Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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Senza titolo - Untitled (Gioco dell'Oca - Game of the Goose - Jeu de l'Oie) 
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primo autore: Non indicato 
secondo autore: Non indicato 
anno: 1500/50 
luogo: Italia 
periodo: XVI secolo (1°-2°/4) 
percorso: Percorso di 63 caselle numerate 
materiale: legno con castoni d'avorio, pietre colorate (wood inlaid with ivory, colored stones and tinted wood) 
dimensioni: 420X430X29 
stampa: Intarsio su legno 
luogo acquisto:  
data acquisto:  
dimensioni confezione:  
numero caselle: 63 
categoria: Oca 
tipo di gioco: Gioco di percorso  
editore: Non indicato 
stampatore: Non indicato 
proprietario: Collezione Metropolitan Museum of Art , New York (Chess and Goose Board, 430 mm x 419 mm x 29 mm, Accession Number: 62.14 Metropolitan Museum) 
autore delle foto: A. Seville 
numero di catalogo: 1673 
descrizione: Gioco di 63 caselle numerate, spirale (circolare), antiorario, centripeto. Al retro scacchiera. Il gioco è stato realizzato con legno di teck nel quale sono stati incastonati avorio, pietre colorate e legni colorati. Notare la somiglianza della scacchiera con quella conservata presso il Victoria&Albert Museum.
REGOLE: non riportate sul tavoliere.
CASELLE: mute.

REFERENZA 1
"Pierre Dietsch ha trovato il segreto delle origini del gioco dell'oca? Senza dubbio non conosceva il documento qui presentato che il caso ha permesso di scovare recentemente nelle collezioni del Metropolitan Museum di New York. Una cartolina per il Nuovo Anno 1998, indirizzata all'autore di queste righe, fu il il punto di partenza di questa scoperta. La cartolina riproduceva uno scacchiere del museo che era dato per "italiano 1500/1550". Con esattezza la legenda al verso diceva questo: "Reversible Chess and Goose Game Board. Italian, 1500-1550. Teak wood, inlaid with ivory, colored stones, and tinted wood, 16 15/16"X16 1/2". The Metropolitan Museum of Art. Pfeiffer Fund 1962 62.14"
L'oggetto è dunque in legno di teck, incastonato d'avorio, di pietre colorate e di legno dipinto. Un decoro vegetale sottolineato da piccoli "ailerons" circonda il tavoliere. Le sue dimensioni, tradotte nel nostro sistema metrico, sono circa 43X42 cm. Si doveva capire che al verso dell'oggetto presentasse un gioco dell'oca? Questo sembrava difficilmente credibile perchè la data ci faceva ritornare indietro d'un colpo di cinquant'anni in rapporto ai più antichi documenti conosciuti. Essendo il gioco dell'oca poco popolare nel mondo anglosassone che gli preferisce altri giochi di percorso, era possibile se non probabile che il museo americano avesse preso per tale qualche lotteria più o meno circolare e marcata con caselle numerate. E' dunque con diffidenza che fu indirizzata il 6 gennaio 1998 una lettera al museo. Questo era pregato di fornire almeno una fotocopia della foto. Il museo di New York ci mise dieci mesi per rispondere. Ma la posta della signora Jessie McNab, conservatrice al dipartimento di Scultura e Arti decorative europee ebbe il merito d'includere il documento ambito. Come si può vedere è proprio un gioco dell'oca e l'identificazione era corretta. Essendo una nuova richiesta di informazione supplementare rimasta senza risposta a tutt'oggi, si tratta solo di cinque mesi..., ho scelto di mostrare questo documento così com'è, viste le circostanze. Prima constatazione, il decoro di fiori e di rinceaux incastonati sembra qui quasi orientale. I motivi dell'arte islamica in particolare al centro del tavoliere non ne sono senza dubbio lontani. Non ci si stupirà di meno quando si ricorderà che il legno principale è il teck, un'essenza che non sarà utilizzata veramente in Europa se non nel XVIII° secolo, ma che era ben conosciuta dagli artigiani arabi e indiani. Si tratterà di una produzione orientale fatta su un modello indiscutibilmente occidentale? I numeri, "arabi" certamente, ma di tipo europeo, ben visibili nei piccoli cartigli dentellati sopra ogni casella offrono un aspetto chiaramente "arcaico". Il più netto è il 4 in forma di nodo, un tracciato che gli specialisti della paleografia dicono abbandonato nel XVI° secolo. In compenso il 5 e il 7 si avvicinano già molto alla grafia che ci è familiare. Se ne conclude che il tavoliere a due facce del Metropolitan Museum dell'Arte è più probabilmente dell'inizio del XVI° secolo e che costituisce senza ombra di dubbio il più antico gioco dell'oca conosciuto a tutt'oggi. E' dunque un salto nel tempo di circa settant'anni quello che dobbiamo prevedere. La natura del gioco è incontestabile: a dispetto della sua forma rotonda, si tratta di un gioco dell'oca certamente canonico vicino a due dettagli. Le caselle 5, 9, 14, 18, 23, 27, 32, 36, 41, 45, 50 e 59 alloggiano come si deve un volatile nel quale si pena tuttavia a riconoscere l'omonima anatra. Ci si vedrebbe piuttosto un piccione o qualche colombide, vedi un rapace. Curiosamente tutti gli uccelli sono rivolti a sinistra e guardano nel senso contrario della spirale che è sinistrogira. L'elenco dei pericoli cioè delle caselle che producono un effetto sulla pedina che vi si posa, permette di constatare che ad eccezione del ponte (6) e dell'albergo (19), tutti i simboli sono al loro posto: il pozzo nella casella 31, il labirinto (circolare) nella casella 42, la morte nella casella 58. Come accade talvolta, la casella 52 è occupata da una barca e non da una prigione. Infine, come al solito la casella 26 e 53 mostrano due dadi qui assai stilizzati. Le regole del gioco sono sicuramente già quelle che gli esemplari più tardivi lasciano prevedere o mostrano. Esiste dunque uno schema prefissato, rappresentato, con alcune piccole variazioni, dai giochi più antichi. La maggior parte hanno una forma ellittica, ma alcuni fra loro, in particolare quello del Metropolitan Museum, sono rotondi. Infine si noterà che la spirale è sempre sinistrogira."
(Depaulis Thierry)

bibliografia: 1) DEPAULIS, Thierry: "Sur la piste du jeu de l’oie II". In "Le Vieux Papier", fascicolo n° 352, aprile 1999 pag. 269-270, Parigi 1999.
2) SEVILLE, Adrian:"Les mysteres du Jeu de l'Oie au Metropolitan Museum de New York". Journée d’étude, Mardi 12 février 2013, à l’occasion de l’exposition "Art du jeu, jeu dans l’art. De Babylone à l’Occident médiéval" présentée au Musée de Cluny, 2013.
 
  Les mystères du Jeu de l’Oie au Metropolitan Museum de New York (A. Seville)
 
 
   
 
   

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