Giochi dell'Oca e di percorso (by Luigi Ciompi & Adrian Seville)

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Jeu de l'Oie

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	primo autore:	Non indicato
	secondo autore:	Yves Tanguy, Jeannette Tanguy, André Breton, Suzanne Muzard, Pierre Unik, Georges Sadoul
	anno:	1929
	luogo:	Francia-Quimper
	periodo:	XX secolo (2°/4)
	percorso:	Percorso di 63 caselle numerate
	materiale:	carta incollata su cartone ripiegato in 4
	dimensioni:	330X330
	stampa:	Cromolitografia
	luogo acquisto:	Spagna-Barcellona
	data acquisto:	23-12-2007
	dimensioni confezione:	180X180X40
	numero caselle:	63
	categoria:	Letteratura scritta e disegnata, Belle Arti
	tipo di gioco:	Gioco con oca
	editore:	Musée de Beaux-Arts, Quimper
	stampatore:	Non indicato
	proprietario:	Collezione L. Ciompi
	autore delle foto:	L. Ciompi
	numero di catalogo:	872
	descrizione:	Gioco di 63 caselle numerate, spirale, orario, centripeto, realizzato da Yves Tanguy, Jeannette Tanguy, André Breton, Suzanne Muzard, Pierre Unik e Georges Sadoul. L'originale disegnato a inchiostro e matite a legno misura 380X450 e non è possibile distinguere l'autore delle singole caselle. Il titolo e le regole sono state realizzate da Tanguy. Questo gioco apparteneva ad André Breton e oggi fa parte di una collezione privata. In occasione dell'esposizione: "Yves Tanguy. L'univers surréaliste" svoltasi dal 29 giugno al 30 settembre 2007 a Quimper, è stata realizzata questa riproduzione ad opera del Museo delle Belle Arti di Quimper (Bretagna, Francia). REGOLE: al centro. Sotto le regole le firme degli autori e la data. CASELLE: mute. Allegati al gioco due dadi e quattro oche in plastica. In un foglietto allegato sono riportate le seguenti notizie: "Jeu de l’oie imaginé et dessiné par Yves Tanguy, Jeannette Tanguy, André Breton, Suzanne Muzard, Pierre Unik et Georges Sadoul lors d’un séjour à l’ile de Sein, 26 juillet 1929. Le peintre Yves Tanguy, né en 1900, passe ses vacances à Locronan où sa mère demeure. Depuis 1923, il y entraine ses amis Marcel Duhamel, Pierre et Jacques Prévert avec lesquels il réside. Puis à partir de 1928, il y retrouve des membres du groupe surréaliste dont il fait désormais partie. En 1929 il est en vacances avec Jeannette qu’il a épousée en 1925. Le jeune poète Pierre Unik, né en 1910, fréquente les surréalistes dès ses 15 ans. Il a adhéré en 1927 au Parti communiste et participe aux débats qui secouent le groupe à propos de cet engagement. En 1929, il poursuit l'écriture de poèmes et textes automatiques qui porteront le titre "Le Héros du ciel". Georges Sadoul, né en 1904, est en contact depuis son adolescence à Nancy avec le groupe surréaliste. Il s’est installé à Paris en 1928 dans la maison de la rue du Chàteau laissée libre au départ de Duhamel, Prévert et Tanguy. Sa grande passion est le cinéma où il passe son temps. En cette année 1929, au retour des vacances, après boire, il insulte publiquement l’armée française à travers les élèves de l’école militaire de Saint-Cyr, ce qui lui vaudra une peine de prison à laquelle il échappera en partant pour Moscou avec Aragon. André Breton, né en 1896, écrivain aux multiples et divers talents, est le créateur du surréalisme dont "Le Manifeste" est paru en 1924. Depuis 1918, il a l’habitude de passer ses vacances en Bretagne, excursionnant à partir de Lorient où ses parents se sont retirés. En juillet 1929 il vient en vacances avec Suzanne Muzard, d’abord au Pouldu, puis à l’ile de Sein qu’il découvre et où il reviendra à plusieurs reprises. Ce séjour est particulièrement important pour lui: il relit Hegel et écrit le "Second manifeste du surréalisme" qui sera achevé à l’automne. Face à des contestations dans le groupe, il y précise ce que doit etre l’action surréaliste. Cette période difficile correspond à une vie sentimentale agitée. Fin 1927, il a éprouvé un coup de foudre pour Suzanne Muzard, compagne d’Emmanuel Berl. L’année 1928 est celle d’une liaison orageuse. Suzanne épouse Berl en décembre tout en continuant à fréquenter André Breton jusqu'en 1931, date de leur rupture définitive. Elle a participé aux activités surréalistes, en particulier l’enquète sur l’amour et le jeu du cadavre exquis. L’original de ce jeu est dessiné à l’encre et aux crayons de couleurs sur un papier mesurant 38 par 45 cm. Il n’est pas possible de distinguer les auteurs des différentes cases (sauf exception comme le n° 42 qui ressemble à un Tanguy). Le titre et la règle du jeu ont été dessinés par Tanguy. Ce jeu a appartenu à André Breton et est conservé aujourd’hui dans une collection particulière."
	bibliografia:
		Artisti surrealisti: André Breton
		Artisti surrealisti: André Breton Il fondatore del Surrealismo nasce nel 1896 a Tinchebray-sur-Orne, da una famiglia della piccola borghesia. Studia a Parigi, interessandosi ai poeti simbolisti e al pensiero dialettico di Hegel. Pubblica le prime poesie nel 1914, prima di essere mobilitato a Nantes. Qui conosce Vachè, poeta ribelle, simbolo del proto-surrealismo. L'amicizia con il coetaneo, che morirà nel 1919 per troppo oppio, è determinante su Breton, rivelandogli il potere dell'ironia e con la sua vita trasgressiva gli suggerisce un modello prezioso per l'atteggiamento antiborghese del surrealismo. Nel 1917 spostato in un servizio psichiatrico, Breton mette in pratica le teorie freudiane. Incontra Louis Aragon che gli presenta Soupalt. Insieme fondano nel 1919 la rivista Littérature che rappresenterà il fulcro del primo surrealismo. Nel 1924 Breton scrive il "Manifesto del Surrealismo" e alla fine dell'anno viene pubblicata la rivista "La Révolutione Surréaliste. Di lì a poco il gruppo dirigente surrealista aderisce al Partito comunista francese e nel 1929 viene scritto il "Secondo manifesto del Surrealismo", ma nel gruppo sono cominciate le epurazioni dei dissidenti e Breton impone una condotta, estetica e politica, sempre più impegnata nella lotta antifascista. Nel 1938 compie un viaggio in Messico per conoscere Trotskij che vi si è rifugiato e nel 1941 si trasferisce negli Stati Uniti dove rimarrà fino alla fine della guerra. André Breton. Poeti surrealisti Aragon, Breton e Soupalt fondano nell'inverno del 1919 una rivista che chiamano "Littérature". La rivista è vicina all'avanguardia che gravita attorno ad Apollinaire. I giovani poeti, che sentono fortemente la necessità di svecchiare lo stile, sono pronti a recepire ogni stimolo in questo senso: frequentando Apollinaire hanno occasione di sfogliare i primi numeri della rivista dadaista stampata a Zurigo e hanno potuto leggere il "Manifesto dada" del 1918. Dall'inizio del 1919 Breton, in rapporto epistolare con Tzara, lo invita ripetutamente a Parigi. L'incontro con il poeta sarà fulminante e "Littérature" verrà rinnovata dalla ventata dadaista e dall'uso nichilista del caso. La legge del caso non è lontana dall'automatismo psichico sperimentato da Breton. Lui e Sepoult, infatti stanno sperimentando un nuovo procedimento creativo che li faccia accedere senza mediazioni all'inconscio. Insieme hanno registrato e trascritto il fluire continuo del pensiero e hanno inventato il dettato automatico. La raccolta di questi dettati automatici è "Les Champs Magnetiques", la cui scrittura, senza regole, sembra l'apoteosi del caso, sebbene sia ordinata da meccanismi inconsci. Anche i dadaisti avevano scritto poesie casuali, ma esse non venivano usate come uno strumento di autoconoscenza bensì, semplicemente, erano il risultato del processo di destrutturazione linguistica e di azzeramento di tutti i codici che venivano praticati a Zurigo. Yves Tanguy Yves Tanguy nasce a Parigi nel 1900 e muore a Woodburg nel Connecticut nel 1955. il pittore rimarrà legato per più di un decennio al gruppo, partecipando a tutte le manifestazioni, scrivendo e disegnando per le riviste e costruendo oggetti surrealisti. Ma il maggior successo come artista lo troverà solo negli Stati Uniti dove si trasferisce nel 1939. A differenza degli altri surrealisti, Tanguy non teorizza la sua poetica, non scrive nè parla della sua opera. I suoi primi quadri presentano una tipica grafia automatica, ma alla fine degli anni Venti, cambia la scelta artistica. La sua pittura, infatti, tradizionale nella scelta del mezzo e dello schema prospettico, si allontana sia dalla tradizione che dalla realtà nella scelta del soggetto e Tanguy si dedica a paesaggi rarefatti e fantascientifici, visionari e suggestivi ma allo stesso tempo desolati e sconfinati. Senza abitanti: nelle sue opere non ci sono mai riscontri oggettivi, un mondo lunare senza atmosfera, dove non crescono piante e non ci sono esseri viventi. André Masson Masson nasce nel 1896. Cresce in campagna e il contatto con la natura si ripercuoterà nella sua arte. Trasferito nelle Fiandre, si forma all'Accademia di Bruxelles. Mobilitato nel 1917 è ferito e ricoverato prima in ospedale, poi in manicomio. L'esperienza lo traumatizza e diventa pittore per esprimere la rabbia. Presto prende confidenza con le scelte d'avanguardia e si trasferisce a Parigi dove si avvicina ai cubisti. Il suo atelier sarà meta per molti artisti con i quali Masson si avvicinerà al surrealismo. Discutendo di psicanalisi è colpito dalle teorie di Freud che lo influenzano sia nella scelta dei soggetti, molto erotici nella seconda fase, che nell'evoluzione del suo linguaggio formale. Nel primo periodo surrealista, Masson si interessa ai processi di trasformazione della materia. Rappresenta nei quadri la metamorfosi che subiscono le forme naturali e umane nelle immagini prodotte dal suo inconscio, con una pittura automatica e evocatrice apprezzata da Breton. Dagli anni Trenta però il suo linguaggio si fa ossessivo. Realizza grandi tele erotiche e metamorfiche che lo allontanano da Breton fino al 1940 quando i surrealisti lasciano insieme Parigi per Marsiglia e poi gli Stati Uniti. In America Masson raggiunge la sua maturità artistica, scopre l'arte orientale e ha una nuova fase sensuale e gestuale. Al ritorno si lega a Sartre e all'esistenzialismo allontanandosi dal surrealismo. Salvator Dalì Salvator Dalì nasce a Figueras nel 1904. Dal 1928 si stabilisce a Parigi dove si lega al gruppo surrealista. La sua prima opera surrealista è la collaborazione alla sceneggiatura del film di Louis Buñuel "Un chien andalou", nel 1929. Il film si basa su un montaggio paradossale e discordante delle immagini ed è stato spesso interpretato psicanaliticamente. Dalì, diventato presto l'instancabile organizzatore del surrealismo totale, sostiene che la pratica surrealista debba riversarsi in ogni situazione e in nessuno come in lui il comportamento e l'opera non possono essere scissi. Il suo surrealismo si materializza nel quotidiano ed egli vive in maniera assolutamente plateale il suo methode paranoiaque-critique, tanto apprezzato, nella prima fase da Breton. Dalì rompe definitivamente con Breton quando manifesta apertamente le sue simpatie reazionarie. La sua opera è certamente molto ricca e varia, delirante e visionaria, ma tradizionale e scontata nella tecnica pittorica. I primi paesaggi sono allucinati e deserti, popolati di personaggi simbolici, molto carichi di significati e allusioni sessuali, la seconda maniera è molto più accademica. Il pittore muore nel 1994. Joan Mirò Nasce nel 1893 a Montroig in Catalogna. É solo nei primi anni Venti, trasferendosi a Parigi, che Mirò lascia la sua prima pittura naturalistica per una scelta non figurativa, più spontanea e automatica. Pur nell'abbandono dell'imitazione della realtà Mirò non cerca la completa astrazione e, per questo, il suo linguaggio può essere definito surrealista. Egli con la sua pittura di segni libera le immagini provenienti dal suo inconscio. A differenza di altri surrealisti, le sue immagini sono positive, l'artista catalano sarà sempre un narratore di sogni sereni. La sua pittura sembra autonoma da qualsiasi schema ma in realtà essa è calibrata e rigorosa. Forse la fantasia sfrenata e il gioco che traspaiono si devono alla sua origine catalana: sono le stesse necessità che si ritrovano anche nell'opera di Gaudì. Durante la guerra civile Mirò finanzia la fondazione democratica e antifranchista tornando in Spagna solo alla fine degli anni Trenta, dopo esser stato dal 1921 a rue Blomel, in un atelier accanto a Masson. Mirò è stato una artista omogeneo e autonomo, poco sensibile alle influenze e alle direttive del gruppo surrealista. La sua pittura-scrittura lascia a lungo indifferente Breton che lo rivaluta solo nel 1941, dopo il successo delle mostre internazionali che ne hanno confermato il rilievo. René Magritte Magritte nasce a Lessines in Belgio nel 1898 e si forma come pittore all'Accademia di Bruxelles. Artista inquieto e cerebrale comincia a lavorare come disegnatore in una fabbrica di carta da parati. Presto scopre la poesia surrealista e entra in contatto con il gruppo e nel 1927 si trasferisce alla periferia di Parigi, ricominciando qui la sua attività artistica. La sua pittura sarà, d'ora in poi, caratterizzata da una riflessione mentale e morale sul linguaggio e sulle immagini più che da una ricerca tecnica e stilistica. Torna definitivamente in Belgio nel 1930 e si iscrive al partito comunista, senza però allontanarsi completamente dal gruppo surrealista. La sua pittura è piuttosto accademica ma, a differenza di Mirò o di Ernst, Magritte non è interessato al "mestiere" pittorico e nemmeno allo sperimentalismo: stilisticamente è in linea con il neo tradizionalismo del "ritorno all'ordine", ma massimamente surrealiste sono le sue spiazzanti associazioni di immagini che provocano in chi guarda continui cortocircuiti logici. Max Ernst Max Ernst è nato a Brühl, in Renania, nel 1891. Dopo i primi studi classici, scopre la sua vocazione e comincia a dipingere cercando soggetti non tanto nella realtà quanto nella sua immaginazione. Artista cerebrale, impara a liberare le sue visioni e si allena a ricrearle nelle rappresentazioni grafiche, anticipando fin dai primi anni Venti la poetica dei montaggi surrealisti. Vicino agli artisti del Der Sturm, con loro espone i primi quadri a Berlino nel 1913. In questa occasione conosce Apollinaire e trascorre a Parigi un intenso anno. L'anno successivo incontra Arp a Colonia ma viene richiamato in guerra, dove viene ferito due volte. Al ritorno, colpito dal dadaismo comincia a creare fotomontaggi fondando nel 1919, con Arp e Baargeld, direttore di "Der Ventilator", la sezione dadaista di Colonia. Trasferitosi a Parigi nel 1922, aderisce al Surrealismo di cui sarà, uno dei maggiori interpreti fino alla metà degli anni Trenta quando si allontanerà da Breton.

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