaforma girevole perché lo scambio non ha funzionato a dovere nel “Labirinto” delle direzioni. Il treno può ancora deragliare in prossimità di Strasburgo, città di frontiera, troppo vicina alla temuta Germania, quasi a voler significare che se il “cammino di ferro” supera le distanze sulla carta geografica e la locomotiva sembra promettere progresso e pace, può anche “sputare” (come fatalmente accadrà) truppe di soldati, arti-glieria pesante, diventando così pericolosa macchina di guerra. Infine, subito dopo una curva, il treno si deve fermare davanti al pericolo più grave del gioco, la morte, rappresentata dal cavallo, il vecchio “vapore” investito dal convoglio. Come si vede, lo stampatore non ha voluto illustrare un realistico incidente ferroviario, per rassicurare il pubblico e anche perché forse era ancor troppo vi- vo il ricordo di un impressionante disastro quando nel tunnel di Meudon morirono nei vagoni in fiamme settantré viaggiatori. Dopo aver toccato Nancy, Bordeaux, Marsiglia, l’eroica “Giovanna d'Arco”, famosa locomotiva dell’epoca, entra trionfante nella stazione della capitale. L’avventura è finita e il nostro viaggiatore prenderà per tornare a casa la vecchia diligenza, ridotta ormai a carrozza-taxi.
		"Jeu du chemin de fer" (H.R.D'Allemagne)
		Edito nel 1864 dalla litografia di Gangel, a Metz, da un’idea di Ernesto Henry, capo dell’ Ufficio Movimento delle Ferrovie da Nancy a Sarrebruck. E’anche allo stesso tempo l’autore di un nuovo sistema di traverse in ferro. La prima idea di circolazione su rotaie è datata 1780.Questa idea era stata utilizzata per facilitare il trasporto del carbon fossile dal Monte Cenisio a Creusot. E’ bene ricordare qui alla gloria dei Sansimoniani la parte importante che quest’ultimi ebbero per portare all’altezza di una istituzione umana l’invenzione e l’utilizzo della via ferrata. I Sansimoniani ci vedevano l’Arca dell’alleanza dell’umanità divenuta una vasta famiglia per il riavvicinamento delle distanze. Nel 1832 Emilio Pereire e il suo fratello Isacco presentarono un progetto di ferrovia che andava da Parigi a Sain-Germain. La prima idea era stata di fissare la stazione alla Maddalena, ma a seguito dell’opposizione di alcuni proprietari, la sua costruzione fu riportata indietro allo spiazzo che occupa attualmente la Stazione di Saint-Lazare. Questo gioco essendo del 1864 presenta uno stato già molto più perfezionato delle vie ferrate tanto per il trasporto dei viaggiatori, quanto per l’inoltro delle merci. Per riempire le 63 caselle del gioco, l’autore ha dovuto ripetersi frequentemente contentandosi di apportare alcune leggere modifiche per differenziare le caselle le une dalle altre. Alcune locomotive in uso a quell’epoca avevano preso in prestito i loro nomi da alcune città del percorso. E’ così che si trova alla casella 17 la città di Marsiglia, la locomotiva n°25 ha avuto per madrina Nancy, altre come Strasburgo, Bordeaux e Parigi che davano il loro nome a queste nuove motrici su rotaia. La casella 62 è occupata dalla locomotiva “Jeanne d’Arc” che entra in stazione all’ultimo numero il 63 che rappresenta una stazione modello, con vaste costruzioni metalliche davanti alle quali soggiornano gli Omnibus destinati a trasportare i viaggiatori Gli angoli del gioco sono occupati da quattro vignette umoristiche. In basso e a sinistra nella biglietteria un viaggiatore con un cappello a cilindro pone all’impiegato un’insidiosa domanda: “Le diligenze (in realtà sono i vagoni di prima classe) sono più rapide dei vagoni ordinari visto che in diligenza si paga di più? Nell’angolo inferiore destro, un contadino corre lungo la ferrovia gridando al meccanico: “Signore perdete i vostri viaggiatori”. Nell’angolo superiore destro, il soggetto è di un gusto dubbio: è un operaio delle ferrovie che esce da un piccolo luogo riservato portando sotto braccio un coperchio che gli consente questa dubbia domanda: Signore è a causa del vostro cappello gibus che togliete il coperchio degli occhiali Nell’angolo superiore un viaggiatore si arrabbia con il capostazione per sapere da quale parte partirà il convoglio in maniera da non rischiare invece di avanzare di fare marcia indietro.
		"Le Jeu du Chemin de Fer français." (Alain Galoin)
		Si Pellerin d’Épinal reste l’éditeur d’imagerie populaire le plus connu, d’autres publient des planches comparables : Pinot et Sagaire à Épinal, mais aussi Henri Silbermann et Gustave Fischbach à Strasbourg, Gangel et Adrien Dembour à Metz, Castiaux et Blocquel à Lille, Wentzel à Wissembourg, Lacour à Nancy, Félix Juven à Paris… Ces images avaient à l’origine une vocation religieuse, mais peu à peu, les thèmes se diversifièrent: les faits marquants de l’histoire de France, les légendes et les contes, les romans à la mode, les histoires enfantines, les chansons populaires, firent bientôt les beaux jours de l’imagerie dite d’Épinal. Ces images étaient punaisées sur les "lits clos", sur le linteau de la cheminée ou sur les murs de la plus humble des chaumières. Destinées aux enfants, les planches de pantins et de soldats, déjà bien diffusées, furent complétées par les théâtres de papier vers 1840, puis par des planches de constructions à découper à partir de 1860. Les jeux individuels – images-devinettes – ou collectifs n’étaient pas oubliés: connu depuis le XVe siècle, le jeu de l’oie a alors le vent en poupe et revêt toutes les formes possibles à des fins de divertissement, de pédagogie comme de propagande. Le Jeu du chemin de fer, édité vers 1855 par Gangel à Metz, est conçu d’après une idée d’Ernest Henry sur le principe du jeu de l’oie dont il a la structure tout à fait classique avec ses soixante-trois cases imagées. La règle du jeu figure au centre de la spirale. De deux à six joueurs peuvent s’affronter avec deux dés. Le premier qui arrive à la gare terminus (63) a gagné, mais il doit pour cela éviter les accidents, les retours en arrière prévus par la règle et les ralentissements imposés par les six stations placées sur le parcours. À une époque où la nouveauté du chemin de fer est source de méfiance et de réticences de la part d’un public que le modernisme effraie, le Jeu du chemin de fer propose un voyage initiatique aux joueurs, enfants ou adultes. Tous les éléments qui composent un train sont représentés: locomotive, tender, wagons de première, deuxième et troisième classe, wagons à bagages, wagon de farine, wagon de bergerie, wagon postal… Les infrastructures essentielles ne sont pas oubliées: voies, aiguillages, signalisation, passages à niveau, ponts, tunnels… À la dimension technique s’ajoute un aspect géographique: le train fait escale dans quelques grandes villes de France – Marseille, Nancy, Strasbourg, Bordeaux, Paris. Les joueurs effectuent ainsi un parcours pédagogique et apprennent en s’amusant: le ludique n’exclut pas le didactique. Le jeu de l’oie peut être considéré comme un jeu d’émulation, une compétition sur un parcours fermé où il faut arriver le premier. Arnaud rapporte que Napoléon I.er "s’y donnait avec une ardeur toute méridionale, comptant les cases avec son majeur comme un écolier, se dépitant quand les dés lui étaient contraires, n’entrant au "cabaret" qu’avec humeur, trichant de peur de tomber dans le "puits" ou d’aller en "prison"". Conçu au fil des siècles sur de multiples thématiques, il constitue une source inégalable d’enseignements sur l’histoire des mœurs, des techniques, des sciences et de l’industrie. Il connaît une grande vogue au XIXe siècle. Gangel en a édité un certain nombre sur des thèmes différents : le Jeu du chemin de fer par exemple, ou le Jeu des contes de fées où le joueur, passant d’un conte à l’autre – ceux de Perrault, de Madame d’Aulnoy… –, entreprend un parcours initiatique avec épreuves, enchantements, monstres et autres artifices magiques.

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