Giochi dell'Oca e di percorso
(by Luigi Ciompi & Adrian Seville) |
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primo autore: | Macchi Eliseo |
secondo autore: | De Castiglione Emilio | |
anno: | 1906/18 | |
luogo: | Italia-Milano | |
periodo: | XX secolo (1°/4) | |
percorso: | Percorso di 63 caselle numerate | |
materiale: | carta (paper) (papier) | |
dimensioni: | 378X278 (310X415) | |
stampa: | Cromolitografia | |
luogo acquisto: | Italia-Ravenna | |
data acquisto: | 08-12-1985 | |
dimensioni confezione: | ||
numero caselle: | 63 | |
categoria: | Oca | |
tipo di gioco: | Gioco Oca Classico (63 caselle) Verticale | |
editore: | Officine Grafiche E. De-Castiglione&C.Milano | |
stampatore: | Officine Grafiche E. De-Castiglione&C.Milano | |
proprietario: | Collezione L. Ciompi | |
autore delle foto: | L. Ciompi | |
numero di catalogo: | 805 | |
descrizione: |
Gioco di 63 caselle, spirale, antiorario, centripeto, che segue le regole classiche del gioco dell'oca. Agli angoli oche e bambini in prossimità di corsi d'acqua. Al centro in basso, sotto le regole: "Officine Grafiche E. De Castiglione&C. Milano" REGOLE: al centro. "Si pigliano due dadi numerizzati da ciascuna parte, si tira a sorte chi tocca a giuocare pel primo, indi si mette la posta convenuta. Chi fa 6 e 3 va al 26. Chi fa 5 e 4 va al 53. Chi va dove trovasi un'oca passa avanti e raddoppia i suoi numeri, e fermandosi sopra un'altra oca raddoppia di nuovo. Al N.6 dov'è il ponte si paga il passo e si va al 12. Al N.19 dov'è l'osteria si paga e vi si resta finché ognuno abbia tirato una volta. Chi va al N.31 dov'è il pozzo paga e vi resta finché un altro facendo lo stesso numero ve lo cavi restando in sua vece. Chi va al N.42 dov'è labirinto torna indietro al N.39 e paga la posta. Chi va al N.52 siede in barca e vi sta finché un altro venga a cavarnelo facendo lo stesso numero. Chi va al N.58 dov'è la morte paga e torna daccapo. Chi è truccato ritorna al posto di chi intrucca, e paga o cava patto secondo l'uso dei giuochi. Chi sorpassa il N.63 torna indietro contando a ritroso, e fermandosi sopra un'oca retrocederà ancora ricontando il numero tirato e se per caso incomincerà daccapo sarà il primo al giuoco". Sotto le regole: -Officine Grafiche E. De Castiglione&C. Milano- CASELLE: mute. NOTA 1: esemplare con al centro: "Lit. E. Macchi-Milano" (1902/1906) e senza indicazione di stampatore; altro esemplare Marca Aquila. NOTA 2: "... Dall’1 gennaio 1902, essendo morto Luigi Marcenaro, l’attività viene proseguita dal socio superstite e la ditta prende la nuova ragione sociale “E. MACCHI”, dapprima sempre in via Vivaio l0, poi non lontano in corso Indipendenza 24, dall’altra parte della Piazza Tricolore, allora da considerare già spostata verso la periferia della città. Eliseo Macchi ristampò gran parte delle vecchie immagini di Lebrun Boldetti utilizzando più aggiornate tecniche cromolitografiche, ma introdusse anche molte nuove immagini legate ai più recenti avvenimenti...". "... Il 28 agosto 1906, a seguito della morte di Eliseo Macchi, si costituiva tra l’avv. Alberto Bonomi e Emilio De Castiglione una società in accomandita semplice sotto la ragione sociale “E. De Castiglione & c.” con sede in Corso Indipendenza n. 22-24. Oggetto della società era “l’esercizio dell’industria Tipo-litografica e rami affini col capitale di Lire 23.000 versato interamente dal socio accomandante Avv. Bonomi, mentre la gerenza e la firma spettano al De Castiglione”. Non conosciamo quali fossero i legami tra Eliseo Macchi e Emilio De Castiglione, ma è da pensare, in base al nuovo tipo di società, che De Castiglione fosse gerente o responsabile tecnico nella ditta già sotto Eliseo Macchi. Con De Castiglione il vecchio assortimento riproposto e ristampato comincia a mostrare i segni del tempo. La concorrenza è rappresentata principalmente dalla produzione tedesca che più di quella francese aveva investito nelle nuove tecniche di stampa. Basta confrontare un fondale di teatro, una costruzione, un foglio di soldatini prodotto dalla ditta J.F. Schreiber di Esslingen con analoghi fogli di De Castiglione perché le differenze balzino agli occhi. La varietà degli assortimenti, la precisione della stampa, la ricchezza dei colori sono tutte qualità dei fogli tedeschi che non si ritrovano nei fogli di De Castiglione, che comunque erano inferiori anche a quelli di altri editori milanesi dei quali si conoscono solo i marchi di fabbrica: la Marca Aquila, la Marca Stemma d’Italia e la Marca Stella. Non sappiamo con esattezza quando De Castiglione cessò l’attività, l’ultimo riferimento è relativo all’iscrizione alla Camera di Commercio del 1911, ma la ditta potrebbe aver proseguito fino alla fine della prima guerra mondiale..." (Milano Alberto) Exhibitions: |
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bibliografia: |
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"Tradition and Variation in the Game of Goose" (A. Seville) | ||
Da Epinal a Milano (A. Milano) | ||
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