Giochi dell'Oca e di percorso (by Luigi Ciompi & Adrian Seville)

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Dirigibile (Il) "Norge"
... alla scoperta del "Polo Nord". Giuoco ricreativo istruttivo

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	primo autore:	Non indicato
	secondo autore:	Marca Stella
	anno:	1926
	luogo:	Italia-Milano
	periodo:	XX secolo (2°/4)
	percorso:	Percorso di 72 caselle numerate
	materiale:	carta (paper) (papier)
	dimensioni:	370X515 (385X525)
	stampa:	Tricromia
	luogo acquisto:	Italia-Palermo
	data acquisto:	20-03-1990
	dimensioni confezione:
	numero caselle:	72
	categoria:	Viaggi, escursioni, località, musei, monumenti, turismo
	tipo di gioco:	Gioco di percorso
	editore:	Marca Stella
	stampatore:	Marca Stella
	proprietario:	Collezione L. Ciompi - A. Seville
	autore delle foto:	L. Ciompi - A. Seville
	numero di catalogo:	117
	descrizione:	Gioco di 72 caselle numerate. Partenza da Oslo (cas.1: Festose accoglienze). Alla casella 6 e multipli (12, 18, 24, 30, 36…..) la cagnetta Titina che fa raddoppiare i punti fatti. A destra sotto la casella 32: MARCA STELLA (con stella a 6 punte). Altro esemplare sullo stesso tema, Arch. N°2868. REGOLE: in basso. "SPIEGAZIONE- Per giuocare occorrono 2 dadi cubici, il numero dei giocatori è indeterminato, pattuita la posta il primo giuocatore getta i dadi e pone il segnale al punto fatto. Chi fa 6 al 1° getto col doppio 3 va al 13; chi fa 12 col 6 al 1° getto va al 56; chi fa 6 al 1° getto coll' 1 e 5 va al 7; chi fa 6 al 1° getto col 2 e 4 va al 17; chi va al punto ov' è la cagnetta TITINA riconta il punto fatto in avanti e se torna indietro e ritrova la TITINA riconta sempre indietro il punto fatto; chi va al 9 passa al 22; chi va al 40 passa al 50; chi va al 52 passa al 67; chi va al 37 torna al 5; chi va al 53 torna al 43; chi va al 62 torna al 34; chi va al 25, 38, 44, 55 stà fermo per un giro; chi va al 47 stà fermo per 2 giri; chi va 65 vi resta fermo sino che un altro non lo levi; chi viene levato dal suo numero prende quello di chi lo toglie. Chi va al 72 vince; i punti oltrepassanti il 72 si contano indietro. LE LINEE NERE SEGNATE SULLE CARTINE INDICANO L'ITINERARIO PERCORSO DAL"NORGE". CASELLE: (con didascalia). Cas. 1): Oslo-Festose accoglienze Cas. 2): Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 3): Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 4): Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 5): Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 6): Titina Cas. 7): Dadi (5+1) Carta Italia con indicata Roma Cas. 8): Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 9): Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 10): Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 11): CerchioTricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 12): Titina Cas. 13): Il "Norge"..atterrato a Teller Cas. 14): Rochefort, Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 15): Carta Francia Cas. 16): Caen, Cerchio Tricolore (verde,bianco,rosso) Cas. 17): Dadi(2+4) Pulham-Pilone Cas. 18): Titina Cas. 19): Carta Inghilterra Cas. 20): R.Sussex, Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 21): Midway, Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 22): Carta Danimarca Cas. 23): R.Essen, Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 24): Titina Cas. 25): Pulham 1.Tappa km.2100.Resta fermo 1 giro. Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 26): Yarmouth, Cerchio Tricolore (blu,bianco,rosso) Cas. 27): Fiord di Nisum, Cerchio Bicolore (bianco,rosso) Cas. 28): Pen. di Jutland, Cerchio Bicolore (bianco,rosso) Cas. 29): Copenaghen, Cerchio Bicolore (bianco,rosso) Cas. 30): Titina Cas. 31): Carta Norvegia Cas. 32): Str. dello Skagerrak, Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 33): Carta Russia Cas. 34): Fiord di Cristiania, Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 35): Motoscafo Cas. 36): Titina Cas. 37): Isola degli orsi Cas. 38): Oslo. 2a Tappa km.1200. Resta fermo 1 giro. Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 39): Trornso, Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 40): Stoccolma- passa al 50, Cerchio Bicolore (giallo,blu) Cas. 41): Carta Spitzbergen Cas. 42): Titina Cas. 43): Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 44): Cerchio Bicolore (blu,rosso), km 1150 resta fermo 1 giro Cas. 45): Reval, Cerchio rosso Cas. 46): Narva, Cerchio rosso Cas. 47): Cerchio rosso, Gatcina 3a tappa km 1100-resta fermo 2 giri Cas. 48): Titina Cas. 49): Leningrado, Cerchio rosso Cas. 50): Pen. di Cola, Cerchio rosso Cas. 51): Cerchio Bicolore (verde,rosso) Cas. 52): Passa al 67, Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 53): Torna al 43, Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 54): Titina Cas. 55): King's Bay, 5a tappa km 1100, resta fermo 1 giro, Cerchio Bicolore (blu,rosso) Cas. 56): Polo Nord, km. 1150 da King's Bay Cas. 57): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 58): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 59): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 60): Titina Cas. 61): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 62): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 63): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 64): Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 65): Resta fermo sino che un altro non lo levi, Cerchio giallo ( zona della nebbia) Cas. 66): Titina Cas. 67): Punta Barrow- dal Polo N. km 2050, Cerchio Bicolore (blu,bianco) Cas. 68): C.Prin. di Galles, Cerchio Bicolore (blu,bianco) Cas. 69): Teller, Cerchio Bicolore (blu,bianco) Cas. 70): Cerchio Bicolore (blu,bianco) all' interno Carta Alaska Cas. 71): Cerchio Bicolore (blu,bianco) all' interno Carta Alaska Cas. 72): Cerchio Bicolore (blu,bianco) all' interno Carta Alaska REFERENZA 1 Game 54: The Dirigible Norge Il Dirigible ‘Norge’ alla scoperta della ‘Polo Nord’. Milan: Marca Stella, [c. 1926]. Color print, 53 x 39 cm. Ref.: Ciompi/Seville 0117. The publishers of this crudely printed game who used the trademark “Marca Stella” have not been identified, though the characteristic shining star imprint is well known. The Dirigible Norge [Norway] in the Discovery of the North Pole dates from an era when the Italians under Mussolini were at the forefront of enthusiasm for innovation, especially in aeronautics. It shows the voyage in 1926 of the Norge from its base in Oslo, first to Rome then on to the North Pole until its landing in Alaska. The Norge was a semi-rigid Italian-built airship that carried out the first verified overflight of the North Pole on May 12, 1926. The expedition was the brainchild of three men: polar explorer and expedition leader Roald Amundsen (1872 - 1928); the airship's designer and pilot, Umberto Nobile (1885 - 1978); and American explorer Lincoln Ellsworth (1880 - 1951), who contributed $100,000 towards the costs, with the Norwegian Aviation Society contributing the rest. The flight to the North Pole was to start from Ny-Ålesund, in the northernmost part of Norway. However, first the Norge had to be flown there from Italy, using mooring masts on the way. The Norge arrived in Ny-Ålesund on 7 May and departed on 11 May with Amundsen as leader, Nobile as pilot, Ellsworth as navigator and 13 other men aboard, plus Nobile’s dog. It was over the North Pole at 1:25 am Greenwich time on 12 May. The Norwegian, American and Italian flags were dropped on to the ice (there was trouble because Nobile had made sure the Italian flag was largest) and the flight continued towards Alaska across unknown territory. In the game, the 72-space track is shown as series of small numbered circles, supplemented by scenes from the voyage and by small maps, on which the path of the Norge is marked. One marks the British aerostation at Pulham Market, now long defunct. The game is based on Goose but the favorable spaces are marked by Nobile’s dog, Titina, on every sixth space. The presence of the dog may indicate that this was a game intended for children. (Adrian Seville) Exhibitions: - "The Royal Game of the Goose four hundred years of printed Board Games". Exhibition at the Grolier Club, February 23 - May 14, 2016 (Prof. Adrian Seville).
	bibliografia:	1) GIACOMELLI, R. : "Una Aereonave Italiana al Polo", in "NOI E IL MONDO", Rivista Mensile de la Tribuna, Anno XVI N°2 Febbraio 1926. 2) MASCHERONI, Silvia - TINTI, Bianca: “Il gioco dell’oca: un libro da leggere, da guardare, da giocare”. Ed. Bompiani, Milano, pag. 92, 1981. 3) SEVILLE, Adrian: "The geographical Jeux de l'Oie of Europe." . In "Belgeo", 2008 3-4, 2008. 4) SEVILLE, Adrian: "The Royal Game of the Goose four hundred years of printed Board Games". Catalogue of an Exhibition at the Grolier Club, February 23 - May 14, 2016. 5) VOON, Claire: "How the World’s Oldest Printed Board Game Rolled Propaganda into Play", 28 April 2016.
		Il Dirigibile "Norge"
		Norge (Norvegia in lingua norvegese) era il nome del dirigibile semirigido costruito in Italia da Umberto Nobile tra il 1923 ed il 1924 con la designazione originaria di N1. Fu successivamente acquistato dall’Aero Club Norvegese diventando il primo dirigibile (e quasi certamente anche il primo aeromobile) a sorvolare il Polo Nord, il 12 maggio 1926. Il volo inaugurale fu compiuto nel marzo 1924. Ad esso seguirono numerosi voli di prova, tra cui un volo sino a Barcellona e all’aeroporto francese di Cuers Piereffeu nell’ambito delle celebrazioni per le vittime dell'incidente del dirigibile francese “Dixmude” (già LZ 114) disperso in volo tra Pantelleria e la Sicilia il 21 dicembre 1923. In questa occasione l’ N-1 fu accompagnato dal dirigibile “Esperia” (già LZ 120 “Bodensee”). La spedizione al Polo Nord Diversi tentativi per raggiungere il Polo Nord in volo erano stati compiuti a partire dal 1897. L’esploratore norvegese Roald Amundsen aveva provato a raggiungere il polo con due idrovolanti Dornier Wal nel giugno 1925 senza successo. Dopo questo ennesimo fallimento Umberto Nobile, sempre più convinto che il suo dirigibile potesse essere il mezzo adatto per una simile esplorazione, incontrò l’esploratore norvegese a Oslo convincendolo a ritentare l’impresa con il dirigibile italiano. A contribuire alla spedizione erano il governo Italiano (il 25%), l’uomo d’affari statunitense Lincoln Ellsworth, che partecipò anche alla spedizione, e il resto proveniva dall’Aero Club Norvegese che aveva acquistato il dirigibile dal governo italiano. Dopo l’acquisto furono effettuati ulteriori voli di prova ed il 29 marzo 1926 fu organizzata a Roma, all’aeroporto di Ciampino, una cerimonia in cui l’ N-1, ribattezzato Norge, fu consegnato ai norvegesi. L’inizio della spedizione era stato programmato per il successivo 3 aprile, alla presenza di diverse autorità tra cui lo stesso Mussolini, ma una tempesta costrinse a rinviare la partenza al 10 aprile. Alle ore 9.30 del 10 aprile 1926 il dirigibile Norge partiva per un lungo viaggio a tappe che l’avrebbe portato sino alla "Baia del Re" in Norvegia, dove era stato approntato un hangar a cielo aperto su progetto dell’ingegner Felice Troiani. Da lì proseguì poi fino in Alaska dopo aver sorvolato il polo. Le tappe -Ciampino, Roma. Partenza il 10 aprile. -Pulham Market, Inghilterra. Arrivo la sera dell’ 11 aprile, partenza il 13 aprile. -Oslo. 13 aprile. -Leningrado. Arrivo il 15 aprile dopo aver percorso circa 1.200 km in 17 ore. Qui la spedizione sostò fino al 5 maggio in attesa che il tempo fosse favorevole per l’ultima tratta. Nel frattempo Roald Amundsen e Lincoln Ellsworth si erano già trasferiti alla nuova base per preparare l’arrivo del dirigibile. -Vads, Norvegia. Il dirigibile effettuò una breve sosta prima di compiere l’ultima tratta di 1.300 km. -Baia del Re (Ny-Ålesund), Svalbard. Arrivo il 7 maggio alle ore 6.47. Qui si formò l’equipaggio definitivo: 6 italiani (a cui si aggiunse Titina, l'inseparabile cagnolina, mascotte di U. Nobile), 8 norvegesi (tra gli altri l’esploratore Oscar Adolf Wisting e l’aviatore Hjalmar Riiser-Larsen) il meteorologo svedese Finn Malmgren e Lincoln Ellsworth. Dopo alcuni giorni di attesa per assicurarsi sulle condizioni meteorologiche il dirigibile lasciò la Baia del Re alle 9.50 dell'11 maggio 1926. Il giorno successivo alle ore 1.30 (GMT) fu sorvolato il Polo Nord, dove furono lanciate le bandiere dei 3 stati che avevano contribuito alla spedizione: Italia, Norvegia e USA. Il volo proseguì in direzione dell’Alaska. -Teller, Alaska. La destinazione prevista era Nome (Alaska), ma a causa del maltempo fu anticipato nella località di Teller raggiunta alle ore 7.30 del 14 maggio. Il dirigibile aveva percorso 13.000 km in 170 ore. L’atterraggio dovette svolgersi senza l’ausilio di personale di terra. Grazie alla valvola di prua di cui disponeva il dirigibile fu possibile toccare terra senza incidenti per l’equipaggio. Il Norge rimase danneggiato, fu quindi venduto e smantellato poi in loco. Prima del sorvolo del Polo Nord da parte del Norge già tre spedizioni avevano rivendicato il raggiungimento dell’ambita meta. Quelle di Frederick Cook nel 1908, Robert Peary nel 1909 in genere non vengono in riconosciute. Richard Byrd e Floyd Bennett rivendicarono il sorvolo del polo con un trimotore Fokker il 9 maggio 1926, 3 giorni prima del Norge. In seguito sono stati sollevati dubbi sulla riuscita di questa spedizione (in particolare dall’aviatore ed esploratore artico norvegese Bernt Balchen), ma non sono stati considerati tali da far decadere la rivendicazione. Pertanto quello del Norge viene in genere definito come il 1° sorvolo comprovato del Polo Nord. Il volo del Norge riscosse comunque una notevole eco nella stampa dell’epoca, e al suo ritorno in Italia, Nobile venne promosso al grado di generale. Nonostante il successo presto emersero rivalità tra Amundsen e Nobile, che non seppero ‘’dividere’’ il merito della spedizione. Il norvegese vedeva l’italiano come un “autista” che si sarebbe dovuto sentire ripagato dall’aver potuto lanciare sul polo la propria bandiera; di contro il progettista riteneva l’esploratore un passeggero che cercava di sottrargli anche i suoi meriti. Queste premesse assieme alla volontà di realizzare una esplorazione più approfondita dell’artico spinsero U. Nobile a organizzare la successiva spedizione del dirigibile Italia.
		La Regia Aeronautica tra primati e trasvolate
		La costituzione della Regia Aeronautica in forza armata autonoma dà un nuovo impulso allo sviluppo dell’aviazione italiana che si ripropone ben presto all’attenzione del mondo con altre imprese eccezionali. Nel 1925 Francesco De Pinedo e il motorista Ernesto Campanelli volano per 370 ore su tre continenti, percorrendo con l’idrovolante S-16ter “Gennariello”, 55.000 km da Sesto Calende a Melbourne, a Tokyo fino a Roma. Sempre De Pinedo, questa volta con Carlo Del Prete e con il motorista Carlo Zacchetti, compie nel 1927, a bordo dell’S-55 “Santa Maria”, una crociera di 46.700 km sul percorso Elmas-Porto Natal-Rio de Janeiro-Buenos Aires -Asunciòn-New York-Terranova-Lisbona-Roma. L’anno 1926 vede invece protagonista il dirigibile nella prima trasvolata del Polo Nord. L’iniziativa è ideata contemporaneamente dal celebre esploratore Roaid Amundsen e dal Colonnello Umberto Nobile, direttore dello Stabilimento Aeronautico di Roma. Amundsen, dopo aver tentato invano di raggiungere il Polo con degli aerei, aveva infatti rivolto la sua attenzione al più leggero dell’aria sollecitando l’Aero Club norvegese ad acquistare un dirigibile. La scelta era caduta sull’N-1 costruito in Italia da Nobile che viene acquistato grazie ai finanziamenti forniti da un amico dello stesso Amundsen, Lincoin Ellsworth. La preparazione tecnica dell’impresa e l’allestimento delle basi lungo il percorso vengono fatte dal Governo italiano: l’avventura ha inizio. Il dirigibile, battezzato “Norge”, parte il 10 aprile 1926 da Ciampino agli ordini di Nobile. Giunto in Norvegia, e presi a bordo Amundsen ed Elisworth alla Baia del Re, alle 9.50 dell’11 maggio parte per l’ultima tappa della trasvolata polare. Il giorno dopo, alle 1.30, sorvola il Polo Nord sul quale vengono lanciate tre bandiere: quella italiana, la norvegese e, in onore del finanziatore dell’impresa, l’americana. Il 14 alle 7.30 il “Norge” approda a Teller, in Alaska, dopo aver percorso 5.300 km in 70 ore e 40 minuti. Trascorrono due anni e Nobile è pronto con un nuovo dirigibile, gemello del primo, che viene chiamato “Italia”. La nuova spedizione è composta da quattordici italiani, un cecoslovacco e uno svedese. Il 15 aprile 1928 il dirigibile condotto da Nobile parte da Milano e, dopo un viaggio fortunoso, raggiunge la Baia del Re. Il 24 maggio alle 0.20 il Polo è raggiunto ancora una volta. Durante il viaggio di ritorno, dopo 131 ore di navigazione, la tragedia: il dirigibile perde improvvisamente quota e urta violentemente contro la banchisa. Dei sedici uomini a bordo uno muore nell’urto, nove sono sbalzati sui ghiacci e sei vengono trascinati via dall’aeronave ormai squarciata: di questi ultimi non si saprà più nulla. I superstiti, al riparo della celebre “tenda rossa”, resisteranno sul pack fino a quando la generosa corsa contro il tempo per salvarli, nella quale perdono la vita alcuni uomini tra i quali lo stesso Amundsen, non si concluderà felicemente. I naufraghi sono avvistati da Umberto Maddalena, Nobile viene portato in salvo dal primo aereo che riesce a prendere terra, quello dello svedese Lundborg, gli altri dal rompighiaccio sovietico Krassin. L’avventura polare chiude definitivamente il discorso del “più leggero” in Italia, non diversamente da quanto accade nel resto del mondo e sempre in coincidenza con spettacolari incidenti che sottolineano impietosamente la fragilità del dirigibile. È quindi dal “più pesante” che giungono i primati e le imprese individuali che arricchiscono il già blasonato albo d’oro della Regia Aeronautica. Nel 1928 Ferrarin e Del Prete volano dall’Italia al Brasile con un monoplano terrestre S-64, percorrendo 7.666 km in 58 ore e 34 minuti e battendo i primati mondiali di durata e distanza in circuito chiuso. Dopo appena un mese gli stessi piloti partono da Montecelio e, dopo 51 ore di volo, senza scalo, raggiungono in 7.188 km Touros sulle coste del Brasile. I due primati verranno migliorati due anni dopo da Maddalena e da Fausto Cecconi (il capo del corso “Aquila” e la prima sciabola d’onore dell’Accademia) che con l’ S-64bis percorrono 8.188 km in 67 ore e 13 minuti. Nel 1934 il pilota Renato Donati conquista il primato di altezza raggiungendo i 14.433 m, oltre mille in più del record precedente detenuto dal francese Lemonine. Per l’impresa viene opportunamente adattato un velivolo Ca-113 trasformandolo per le alte quote e dotandolo anche di un impianto di erogazione automatica di ossigeno. Dopo mesi di duro lavoro e di severo allenamento, Donati decide di tentare la mattina dell’11 aprile. Preparato l’aereo e indossata la tuta termoelettrica, alle 11.38 egli decolla. Secondo i calcoli la quota massima sarebbe stata raggiunta intorno a mezzogiorno; in realtà l’aereo inizia a scendere solo alle 12.45. Dopo un brusco atterraggio l’aereo, invece di fermarsi, comincia a girare su se stesso con Donati che, svenuto al momento di toccare terra, non è in condizioni di agire sui comandi. L’intervento sollecito dei meccanici evita più gravi conseguenze. Il pilota, ripresi i sensi, apprende di aver battuto il primato. Un susseguirsi, insomma, di imprese tra le quali la più singolare resta quella compiuta nel 1933 da Tito Falconi che vola da Saint Louis a Chicago in tre ore, sei minuti e trentasei secondi... a testa in giù. In Italia come altrove, queste imprese nascevano soprattutto da capacità individuali, con poche ricadute sulla preparazione media dei piloti, l’efficienza dei reparti e lo sviluppo delle organizzazioni aeronautiche. Balbo, brevettatosi pilota nel 1927 e successivamente trasferitosi dalla riserva dell’Esercito all’Aeronautica, comprese il problema e decise di passare a lunghi raid con un numero consistente di aerei ed equipaggi ordinari. Il primo esperimento di navigazione aerea di massa viene compiuto dal 26 maggio al 2 giugno del 1928 nel Mediterraneo occidentale con una brigata e due stormi per un totale di 61 tra S-59bis ed S-55 sul percorso di 2.804 km da Orbetello alla penisola iberica e ritorno. Un anno dopo, dal 5 al 19 giugno, trentacinque S-55 volano per 4.667 km effettuando la crociera del Mediterraneo orientale sul percorso Taranto-Atene-lstanbul-Varna-Odessa-Costanza con rientro ad Orbetello, un idroscalo che l’anno successivo vedrà nascere la Scuola di Navigazione Aerea d’Alto Mare e i preparativi per la prima traversata in formazione dell’Atlantico dall’Italia al Brasile. Dopo un’accurata e capillare organizzazione, la mattina del 17 dicembre 1930 alle 6.45, quattordici idrovolanti S-55A, due dei quali attrezzati ad officina, decollano da Orbetello, agli ordini di Balbo (da pochi mesi promosso Ministro) e con la partecipazione dello stesso capo di Stato Maggiore, Giuseppe Valle. Il 15 gennaio 1931, dopo aver toccato Cartagena, Kenitra, Villa Cisneros, Bolama e poi, attraverso l’Atlantico, Porto Natal e Bahia, in 61 ore e mezzo di volo per 10.350 km, la crociera si conclude a Rio de Janeiro sollevando l’entusiasmo di tutto il mondo e, più concretamente, aprendo di fatto la strada alle linee regolari tra i due continenti e ponendo le basi per un serio addestramento collettivo moderno. Il successo della tredicesima crociera atlantica e il prestigio che da essa deriva all’ancor giovane Aeronautica, consente di mettere in piedi un progetto analogo con cui celebrare degnamente il decennale della Forza Armata: la traversata dell’Atlantico fino agli Stati Uniti in occasione dell’Esposizione Internazionale di Chicago e dell’inaugurazione del monumento a Cristoforo Colombo. La preparazione tecnica, l’organizzazione logistica, l’approntamento delle basi di appoggio, tutto viene previsto e organizzato con una cura, se possibile, ancora maggiore dell’esperienza precedente. Sempre agli ordini di Balbo, il 1° luglio 1933 otto Squadriglie di ventiquattro S-55X, versione potenziata dell’ormai celebre idrovolante, decollano da Orbetello e, dopo varie tappe, raggiungono New York il giorno 19 in un clima di incredibile entusiasmo che ha il suo epilogo nella trionfale sfilata per Broadway. Se il successo d’immagine è enorme, è pure innegabile che le crociere di massa segnano il passaggio dal periodo romantico dell’aviazione a quello “moderno”, fatto soprattutto di organizzazione e programmazione seria e meticolosa. Mussolini, tuttavia, vede in Balbo innanzi tutto un potenziale concorrente e si affretta a trasferirlo in Libia quale governatore della colonia. Fino alla caduta del regime, la responsabilità politica dell’Aeronautica farà capo al dittatore, affiancato da sottosegretari tecnici: i generali Valle (1933-39), poi Francesco Pricolo (1939-41) e Rino Corso Fougier (1941-43). Quest’ultimo è il primo capo che non provenga dai dirigibili.

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