Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville) |
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Bello (Il) et Dilettevole Giuoco dell'Oca | ||
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primo autore: | (Stradano) |
secondo autore: | Gaspar ab Avibus | |
anno: | 1567/80 | |
luogo: | Italia-Venezia | |
periodo: | XVI secolo (4°/4) | |
percorso: | Percorso di 63 caselle numerate | |
materiale: | carta (paper) (papier) | |
dimensioni: | 580X428 | |
stampa: | Acquaforte (taille-douce) (ecthing) | |
luogo acquisto: | ||
data acquisto: | ||
dimensioni confezione: | ||
numero caselle: | 63 | |
categoria: | Oca | |
tipo di gioco: | Gioco Oca Classico (63 caselle) Verticale | |
editore: | Gaspar ab Avibus Citadelensis formis Venetis | |
stampatore: | Non indicato | |
proprietario: | Collezione Privata (A. Toffanin) | |
autore delle foto: | A. Toffanin | |
numero di catalogo: | 2650 | |
descrizione: |
Gioco di 63 caselle numerate spirale, antiorario, centripeto. Nel centro scena di "Caccia allo Struzzo" che ricorda un disegno di Jan van der Straet, detto Giovanni Stradano (Bruges 1523-1605 Firenze) il quale ispirandosi agli arazzi della villa medicea di Poggio a Caiano, progettate da Giorgio Vasari secondo i desideri di Cosimo I de' Medici per arredare venti delle sue stanze, realizzò 44 tavole incise da Galle ed editate ad Anversa nel 1578. Nell'esemplare simile di Gio. Ambrosio Perigo "Il Bello et Dilettevole Giuoco dell'Oca" facente parte della Collezione A. Milano e da questi datato 1625ca, la scena centrale viene attribuita ad una incisione di Antonio Tempesta (1555-1630) sempre verosimilmente ispirata a un disegno di Giovanni Stradano che non incise mai i propri disegni. Tempesta fu infatti allievo di Stradano, col quale collaborò in gioventù, prima di trasferirsi a Roma nel 1575 circa. Evidentemente Tempesta si esercitò sui soggetti del maestro come dimostrano due opere su tela (Tempesta Antonio: "Scena di caccia all'orso", "Scena di caccia allo struzzo". Fondazione Federico Zeri). Questo esemplare firmato da Gaspar ab avibus risulta pertanto anteriore a quello della Collezione A. Milano e databile fra la pubblicazione delle tavole di Stradano (Anversa 1578) e la morte di Gaspare (1586/90). C'è da prendere però in considerazione anche il fatto che la più importante produzione conosciuta e datata di Gaspare Oselli è compresa fra il 1560 e il 1580 (divenendo successivamente editore a Venezia e Roma in società con il fratellastro Nicolò Nelli autore fra gli altri di un ritratto di Cosimo dei Medici) e che i disegni di Stradano (1567-1577) fossero già noti prima della loro pubblicazione ufficiale nel 1578 ad Anversa ad opera del Galle. Nel "Dictionnaire des Marques et Monogrammes des Graveurs (Duplessis, G. - Bouchot, H. , Deuxième Partie, Librairie de l'Art, Jules Rouam Editeur, Paris 1886, pagg 125-138-139) si legge:"Gaspard Osello, ou ab Avibus, nato a Padova verso il 1530; lavorava ancora nel 1580". Quindi possiamo datare questo gioco fra il 1567 e il 1580. Alla casella 31, il pozzo, l'autore si firma con il nome Oselo. Nell'incisione del titolo viene corretto un errore GIOCO/GIUOCO. Questo esemplare e il suo autore ispirato da Stradano conferma la stretta correlazione fra il "Gioco dell'Oca" e la famiglia dei Medici che ne donò una copia al Re di Spagna. Questo dono sembra avvenuto intorno al 1580 o nel 1576 come qualcuno ipotizza (Antonio Catalán, Fundación Joaquín Díaz) e quindi poco dopo o poco prima della stampa delle incisioni del Galle avvenuta nel 1578. REGOLE: non riportate sul tavoliere. CASELLE: mute. REFERENZA 1 Jan Van der Straet detto Giovanni Stradano o Stradanus Pittore e disegnatore fiammingo, nasce nel 1523 a Bruges, nelle Fiandre, muore a Firenze l’11 febbraio 1605. La sua formazione artistica inizia nella bottega del padre, dal 1537 prosegue ad Anversa, presso il pittore Pieter Aertsen. Nel 1545 si iscrive alla Corporazione di San Luca, che accomunava i pittori di Anversa; appartengono a questo periodo, tra il 1550 e il 1553, i disegni per tappezzerie. Dal 1550 inizia a viaggiare in Europa: prima a Lione, dove opera presso C. De La Haye, poi in Italia, inizialmente a Venezia, dal 1545 a Firenze. E’ in Italia che muta il suo nome, italianizzandolo in Stradano. Trovò impiego presso il Granduca Cosimo I, lavorando nell'ambito della cerchia di Giorgio Vasari, collaborando con questo alla decorazione di vari ambienti in Palazzo Vecchio. A seguito di questa collaborazione, si assistette alla diffusione dei modi della tradizione nordica nel manierismo fiorentino. Partecipò alla decorazione dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio con due pannelli, uno dei quali è il famoso “Laboratorio dell’ Alchimista“. Sempre nello stesso palazzo prese parte alla decorazione di numerose sale soprattutto negli appartamenti di Eleonora di Toledo, certamente è da citare la Sala della Gualdrada. Da ricordare sono le sue pale d'altare, commissionate per alcune chiese fiorentine e i numerosi disegni che furono utilizzati per creare alcune incisioni che ebbero una larga diffusione. Dopo queste esperienze, si recò a Roma, dove lavorò con Francesco Salviati alla decorazione del Belvedere Vaticano. Di nuovo a Firenze disegnò i cartoni per numerosi arazzi per Palazzo Vecchio e per la villa di Poggio a Caiano, dal 1567 al 1577. In totale si calcola che disegnò più di 130 cartoni per arazzi. Nel 1576 compì un viaggio a Napoli. Caratteristica dell’opera dello Stradano è che fu autore ma non incisore dei suoi disegni. Le incisioni furono realizzate ed impresse nelle stamperie della sua città natale, Anversa, da dove vennero diffuse in tutta Europa. REFERENZA 2 Gaspare Oselli o degli Uccelli, detto anche Gaspare ab avibus (1530/36 - 1586/90), è incisore nativo di Cittadella che amava definirsi con l’appellativo di Padovano. Attivo a Venezia con bottega all’insegna Arca di Noè, si formò prevalentemente sull’esempio di Giorgio Ghisi, del quale incise numerose opere, spesso copiandole. Numerose sono anche le derivazioni dai lavori di Marco Angiolo del Moro. Tuttavia, le sue lastre più riuscite sembrano essere i ritratti dei principi e membri di Casa d’Austria realizzati su disegni di Francesco Terzi. Sebbene il Gandellini lo voglia fiorente nel 1577 e M.r Basan lo qualifichi Cesare de Avìbus e più spesso Cesar patavinus facendolo nato nel 1645 consta per altro da incontrastabili prove e dalle ripetute leggende apposte in varie sue opere che soltanto verso l'anno 1536 nascesse in Cittadella e non Padova e che iniziatosi alla scuola del mantovano Giorgio Ghisi in breve lo rivaleggiasse nel maneggio del bulino Le principali sue stampe infatti portano la data dal 1560 al 1580 e sono controsegnate in differenti maniere: Gaspar patavinus; Gaspar ab Avibus Citadelensis; Gasparo Oselle padovano ecc. Sullo stile dei Sadler poi intagliò in 72 pezzi i ritratti dei principi di casa d Austria per opera del bergamasco Francesco Terzi, dove oltre uno sfoggio particolare d'architettura vi si ammira un bizzarro e magnifico innesto di sontuosi drappi d'armature e di emblemi. Bibliografia - Basan, Pierre-François: "Dictionaire des graveurs anciens et modernes". Paris, 1767 (1a ed.). - Gori Gandellini Giovanni: "Notizie degli intagliatori con osservazioni critiche...", Volume 1, pag. 32 Siena 1808. - Pietrucci, Napoleone: "Biografia degli artisti Padovani". Pag. 99-100, 1858. - Seccareccia, Stefania: "Gaspare Osello. Contributi per un catalogo". In: "Grafica d’arte". Rivista di Storia dell'Incisione Antica e Moderna e Storia del Disegno. Anno VII, luglio-settembre, pag. 7, Numero 27,1996. - Piloni, Fabio: "Nuovi contributi per Nicolò Nelli e Gaspare Osello". In: "Grafica d'Arte". Rivista di Storia dell'Incisione Antica e Moderna e Storia del Disegno. Anno VIII, gennaio-marzo, pag. 8, Numero 29, 1997. - Streliotto, Giuseppe: "Gaspar Ab Avibus incisore cittadellese del XVI secolo". 2000. Cittadella Biblos. REFERENZA 3 La scena centrale di "Caccia allo struzzo", come ci fa notare Marjolein LEESBERG, è copiata da un'incisione al bulino di Philip Galle (Haarlem 1537-1612 Antwerp) su disegno di Jan van der Straet, detto Giovanni Stradano (Bruges 1523-1605 Firenze) e facente parte di una serie di 44 tavole, pubblicate ad Anversa nel 1578 dallo stesso Galle e dedicate a Cosimo I de' Medici. A questa prima edizione faranno seguito modifiche alle lastre, numerazione e didascalie, e l'opera, dato il successo editoriale dell'epoca, verrà arricchita da altre tavole fino al 1596. Di ritorno ad Anversa dal suo lungo viaggio in Italia, lo Stradano conobbe Philip Galle, già allievo di Hieronimus Cock e da poco dedito all’arte dell’editoria. I due progettarano la pubblicazione di una serie di soggetti venatori, ispirati agli arazzi della villa di Poggio a Caiano. Il Galle all’inizio diede alla luce una serie di incisioni senza numerazione, alla quale fece seguito una seconda stesura composta da frontespizio e 44 tavole numerate. La fortuna immediata dell’opera convinse l’editore a proseguire la collaborazione con lo Stradano che venne incaricato di realizzare dei nuovi disegni, con temi venatori esotici ed inusuali. Questo nuovo ciclo fu dapprima pubblicato separatamente ed in seguito unito al precedente, costituendo la vasta serie di 104 tavole, intitolata "Venationes Ferarum, Avium, Piscium, Pugnae". La serie è databile tra il 1578 (data sul frontespizio) e il 1596. Come già gli arazzi della villa di Poggio a Caiano, l’opera è raggruppata per argomenti suddivisi in tre vaste categorie: animali terrestri, d’aria e d’acqua. All’inizio le scene di caccia furono incise dallo stesso Philip Galle che successivamente impiegò altri membri della sua famiglia ed assistenti vari quali Adriaen e Jan Collaert, Theodor e Cornelis Galle e Carolus de Mallery. (Marjolein LEESBERG) REFERENZA 4 Il duca Cosimo I de’ Medici aveva destinato l’imponente serie delle Cacce a venti stanze della superba villa di Poggio a Caiano, fatta costruire da Lorenzo il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo. Ricordiamo che la passione per la caccia è sempre stata una caratteristica dei componenti della famiglia Medici, compresi Lorenzo il Magnifico ed il granduca Cosimo I. Fino ad oggi sono stati ritrovati sedici dei ventotto arazzi originari, di cui nove sono nella collezione fiorentina. Per l’ideazione dei soggetti Giorgio Vasari, Vincenzo Borghini e Stradano stesso sembrano aver attinto al "Livre de Chasse" di Gaston Phébus, manoscritto nel 1387 e stampato a Parigi nel 1507, e al trattato di Domenico Boccamazza, soprintendente di Papa Leone X de’ Medici, dedicato alle cacce con le tele e le reti. La serie fu celebre già nel Cinquecento, grazie alle stampe incise dal 1570, tratte dai disegni dello stesso Stradano, che ebbero successo in tutta Europa. Exhibitions: |
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bibliografia: |
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"Tradition and Variation in the Game of Goose" (A. Seville) | ||
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