Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville)
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Giuoco dell'Oca ... Proletaria 
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primo autore: Anonimo 
secondo autore: Scarpelli Filiberto  
anno: 1921 
luogo: Italia-Roma 
periodo: XX secolo (1°/4) 
percorso: Percorso di 90 caselle numerate 
materiale: carta (paper) (papier) 
dimensioni: 420X585 
stampa: Stampa tipografica 
luogo acquisto:  
data acquisto:  
dimensioni confezione: Inserto di giornale 
numero caselle: 90 
categoria: Politica, satira, fatti di cronaca 
tipo di gioco: Gioco oca variante  
editore: "Il Travaso delle Idee" 
stampatore: Non indicato 
proprietario: Collezione C. Giannuzzi 
autore delle foto: A. Negro 
numero di catalogo: 2803 
descrizione: Gioco di 90 caselle numerate, spirale, antiorario, centripeto realizzato da Scarpelli ed inserto del "Travaso delle Idee". Le oche sono stilizzate e ricordano il classico simbolo comunista della falce e martello. Negli angoli Lenin nutre un'oca, mettendola all'ingrasso, fino al momento di cucinarla.
[...] Il tavoliere, in bianco e nero, presenta un percorso di 90 caselle numerate che inizia dalla parte inferiore destra e prosegue in direzione antioraria centripeta. Le caselle avanzano lungo un corridoio individuato dai nodi di salsiccia ricavata dai maiali che, nello spazio del giardino dell’oca, vengono spinti in un grande tritacarne. Al centro del gioco viene illustrata la sua finalità mediante un linguaggio decisamente satirico che sfrutta al massimo la contiguità semantica delle parole creando un’atmosfera di continuo rimando tra il tratto essenziale del disegno ed il suo significato recondito. Alla sinistra della casella n. 1 figura la divertente firma dell’autore, Filiberto Scarpelli, il cui logo è un rebus caratterizzato da due scarponi attrezzati per azzannare la salsiccia seguiti dal suffisso -lli a forma di forchetta pronta ad infilzare anch’essa un nodo di salsiccia [...] (A. Negro).
REGOLE: al centro.
A questo giuoco, che pur essendo bello dura moltissimo, prende parte un numero indeterminato di Proletari aspiranti alla rivoluzione, involuti ed incoscienti. Ogni proletario pagato un gettone, come tassa di iscrizione … al Partito, getta i dadi ed esclama con enfasi: – "Il dado è tratto"! Quindi aspetta che la rivoluzione sia effettuata dagli altri. Uno dopo l’altro, successivamente, tutti fanno e dicono altrettanto e ciascuno pone il suo "distintivo" al numero tirato o fa tanti passi "avanti!" o indietro – quanti ne indicano il numero stesso, le regole del giuoco e la prudenza del Gruppo Parlamentare. Chi va sull’OCA, dice: "Ci riòco!" e rimanda la rivoluzione a giorno da destinarsi avanzando per la seconda volta lo stesso numero di caselle.
Più sotto sono indicati i diversi incidenti del percorso in "Avanti!" e l’"Ordine Nuovo" da seguire nel giuoco.

In basso:
Chi va al n. 4, occupa la Fabbrica molto provvisoriamente e perde un tempo (prezioso).
Chi va al n. 6, il Ponte ciccionittico gettato fra il Potere e la riva estrema Sinistra ci passa sopra, essendo questo il meglio che possa fare. Il Proletario rivoluzionario che arriva in vista del n.13, il Diavolo fascista, retrocede terrorizzato e ricomincia daccapo. Se arriva al n.19 l'Osteria, abituato com'è dagli organizzatori a bere grosso, vi si ferma per tre giri di festa.
Chi va al n. 30, la Stampa, capisce a lume di naso che se si ferma resta con un palmo del medesimo e fa un salto fino al n. 35.
Chi va al n. 42, il Labirinto della Camera del Lavoro, vi si perde e può restarvi fino alla fine della Partita o del Partito. Ne esce però se già lo bruciano i fascisti.
Chi va al n. 44, ossia ai due 4 (galli repubblicani) salta dalla padella pseudo rivoluzionaria nella bragia della fregola del Potere che cova sotto la cenere, per fermarsi sul n. 56.
Chi va al n. 52, la Prigione ne esce alla più prossima amnistia.
Chi va al n. 58, la Morte sosta, impara il giuoco ma non fa in tempo ad insegnarlo perchè crepa di fame.
Chi va al n. 66, ha una ispirazione divina e spedisce una cartolina vaglia di L. 12.50 consigliando 4 amici di fare altrettanto.
Chi va al n. 71, la Fontana mette un gettone nella cassa e dell'acqua nel suo vino.
Chi va all'89, esclama: Il ridado è tratto! e ritratta l'idea di fare la rivoluzione.
Chi va all'11, al 16, al 20, al 24, al 25, al 55, al 61, al 76, al 78, fa fiasco e si accorge che tutte le ciambelle non riescono col buco per cui fa un passo indietro e paga un gettone alla cassa. Il Rivoluzionario che fa 90 (la Paura) effettua veramente la Rivoluzione intestina e la ritirata di tutto quello che gli organizzatori del giuoco gli faranno ancora trovare in cassa.


CASELLE: mute.

REFERENZA 1
[...]“Il Travaso delle Idee”. Il periodico, fondato dagli artisti grafici Carlo Montani, Filiberto Scarpelli ed Enrico Novelli è stato pubblicato, a cadenza settimanale, dal 1900 al 1966, con una breve interruzione negli anni 1944-46. Esso riprende titolo e spirito umoristico dalla graffiante pubblicazione di Tito Livio Cianchettini “Il Travaso d’Idee” edito dal 1869 al 1900. Il Cianchettini era animato da una forte esigenza di giustizia sociale e mal sopportava i detentori del potere politico che pretendono di censurare fino al silenzio totale chi osa ribellarsi alla situazione così come attualmente costituita. Il nuovo periodico ha conosciuto la collaborazione di esponenti di spicco della satira italiana, tra cui si ricordano il giornalista e scrittore Trilussa (Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri); il giornalista, scrittore e poi anche direttore della stessa rivista, Guasta (Guglielmo Guastaveglia); il giornalista ed autore di fumetti Yambo (Enrico de’ Conti Novelli da Bertinoro); il giornalista e scrittore Gandolin (Luigi Arnaldo Vassallo); il poeta romanesco Guido Vieni (Giuseppe Martellotti); il giornalista, letterato ed uomo politico Giulio De Frenzi (Luigi Federzoni); il costumista Caramba (Luigi Sapelli); l’illustratore Daniele Fontana; il pittore Luigi Bompard. La rivista, di ispirazione politica democratico moderata, era destinata a lettori generalmente di destra, comunque appartenenti alla media borghesia che, insoddisfatta della situazione politica contemporanea, rivendicava a suo favore interventi governativi e legislativi capaci di garantire un clima di tranquillità sociale e la possibilità di un suo più solido assestamento.[...]
(Antonio Negro)

Exhibitions:

bibliografia:  
  L'Oca Proletaria (A. Negro)
   
 
   
 
   

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